Marzo 2025


 

Un team di ricercatori di cui fa parte l’Università Statale di Milano ha tracciato l’evoluzione delle precipitazioni nel Mediterraneo a partire dalla fine del diciannovesimo secolo. I dati mostrano una sostanziale stabilità nel passato e confermano l'affidabilità delle recenti simulazioni modellistiche nel prevedere una diminuzione nel XXI secolo. Lo studio è stato pubblicato su Nature.

 L’evoluzione delle precipitazioni ha importanti implicazioni per le politiche sociali, economiche e ambientali nella regione del Mediterraneo. Ora uno studio, condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, coordinato da Sergio Vicente Serrano del Pyrenean Institute of Ecology e Yves Tramblay del French Institute of Research for Development e con un importante contributo dell’Università Statale di Milano, dell’Università del Salento e del CNR-ISAC (Consiglio Nazionale Delle Ricerche, Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima), ha rilevato che dal 1871 al 2020 le precipitazioni in quest’area sono rimaste sostanzialmente stabili anche se distribuite irregolarmente; tuttavia nel XXI secolo si prevede una diminuzione. La ricerca, pubblicata Nature, si basa su dati provenienti da 23.000 stazioni in 27 Paesi e colma una lacuna di conoscenza causata dalla mancanza di dati meteo completi, dovuta a politiche di alcuni Paesi del Mediterraneo non favorevoli a mettere in comune le serie osservative del passato. Questo problema è stato risolto sviluppando un metodo di lavoro innovativo che ha permesso elaborazioni svolte in modo distribuito, ma basate su un unico pacchetto di codici di analisi dati, senza che i singoli Paesi coinvolti dovessero condividere i dati originali.

Pubblicato in Ambiente


Dai pollini alle punture di insetto, il vademecum su prevenzione e cura. Nel 2024 quasi 500 accessi al pronto soccorso per le punture di imenotteri.
Con l’arrivo della primavera, aumentano i casi di allergie stagionali nei bambini, causate principalmente dai pollini e dalle punture di insetti. «Le allergie primaverili possono influire significativamente sulla qualità della vita dei bambini, causando sintomi respiratori e cutanei che, se non trattati, possono peggiorare», spiega il professor Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile di allergologia del Bambino Gesù. I pollini, invisibili a occhio nudo, si diffondono nell’aria durante il periodo di impollinazione e possono provocare rinite, congiuntivite e asma. Le punture di api, vespe e calabroni, invece, possono scatenare reazioni allergiche, talvolta gravi. Lo scorso anno sono stati quasi 500 gli accessi al pronto soccorso dell’Ospedale per punture di insetti. Ecco i consigli degli esperti del Bambino Gesù per affrontare queste allergie, dai test diagnostici alle cure disponibili, fino alle misure di prevenzione più efficaci per proteggere i più piccoli. 

Pubblicato in Medicina



Uno studio pubblicato su Jama Network Open, condotto dai ricercatori dell’Università Statale di Milano e del Policlinico di Milano, rileva una riduzione della durata della febbre nei bambini che hanno assunto probiotici durante un’infezione delle alte vie respiratorie.
Il rapporto fra microbioma e sistema immunitario è oggetto di crescente interesse per la comunità scientifica mondiale. Un team di ricercatori dell’Unità di Pediatria della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano ha condotto uno studio clinico randomizzato in cieco per valutare l’efficacia di una miscela di probiotici orali nella riduzione della durata della febbre nei bambini affetti da infezioni delle alte vie respiratorie (URTI), ipotizzando che questo intervento potesse modificare l’evoluzione naturale di queste condizioni. Lo studio è stato appena pubblicato su Jama Network Open.

Pubblicato in Medicina



Osservata a Firenze la formazione di file di gocce quantistiche in miscele di atomi ultrafreddi. Il fenomeno è dovuto alla tensione superficiale che, analogamente a quanto osservato nei liquidi classici, provoca la rottura di un filamento atomico in gocce per minimizzare la superficie di interfaccia. Lo studio, pubblicato su Physical Review Letters, costituisce un passo in avanti nella conoscenza dei liquidi quantistici e nello sviluppo di nuove tecnologie “atomiche”.

