Volcanic activity and changes in Earth's mantle were key to rise of atmospheric oxygen
Oxygen first accumulated in the Earth's atmosphere about 2.4 billion years ago, during the Great Oxidation Event. A long-standing puzzle has been that geologic clues suggest early bacteria were photosynthesizing and pumping out oxygen hundreds of millions of years before then. Where was it all going?
Something was holding back oxygen's rise. A new interpretation of rocks billions of years old finds volcanic gases are the likely culprits. The study led by the University of Washington was published in June in the open-access journal Nature Communications.
"This study revives a classic hypothesis for the evolution of atmospheric oxygen," said lead author Shintaro Kadoya, a UW postdoctoral researcher in Earth and space sciences. "The data demonstrates that an evolution of the mantle of the Earth could control an evolution of the atmosphere of the Earth, and possibly an evolution of life."
Multicellular life needs a concentrated supply of oxygen, so the accumulation of oxygen is key to the evolution of oxygen-breathing life on Earth.
Prosegue con successo fino al 30 giugno il contest #DOMANIINARTE nell’ambito delle attività su web e social #laculturaincasa
#DOMANIINARTE è un contest artistico, attivo fino al 30 giugno 2020 sui canali social della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale (Facebook, Twitter, Instagram), che chiede agli artisti di contribuire attraverso l’invio della fotografia di una propria opera alla rappresentazione della grave situazione globale di emergenza sanitaria, che sia al tempo stesso un punto di vista personale, ma anche un messaggio di speranza per il domani rivolto a tutti.
Il progetto, che dal 1° maggio a oggi ha già raccolto oltre 300 partecipazioni, si svolge nell’ambito delle iniziative di #laculturaincasa, promosse da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Obiettivo dell’iniziativa è creare un atelier artistico composto da molteplici voci e linguaggi dell’arte, partendo dalle tecniche tradizionali fino a quelle più sperimentali, che includano anche scrittura (poesia visiva, poesia urbana, poetry-concept), video (max min 2,30) e sound design. Il contest partecipativo è gratuito e aperto a tutti gli artisti maggiorenni, alle loro scelte poetiche ed estetiche. Tutte le opere inviate saranno postate sui canali social della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale (Facebook, Twitter, Instagram) e riprodotte su un monitor nella sala video/biblioteca del museo stesso nel periodo luglio-settembre 2020. Le fotografie delle opere saranno in seguito conservate negli archivi digitali della Galleria d’Arte Moderna dove, su richiesta, potranno essere visionate.
Il Coronavirus attacca anche il sistema nervoso
La notizia è confermata da uno studio svolto dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e pubblicato su Brain, Behavior & Immunity lo scorso 19 Maggio.
Da una ricerca svolta interamente all’interno dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, arriva la conferma del fatto che il Coronavirus, oltre alle vie respiratorie, è in grado di attaccare anche il sistema nervoso. Lo studio, recentemente pubblicato su Brain, Behavior & Immunity, ha avuto lo scopo di censire e valutare prospetticamente i sintomi neurologici soggettivi lamentati da pazienti affetti da malattia di Coronavirus 2019 (COVID-19).
Frutto della collaborazione scientifica tra la neurologia, le malattie infettive, le malattie respiratorie e la malattia del lavoro del Policlinico Tor Vergata, il lavoro, dal titolo Subjective Neurological Symptoms Frequently Occur in Patients With SARS-CoV2 Infection porta le firme di un ampio pool di medici e ricercatori: Claudio Liguori, Mariangela Pierantozzi, Matteo Spanetta, Loredana Sarmati, Novella Cesta, Marco Iannetta, Josuel Ora, Grazia Genga Mina, Ermanno Puxeddu, Ottavia Balbi, Gabriella Pezzuto, Andrea Magrini, Paola Rogliani, Massimo Andreoni, Nicola Biagio Mercuri.
Riapre il Museo della Biodiversità di Monticiano, in provincia di Siena
Museo della Biodiversità di Monticiano (Siena)
Da domani, giovedì 11 giugno, riapre il Museo della Biodiversità di Monticiano (Siena), luogo che attraverso percorsi multimediali e giochi didattici racconta il grande patrimonio di biodiversità presente sul pianeta.
Gli accessi, nel rispetto delle nuove disposizioni legate all’emergenza Covid-19, saranno consentiti solo su prenotazione e il percorso sarà predefinito con entrata e uscite separate. Il museo sarà accessibile dal giovedì alla domenica, nella fascia oraria 10:30-18:00, e la prenotazione si potrà effettuare telefonicamente al numero 3357296665 o via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Prima di entrare nel museo dall'ingresso principale, un addetto effettuerà la misurazione della febbre tramite termo-scanner. L'accesso sarà consentito esclusivamente agli utenti con temperatura corporea inferiore ai 37,5°. Gli utenti dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina di protezione e guanti mono-uso, oltre a rispettare sia all'interno che all'esterno della struttura la distanza minima di 1 metro.
