Vitamin D and keloid scars: a new path to treatment
Keloids are fibrotic scars that extend beyond the boundaries of the original wound, often causing physical disfigurement and emotional distress. These scars are driven by an overproduction of extracellular matrix components like type I collagen, linked to an imbalance in tissue repair mechanisms. Current treatments show limited efficacy due to an incomplete understanding of the molecular processes behind keloid formation, leaving patients with few reliable options. Addressing this gap, the study delves deeper into the molecular drivers of keloid pathology, identifying potential targets for more effective interventions.
Il Parco ambientale della Laguna di Orbetello rischia di danneggiare la Laguna
Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di istituzione del “Parco ambientale per lo sviluppo sostenibile della Laguna di Orbetello”
Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di istituzione del “Parco ambientale per lo sviluppo sostenibile della Laguna di Orbetello”, la cui gestione verrà affidata ad un Consorzio.
La Laguna di Orbetello è un ecosistema di inestimabile valore ecologico, economico e culturale, ma estremamente fragile. La previsione di una nuova governance che superi la frammentarietà delle competenze sull’area poteva essere un passaggio importante, ma avrebbe richiesto un approccio che tenesse conto delle complessità ambientali e amministrative del territorio. Purtroppo, la nuova legge su questo punto presenta diverse criticità che rischiano di compromettere la tutela di questo habitat unico e che come WWF Italia abbiamo puntualmente evidenziato in audizioni e osservazioni a vari livelli.
Greenpeace presenta la prima mappa della contaminazione da PFAS delle acque potabili italiane
I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) sono presenti nel 79% dei campioni di acqua potabile analizzati da Greenpeace Italia nell’ambito dell’indagine indipendente “Acque Senza Veleni”. L’organizzazione ambientalista, che tra settembre e ottobre 2024 ha raccolto campioni in 235 città di tutte le Regioni e le province autonome, ha presentato oggi a Roma la prima mappa della contaminazione da PFAS nelle acque potabili in Italia. Le molecole più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato) e dal possibile cancerogeno PFOS (in 58 campioni, il 22% del totale).
Leggi il report integrale e le schede di tutte le regioni e province autonome.
L’analisi dei 260 campioni dimostra una diffusa presenza di questi composti pericolosi, con almeno tre campioni positivi per ogni Regione, eccezion fatta per la Valle d’Aosta in cui sono stati prelevati solo due campioni. Livelli elevati si registrano in Lombardia (ad esempio in quasi tutti i campioni prelevati a Milano) e in numerosi comuni del Piemonte (Torino, Novara, alcuni comuni dell’alessandrino, ma anche Bussoleno in Valle di Susa), del Veneto (anche in comuni fuori dall’area rossa già nota per essere tra le più contaminate d’Europa, come Arzignano, Vicenza, Padova e Rovigo), dell’Emilia-Romagna (Ferrara, Comacchio, Reggio Emilia), della Liguria (Genova, Rapallo, Imperia), della Toscana (Arezzo, Lucca, Prato), della Sardegna (Olbia, Sassari e Cagliari) e Perugia in Umbria.
Cancro ovarico: un nuovo alleato diagnostico grazie all’IA
Individuare un tumore in fase precoce è fondamentale per garantire una prevenzione e una cura efficaci. Oggi c’è un alleato in più, che sta imparando molto in fretta ed è sempre più preciso: si tratta dell'intelligenza artificiale. Lo dice un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, a cui ha collaborato Robert Fruscio, professore associato in Ginecologia e Ostetricia dell'Università di Milano-Bicocca e direttore della Struttura semplice di Ginecologia Preventiva della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori: la ricerca, condotta da un team del Karolinska Institutet in Svezia, ha coinvolto 20 centri in otto Paesi e ha analizzato un dataset di oltre 17.000 immagini ecografiche provenienti da più di 3.600 pazienti, tra cui alcune che si sono rivolte all'Ospedale San Gerardo di Monza. L’obiettivo è stato quello di addestrare un programma di Intelligenza artificiale a distinguere, in queste immagini, le lesioni ovariche benigne da quelle maligne e testare le potenzialità di questi modelli nel supportare le diagnosi mediche, ridurre il margine di errore diagnostico e migliorare la gestione clinica delle pazienti.
Smartwatches to better understand psychiatric illnesses and their genetic basis
Smartwatches that can collect physical and physiological data on users could be potentially interesting tools in biomedicine to gain a better understanding of brain diseases and behavioural disorders and possible driver mutations related to these pathologies. This is stated in a study published in the journal Cell, and led by the co-author Mark Gerstein, from Yale University (United States). The study includes the participation of Professor Diego Garrido Martín, from the Department of Genetics, Microbiology and Statistics of the Faculty of Biology at the University of Barcelona.
Using smartwatch data from more than 5,000 adolescents, the research team could train artificial intelligence models to predict whether individuals had different psychiatric illnesses and found genes associated with these illnesses. The results suggest that these wearable sensors may enable a much more detailed understanding and treatment of psychiatric illnesses.