Un team di ricercatori e ricercatrici del Consiglio nazionale delle ricerche, dell’Università di Firenze e del Laboratorio europeo di spettroscopie non lineare (Lens) ha osservato nel laboratorio di Miscele Quantistiche dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr (Cnr-Ino) il fenomeno dell’instabilità capillare in un liquido non convenzionale: un gas quantistico ultra-diluito. Questo risultato ha importanti implicazioni per la comprensione e manipolazione di nuove forme di materia. Alla ricerca, pubblicata su Physical Review Letters, hanno collaborato anche ricercatori delle Università di Bologna, di Padova e dei Paesi Baschi (UPV/EHU). Nella fisica dei fluidi è noto che la tensione superficiale di un liquido, dovuta alle forze di coesione intermolecolari, tende a minimizzare la superficie di interfaccia. Questo meccanismo è alla base di fenomeni macroscopici come la formazione delle gocce di pioggia o delle bolle di sapone.

Pubblicato in Fisica

Da sinistra, Sebastiano Cantalupo e Weichen Wang



Una galassia a disco sorprendentemente grande nell’universo primordiale, ovvero in un periodo cosmico iniziale – circa due miliardi di anni dopo il Big Bang – e che presenta quindi dimensioni più tipiche dei dischi galattici giganti dell'Universo attuale. È la scoperta del gruppo di ricerca “Cosmic Web”, nato all’interno dell’Unità di Astrofisica del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, riportata in un articolo pubblicato  su “Nature Astronomy” (“A giant disk galaxy two bilion years after the Big Bang”, DOI: 10.1038/s41550-025-02500-2), a firma di Weichen Wang e Sebastiano Cantalupo, rispettivamente assegnista di ricerca (post-doc) e professore ordinario dell’ateneo, oltre agli altri membri del gruppo “Cosmic Web” e collaboratori internazionali. Una scoperta basata sui dati ottenuti dai ricercatori di Milano-Bicocca dal James Webb Space Telescope (JWST), l’osservatorio spaziale più grande e potente mai costruito finora, erede di Hubble, frutto di una partnership tra la Nasa, l’Esa e la Canadian Space Agency.

Pubblicato in Astrofisica


Una nuova ricerca della collaborazione internazionale Atacama Cosmology Telescope (ACT), a cui ha preso parte anche la Sapienza, ha prodotto le immagini più chiare mai ottenute dell’universo primordiale, rivelando la formazione delle antiche nubi di idrogeno ed elio che presto si sarebbero trasformate nelle prime stelle e galassie
La collaborazione dell’esperimento Atacama Cosmology Telescope (ACT), un progetto internazionale situato a 5200 m nel deserto di Atacama in Cile, che in Italia include i gruppi di Elia Battistelli presso l’Università Sapienza di Roma (di cui fanno parte anche Giovanni Isopi, Eleonora Barbavara, e Valentina Capalbo), e di Federico Nati presso l’Università di Milano-Bicocca, ha sottoposto il modello standard della cosmologia ad una nuova e rigorosa serie di test, dimostrandone la straordinaria solidità. Le nuove immagini dell’universo primordiale mostrano i dettagli della prima luce emersa dagli albori dell’Universo con una chiarezza senza precedenti, rivelando la formazione delle antiche nubi di idrogeno ed elio che presto si sarebbero trasformate nelle prime stelle e galassie.