Survival of coronavirus in different cities, on different surfaces
Temperature, humidity, surface play roles in the drying time of COVID-19 virus respiratory droplets.
One of the many questions researchers have about COVID-19 is how long the coronavirus causing the disease remains alive after someone infected with it coughs or sneezes. Once the droplets carrying the virus evaporate, the residual virus dies quickly, so the survival and transmission of COVID-19 are directly impacted by how long the droplets remain intact.
In a paper in Physics of Fluids, by AIP Publishing, researchers examine the drying time of respiratory droplets from COVID-19-infected subjects on various surfaces in six cities around the world. These droplets are expelled from the mouth or nose when someone with COVID-19 coughs, sneezes or even speaks moistly. The droplet size is on the order of human hair width, and the researchers examined frequently touched surfaces, such as door handles and smartphone touchscreens.
Review: A good vitamin D status can protect against cancer
A good vitamin D status is beneficial both in cancer prevention and in the prognosis of several cancers, according to a new research review. The anti-cancer effects of vitamin D are especially pronounced in the prevention and treatment of colon cancer and blood cancers. In addition, high vitamin D responsiveness can be linked to a smaller cancer risk. Vitamin D responsiveness varies between individuals, affecting their need for vitamin D supplementation.
The review article, published in Seminars in Cancer Biology and written by Professor Carsten Carlberg from the University of Eastern Finland and Professor Alberto Muñoz from the Autonomous University of Madrid, provides an update on the molecular basis of vitamin D signaling and its role in cancer prevention and therapy.
Self-healing bone cement
Prof. Dr Frank A. Müller, Chair of Colloids, Surfaces and Interfaces at Otto-Schott-Institut of Materials Research (OSIM) at the Friedrich Schiller University Jena. Photo: Anne Günther
Material scientists at the University of Jena have developed a bone replacement based on calcium phosphate cement and reinforced with carbon fibers. The fibers increase damage tolerance and ensure that cracks in the material repair themselves.
Our body is able to treat many injuries and wounds all by itself. Self-healing powers repair skin abrasions and enable bones to grow back together. However, doctors often have to lend a helping hand to repair bones after a fracture or due to a defect. Increasingly, bone replacement materials are being used, which partially or completely restore the form and function of the bone at the site of the damage. To ensure that such implants do not have to be replaced or repaired through extensive surgery in the event of damage, they should themselves possess self-healing capabilities. Material scientists at Friedrich Schiller University Jena have now developed a bone replacement material that minimises the extent of damage to it and at the same time repairs itself. They report on their research in the prominent research magazine “Scientific Reports”.
Coltivare nel Sahara è possibile: le origini dell’agricoltura nel deserto libico
Un nuovo studio condotto dalla “Missione Archeologica nel Sahara” della Sapienza, in collaborazione con il Department of Antiquities di Tripoli e le università Milano e Modena-Reggio Emilia, ha permesso di scoprire l’esistenza di tecniche di coltivazione realizzate dai Tuareg nelle aree montane del deserto del Sahara. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Antiquity
Il clima arido del Sahara impedisce oggi ogni forma di agricoltura permanente, ma le ricerche condotte dalla “Missione Archeologica nel Sahara” diretta da Savino di Lernia del Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza, in collaborazione con il “Department of Antiquities” di Tripoli e le università di Milano e Modena-Reggio, raccontano una storia diversa.
Grandi frane, un nuovo modello aiuta a prevederne i movimenti
Garantire la sicurezza delle persone e delle infrastrutture grazie a modelli di previsione del rischio più affidabili. Così i risultati di uno studio dell’Università di Milano-Bicocca contribuiranno a prevenire le catastrofi legate alle grandi frane in roccia, come quelle delle aree prealpine e alpine della Lombardia.
Combinando esperimenti di laboratorio su materiali naturali, campionati dalla zona di taglio di una grande frana lombarda (frana di Spriana, Sondrio) e osservazioni in situ, i ricercatori dell’Ateneo milanese, in collaborazione con Sapienza Università di Roma, hanno studiato i meccanismi che regolano la transizione dell’attività delle frane da “lente a veloci”, fornendo indicazioni che consentiranno di migliorare l’affidabilità dei modelli previsionali.
Tuberculosis: Discovery of an ancestral lineage in the African Great Lakes region
Two exceptional strains of tuberculosis, isolated from East African patients with multi-resistant forms of the disease, have been discovered thanks to the use of a new molecular test, Deeplex-MycTB[1]. These strains belong to a so far unknown bacterial lineage, apparently limited to the African Great Lakes region. Genome analyses show that this lineage originated from an ancestral phylum which predates the branching point shared by all other lineages of common tuberculosis strains known to date.