Il momento che stiamo vivendo è cruciale perché la competizione in questo campo si sta finalmente trasformando in realtà clinica concreta. Per anni, le interfacce cerebrali sono rimaste confinate nei laboratori e nelle speranze di ricercatori entusiasti. Oggi, una mezza dozzina di aziende e centri di ricerca sta testando impianti completamente funzionanti su pazienti reali, e i risultati stanno sorprendendo gli stessi esperti.
Come funziona il dispositivo di Paradromics
Il sistema di Paradromics, chiamato Connexus, è disarmantemente elegante nella sua semplicità concettuale ma straordinario nella sua esecuzione tecnica. Immagina una scacchiera di 20 x 20 millimetri – poco più grande di un'unghia – ricoperta da oltre 400 microelettrodi sottilissimi, ciascuno più fine di un capello umano (40 micron). Questi elettrodi non rimangono sulla superficie del cervello, ma penetrano delicatamente fino a 1,5 millimetri di profondità nella corteccia cerebrale, posizionandosi direttamente accanto ai neuroni.
Questa è la differenza cruciale che Paradromics vanta rispetto ai competitor: altri sistemi registrano il "brusio" medio di decine di migliaia di neuroni, mentre il Connexus ascolta il "sussurro" di singole cellule nervose. È come la differenza tra piazzare i microfoni fuori da uno stadio oppure dentro, a pochi centimetri dai giocatori. La qualità e la ricchezza del segnale è incommensurabilmente superiore.
Una volta registrata l'attività neurale dalla corteccia motoria – nella fattispecie, l'area che normalmente controlla le labbra, la lingua e la laringe – i segnali vengono trasmessi via cavo sottocutaneo a un trasmettitore wireless impiantato nel petto, delle dimensioni di una moneta. Da lì, i dati viaggiano con un collegamento ottico sicuro verso un dispositivo esterno indossabile, che alimenta l'intero sistema tramite ricarica wireless, proprio come avviene con gli smartphone moderni.
Il passaggio finale è affidato all'intelligenza artificiale. Un algoritmo di machine learning analizza i pattern di attività neurale mentre il paziente immagina di pronunciare frasi specifiche. Il sistema apprende dunque quale combinazione di impulsi nervosi corrisponde a quale suono, a quale parola. Una volta "addestrato", il Connexus converte i pensieri in testo sullo schermo oppure in voce sintetica generata dalla registrazione della voce originale del paziente – un dettaglio profondamente umano che restituisce almeno l'identità sonora a chi ha perso la parola.
Il trial: piccoli passi verso una grande speranza
Nel 2026, due volontari con gravi deficit motori e dell'eloquio entreranno in sala operatoria. Riceveranno ciascuno un impianto del Connexus posizionato nell'area motoria che controlla il linguaggio. Per i primi mesi sperimenteranno l'esercizio di immaginare di pronunciare frasi mentre il sistema registra e impara. Potranno controllare il cursore su uno schermo, selezionare opzioni, comporre messaggi. Sapranno, almeno in parte, cosa significhi tornare a "parlare".
Il trial inizia con soli due pazienti – uno step estremamente conservativo, dettato dalla necessità di prioritizzare la sicurezza. Ma Matt Angle, il CEO di Paradromics, ha già comunicato che se i risultati saranno incoraggianti, il progetto potrà espandersi fino a dieci volontari. Questi nuovi partecipanti potrebbero ricevere due impianti cerebrali contemporaneamente, aumentando drammaticamente la ricchezza di segnali disponibili – fino a 1600 canali dalle ricerche attuali – e aprendo la possibilità di controllare non solo il linguaggio ma anche movimenti complessi della mano o del braccio.
La scelta di focalizzarsi sulla generazione di voce sintetica in tempo reale rappresenta un'altra scelta strategica e filosofica di Paradromics. "Probabilmente, il miglioramento più sostanziale della qualità della vita che possiamo offrire con una BCI oggi è il ripristino della comunicazione," ha sottolineato Angle. Può sembrare una semplice affermazione, ma per chi ha passato anni in silenzio, rappresenta il riconoscimento di un bisogno umano fondamentale: essere ascoltati, essere compresi, appartenere di nuovo al mondo sociale.
La corsa al cervello: chi sono gli altri competitor
Paradromics non è sola in questa sfida. La competizione nel campo delle BCI cliniche si sta intensificando, e ogni azienda ha scelto una strategia leggermente diversa. Neuralink, la società di Elon Musk, ha ottenuto ampia copertura mediatica per aver impiantato un dispositivo in due pazienti. Il sistema di Neuralink utilizza 64 filamenti flessibili di polimero, ciascuno con 16 siti di registrazione, permettendo di captare segnali da migliaia di neuroni simultaneamente con enorme larghezza di banda. Gli utenti hanno mostrato capacità impressionanti di controllo di cursori su computer e robot, con velocità di trasferimento dati da cervello a macchina senza precedenti.