Pubblicato in Tecnologia


Uno studio internazionale, pubblicato su Nature Communications, evidenzia la presenza nel Mar Tirreno di un mantello terrestre molto diverso da quello osservato in ambienti tettonici simili, aprendo nuovi scenari per comprendere la formazione degli oceani. La ricerca, frutto dell’ultima spedizione IOPD 402, è a firma, tra gli altri, dell’Università di Pavia e del Cnr-Ismar

Il nostro pianeta è suddiviso in tre strati principali: crosta, mantello e nucleo. Il mantello, situato sotto chilometri di sedimenti e rocce magmatiche, è normalmente inaccessibile e raggiungerlo è stato uno degli obiettivi principali delle trivellazioni scientifiche in mare. Negli anni ’80 si è scoperto che, in alcuni punti dell’Oceano Atlantico, il mantello affiora in corrispondenza delle dorsali oceaniche, catene montuose sommerse che originano la crosta oceanica e separano i continenti. Da allora, numerose spedizioni della sono state dedicate allo studio di questo strato. Tuttavia, solo cinque spedizioni sono riuscite a raccogliere più di 50 metri di rocce di mantello, prevalentemente lungo le dorsali oceaniche dell’Atlantico e del Pacifico.

Pubblicato in Scienza generale


Sono in viaggio verso l’Europa, a bordo della nave da ricerca Laura Bassi, le carote di ghiaccio estratte in Antartide nell’ambito del progetto Beyond EPICA - Oldest Ice, finanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr. I campioni di ghiaccio, estratti fino a una profondità di 2.800 metri, saranno processati e analizzati nei laboratori delle istituzioni di ricerca europee coinvolte e disveleranno dettagli fondamentali sulla storia del clima e dell’atmosfera terrestre, tornando indietro nel tempo di oltre 1,2 milioni di anni.


Raggiungeranno presto il continente europeo a bordo della nave da ricerca Laura Bassi le carote di ghiaccio estratte in Antartide, a Little Dome C, nel corso della IV campagna di perforazione del progetto internazionale Beyond EPICA - Oldest Ice, finanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp).
Protagonista di questa storica campagna di carotaggio è un team di scienziate, scienziati e personale logistico provenienti da dodici istituzioni di ricerca di dieci Paesi europei. Per tre mesi, ricercatrici, ricercatori e tecnici hanno lavorato a un’altitudine di 3.200 metri sul livello del mare, con una temperatura media estiva di -35°C, raggiungendo un traguardo storico per le scienze del clima: l’estrazione di campioni di carote di ghiaccio fino a una profondità di 2.800 metri, dove la calotta glaciale antartica incontra la roccia sottostante.

Pubblicato in Ambiente


Lo studio è basato sulla tesi di Chiara Coviello, laureata in Fisica all’Unipi


Uno studio basato sulla tesi di Chiara Coviello, laureata in Fisica all’Università di Pisa nel 2023 e adesso al King’s College di Londra per un dottorato di ricerca, è stato recentemente pubblicato dalla rivista AVS Quantum Science. Al centro dello studio – intitolato “Gravitational waves and Black Hole perturbations in acoustic analogues” – ci sono i buchi neri che, con il loro fascino oscuro, sono tra gli oggetti più affascinanti del cosmo e sono incredibilmente difficili da analizzare.

Pubblicato in Astrofisica


Un recente studio condotto da Sapienza in collaborazione con un team internazionale di ricercatori fornisce la prima ricostruzione genetica delle popolazioni neolitiche della Tunisia e dell’Algeria orientale. I risultati della ricerca pubblicati sulla rivista “Nature”.


La resilienza genetica e culturale nella transizione neolitica del Nord Africa: una traiettoria inedita

Un nuovo studio, condotto da un team internazionale coordinato dalla Sapienza, fornisce la prima ricostruzione genetica finora disponibile delle antiche popolazioni della regione del Maghreb orientale (l’attuale Tunisia e Algeria orientale), rivelando come i gruppi locali di cacciatori-raccoglitori abbiano mantenuto la propria identità genetica nonostante l’arrivo di gruppi neolitici dall’Europa e dall’Asia sud-occidentale e offrendo una prospettiva inedita sulla transizione neolitica nel Nord Africa.

Pubblicato in Archeologia
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