Inflammation may explain stomach problems in psoriasis sufferers
People with the skin condition psoriasis often have invisible inflammation in the small intestine with an increased propensity for ‘leaky gut’, according to new research at Uppsala University. These changes in the gut could explain why psoriasis sufferers often have gastrointestinal problems and are more prone to developing Crohn’s disease. The study is published in Biochimica et Biophysica Acta (BBA) – Molecular Basis of Disease.
Psoriasis is a hereditary, chronic skin condition that can also result in inflammation of the joints. In Sweden, almost 300,000 people live with some form of the condition. Chronic inflammatory bowel diseases (IBD), especially Crohn’s disease, are more common in patients with psoriasis than in the rest of the population.
Come si sono formati gli Appennini? Un approccio innovativo allo studio dei sedimenti consente di ricostruire l’evoluzione della catena montuosa
Uno studio recentemente pubblicato su Tectonics e condotto dall’INGV e dalle Università Sapienza e Roma Tre ha evidenziato un nuovo potenziale indicatore basato sulle caratteristiche geometriche delle particelle che costituiscono le rocce. Il modello consentirà di definire con maggiore precisione l’età e le trasformazioni geologiche dei bacini sedimentari
Una collaborazione tra ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), della Sapienza Università di Roma e dell’Università Roma Tre ha permesso di sviluppare un modello innovativo per ricostruire l’evoluzione delle catene montuose.
È quanto emerge dallo studio “Magnetic fabric as a marker of thermal maturity in sedimentary basins: A new approach for reconstructing the tectono‐thermal evolution of fold‐and‐ thrust‐belts”, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica ‘Tectonics’.
ALFA CENTAURI CHIAMA TERRA
La vela con il sistema di trasmissione, composto da emettitori in fase tra loro (grating coupler)
Team di ricerca dell’Università di Padova mette a punto sistema per comunicazioni interstellari.
Siamo davvero soli nell’universo? Ci sono tracce di civiltà passate o precursori dello sviluppo della vita? L’uomo si è posto da sempre queste domande.
La ricerca scientifica ne cerca le risposte in diverse direzioni. Da un lato con l’osservazione dalla terra o da satelliti intorno al nostro pianeta alla ricerca dei pianeti dove si può sviluppare la vita, chiamati extrasolari; negli ultimi vent’anni ne sono stati individuati migliaia, intorno a stelle a diverse distanze da noi. Una seconda linea riguarda l’ascolto dei segnali provenienti dal cosmo, sia radio che luminosi, alla ricerca di possibili “firme” che attestino un trasmettitore artificiale. La terza linea, molto più ambiziosa è quella di visitare questi “candidati”, fare delle osservazioni delle misure e comunicarle a casa.
Team di ricerca dell’Università di Padova coordinato dal prof Paolo Villoresi, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo, ha recentemente pubblicato nella rivista «Physical Review Research», dell’American Physical Society, uno studio dove si propone un sistema di comunicazione che una sonda lanciata dalla terra può utilizzare per trasmettere le osservazioni svolte durante il passaggio intorno all’eso-pianeta Proxima Centauri B.
Università Statale di Milano: innovativo studio “in vivo” su come migrano le cellule tumorali
Un team di scienziati coordinati dall’Università Statale di Milano ha osservato “in vivo”, grazie a tecniche di imaging avanzate, la migrazione delle cellule tumorali nei tessuti viventi, rivelando il meccanismo con cui si spostano all’interno del corpo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science (PNAS) sarà cruciale per identificare nuove strategie di intervento sulle metastasi.
Il 90% delle morti da tumore sono dovute alle metastasi, cioè ai tumori secondari che si formano a distanza dal tumore iniziale e sono causati dalla migrazione delle cellule malate. Ecco perché comprendere i meccanismi di questa migrazione è fondamentale per cercare di identificare nuove strategie di intervento sulle metastasi. Ad oggi sappiamo che queste cellule possono muoversi individualmente o in gruppo, ma la maggior parte degli studi fatti finora sono stati svolti in vitro.
Inquinamento da farmaci: gli effetti degli antinfiammatori sull’ambiente marino
Una cura per noi, un pericolo per l’ambiente. Per la prima volta una ricerca dell’Università di Pisa, appena pubblicata sul Journal of Hazardous Materials, ha esaminato l’impatto di diverse concentrazioni di ibuprofene, un comune antiinfiammatorio molto utilizzato durante la pandemia di Covid 19, sulle angiosperme, cioè le piante, marine.
“Le angiosperme marine svolgono ruoli ecologici cruciali e forniscono importanti servizi ecosistemici, ad esempio proteggono le coste dall’erosione, immagazzinano carbonio e producono ossigeno, supportano la biodiversità, e costituiscono una nursery per numerose specie animali”, spiega la professoressa Elena Balestri del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano.
In particolare, la ricerca si è focalizzata su Cymodocea nodosa (Ucria) Ascherson, una specie che cresce in aree costiere poco profonde, anche in prossimità della foce dei fiumi, zone spesso contaminate da molti inquinanti, farmaci compresi.