Synchron, una startup newyorkese sostenuta da Jeff Bezos e Bill Gates, ha scelto un approccio radicalmente diverso. Invece di penetrare la corteccia cerebrale, il dispositivo "Stentrode" è un vaso sanguigno artificiale impiantato chirurgicamente – simile a uno stent medico – all'interno di un'arteria del cervello. Cattura l'attività media di interi gruppi di neuroni, non il segnale di singole cellule. Il vantaggio? È meno invasivo. Lo svantaggio? Minore risoluzione. Synchron ha già completato il primo trial con sei pazienti, dimostrando sicurezza e efficacia nel permettere ai pazienti di controllare cursor e software con il pensiero.
Ci sono anche Precision Neuroscience e diversi altri player internazionali, ciascuno con la propria visione tecnologica e commerciale. La diversità di approcci è sana per l'ecosistema: migliora rapidamente il campo intero attraverso la competizione.
Cosa significa realmente? Oltre l'hype
Non è difficile comprendere perché le interfacce cervello-computer generino così tanto entusiasmo – e, inevitabilmente, anche scetticismo e timore. La possibilità di "leggere il pensiero" tocca nervi profondi: controllo mentale, privacy, potenziamento umano, diseguaglianza di accesso. È giusto porre queste domande.
Ma la realtà del Connexus è molto più modesta della fantascienza. Non è un "chip Elon Musk" che vi farà diventare superumani. È uno strumento medico, e una volta impiantato rimarrà fisso in quella specifica area cerebrale, destinato a registrare segnali da quel preciso insieme di neuroni. Il vostro "io privato", la vostra identità cosciente, il flusso di coscienza ininterrotto: tutto questo rimane al sicuro. Quello che viene "letto" sono pattern di attività motoria, il linguaggio silenzioso del corpo che intende agire.
Certo, con la tecnologia arrivano sempre questioni di sicurezza digitale, di hackeraggio, di accesso ai dati cerebrali. Sono questioni reali che la comunità scientifica e i regolatori stanno iniziando a affrontare seriamente. Ma oggi, per una persona che non riesca più a parlare, queste considerazioni diventano secondarie rispetto alla prospettiva di una voce – anche artificiale, anche sintetizzata – che possa infine emergere dal silenzio.
Il futuro prossimo
Nei prossimi 18-24 mesi assisteremo a momenti storici. Due volontari coraggiosi sperimenteranno sulla propria pelle se questa tecnologia è pronta. Impareranno a "pensare le parole" in modo che il cervello e la macchina si capiscano a vicenda. Scopriranno le frustrazioni e le meraviglie di un nuovo modo di comunicare. I loro dati aiuteranno Paradromics, e l'intero campo, a raffinare ulteriormente il sistema.
Mariska Vansteensel, ricercatrice di interfacce cerebrali presso l'Università Medica di Utrecht, ha commentato con entusiasmo misurato: "Per far progredire il campo verso applicazioni cliniche reali, un sistema completamente impiantabile è l'unico modo possibile. Sono molto curioso di vedere i risultati."
È una curiosità condivisa da milioni di persone. Non solo dai pazienti e dalle loro famiglie, che vedono in queste tecnologie una speranza concreta, ma anche dagli scienziati, dai policy-maker e dalle società stesse che riconoscono il valore di dare voce a chi l'ha persa. Nel 2026, quando il bisturi del neurochirurgo taglierà per impiantare il primo Connexus in un paziente consenziente, avrà inizio ufficialmente una nuova era della medicina.
La storia è ancora in corso di scrittura. Ma per la prima volta, non è scritta solo dai ricercatori sui loro computer: sono i pazienti stessi, con il loro coraggio e la loro determinazione, che stanno scrivendo le pagine più importanti.
Bibliografia
Paradromics. "FDA Approves Paradromics' Brain-Computer Interface for Clinical Trial." Nature (novembre 2025).
Paradromics Official. "Connexus: The Future of Brain-Computer Interfaces." Product page, novembre 2025.
New Atlas. "Speech-restoring brain chip gets FDA approval for human trial." Novembre 2025.
Musk, E., & Neuralink Team. "First Neuralink Human Trial Results." Nature Neuroscience (2024-2025).
Clinical Trials Arena. "Synchron's BCI Meets Primary Endpoint in Feasibility Trial." Settembre 2024.
Pandarinath, C., et al. "Speech motor cortex enables BCI cursor control and click." Journal of Neural Engineering (maggio 2025).
Tech Funding News. "Paradromics Challenges Neuralink: First Human Brain Implant Sets New Standards." Giugno 2025.



