La pelle del rettile fossile più antico d'Italia è vera? Un nuovo studio racconta la scoperta inaspettata
Tridentinosaurus antiquus
Una pubblicazione sulla rivista Palaeontology getta luce su Tridentinosaurus antiquus, uno dei più celebri rettili fossili d’Italia, risalente a 280 milioni di anni fa: i risultati delle analisi condotte da un team di ricerca del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, del Dipartimento di Geoscienze e del Museo della Natura e dell’Uomo dell’Università di Padova e dell’University College Cork (Irlanda) dimostrano che la traccia carboniosa superficiale non è pelle ma uno strato di colorante applicato sul reperto quasi 100 anni fa.
Dagli scarti di melagrana una protezione per il cuore
Una ricerca condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dall’Università di Pisa ha rivelato che i residui della trasformazione dei frutti di melograno offrono un’importante protezione cardiovascolare dall’ipertensione. Lo studio, pubblicato su Nutrients, apre a potenziali applicazioni mediche favorendo anche un minor impatto degli scarti di melagrana sull’ambiente.
Un estratto di bucce e semi di melagrana completamente solubile in acqua, ottenuto mediante una tecnica innovativa, verde, efficiente e scalabile fino a capacità produttive industriali, si rivela efficace nel trattamento dell’ipertensione, sia acuta che cronica. Lo dimostra una ricerca in vivo condotta su un modello murino, pubblicata sulla rivista Nutrients e realizzata da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e dell’Università di Pisa.
Fumo, danni cumulativi per chi ha il diabete
Se fumare non fa bene a chi è ‘sano’, fa ancora peggio a chi ha una patologia cronica come il diabete. Recenti studi hanno quantificato in un + 37 -44% il rischio per un fumatore di sviluppare il diabete di tipo2. Fumatori che, proprio a causa della loro dipendenza, sono a maggior rischio di complicazioni, oltre ad avere di fronte una aspettativa di vita più breve, calcolata tra 8 e dieci anni in meno.
“E’ assolutamente prioritario intercettare i fumatori e aiutarli a smettere per limitare il rischio che sviluppino una sindrome metabolica, resistenza all’insulina e diabete conclamato” sostiene il Professor Angelo Avogaro, Presidente SID “Sforzo ancora più impellente per le persone con diabete che continuano a fumare e che, a causa della dipendenza da sigarette, rischiano di veder peggiorare la propria condizione con un aumento delle complicanze. Il fumo aumenta del 58% la mortalità evitabile per tutte le cause nelle persone con diabete di tipo 1 (64%) e tipo 2 (39%).