Maggio 2025


Uno studio condotto in sei città italiane da parte dell’Università di Torino e appena pubblicato su Scientific Reports rivela come le specie di uccelli rispondano all’urbanizzazione in maniera differente in base alle stagioni.


L’espansione delle città è una delle principali cause del declino globale della biodiversità, ma le comunità di uccelli possono rispondere in modo sorprendentemente diverso a questa minaccia nei vari periodi dell’anno. È quanto emerge dalla ricerca "Different traits shape winners and losers in urban bird assemblages across seasons", pubblicata oggi sulla prestigiosa rivista Scientific Reports e frutto di una collaborazione tra ricercatori di diverse università italiane e straniere, sotto la guida del National Biodiversity Future Center (NBFC).

Pubblicato in Ambiente
Giovedì, 15 Maggio 2025 08:51

Oasi WWF, sentinelle contro gli incendi


Le aree protette, a partire dalle Oasi WWF, sono custodi di un immenso patrimonio di biodiversità, ma rappresentano anche immensi serbatoi di carbonio, che viene stoccato in particolare nella biomassa legnosa, ma anche in quella erbacea e nei suoli.

Per questo, nell’ambito della Primavera delle Oasi, che dal 21 aprile e fino al 5 giugno – Giornata Mondiale dell’Ambiente – offrirà centinaia di esperienze da godere grazie ad un’immersione totale nelle sue 100 aree protette, il WWF Italia tiene a ricordare come il Patrimonio delle foreste rischi di andare letteralmente in fumo nel caso in cui sia oggetto di incendi boschivi, in Italia tristemente quasi sempre di origine antropica, e resi sempre più facili dal cambiamento climatico, a causa di temperature medie più elevate e di periodi più prolungati di siccità.

Pubblicato in Ambiente



Circa 700 milioni di persone nel mondo si trovano ancora a fronteggiare la scarsità di cibo. Per contrastare la crescente minaccia dovuta all'aumento demografico, alla riduzione dei terreni coltivabili e al deterioramento ambientale, emerge l'impellente necessità di sviluppare sistemi intelligenti di monitoraggio delle piante, al fine di assicurare una crescita sana delle colture. In un articolo di revisione pubblicato sulla rivista KeAi Wearable Electronics, un gruppo di ricercatori cinesi riassume i recenti progressi nei dispositivi sensori indossabili per sistemi di monitoraggio agricolo intelligenti.

Pubblicato in Tecnologia



A study published in the Journal of Medicinal Chemistry presents a new family of candidate compounds for the treatment of Alzheimer’s disease and pain, which have shown promising effects in animal models. Researchers of the University of Barcelona led a multidisciplinary team that designed, synthetized and pharmacologically validated these molecules that modulate a therapeutic target which has been little studied, the imidazoline I2 receptors, which are altered in many diseases without efficient pharmacological treatments. According to the researchers, the new compound has the “necessary characteristics to progress in pre-clinical phases and to be positioned as a potential anti-Alzheimer’s drug or analgesic with a novel mechanism of action”.

Pubblicato in Scienceonline

 

 

Un'affascinante interazione tra i batteri cutanei e le radiazioni UV, riportata sul Journal of Investigative Dermatology, apre nuove prospettive per una protezione solare che tenga conto del microbioma.

Il microbioma della pelle svolge un ruolo cruciale nella salute e nelle malattie. Ora, dei ricercatori hanno dimostrato che specifici batteri cutanei possono proteggerci dalle radiazioni ultraviolette (UV) del sole, precisamente metabolizzando l'acido cis-urocanico attraverso un enzima chiamato urocanasi. Questo meccanismo permette alla pelle di modulare finemente la sua risposta alle radiazioni UV. I risultati dello studio, pubblicato sull'Journal of Investigative Dermatology da Elsevier, forniscono un notevole caso che illustra la capacità del microbioma cutaneo di rimodellare le funzioni immunitarie dell'ospite.

Pubblicato in Medicina

 

Schöningen, in Bassa Sassonia (Germania), è un sito archeologico di fama mondiale: qui è stato scoperto il più impressionante insieme di armi da caccia del Paleolitico. Proprio per sottolineare l'importanza di questo luogo nella comprensione dell'evoluzione delle tecniche di caccia umane, nel 2013 è stato inaugurato il museo di ricerca "paläon".

Ora, un team di archeologi del Leibniz-Zentrum für Archäologie (LEIZA) e dell'Università Johannes Gutenberg di Mainz (JGU), in collaborazione con esperti di geoscienze e scienze ambientali, ha pubblicato i risultati di una nuova datazione dei reperti del cosiddetto "Orizzonte delle Lance". Anche scienziati dell'Istituto di Geografia della JGU hanno partecipato agli scavi. Dopo una precedente correzione che aveva portato l'età delle celebri lance da 400.000 a 300.000 anni, i nuovi dati indicano che l'età dell'Orizzonte delle Lance deve essere ulteriormente rivista, spostandola indietro di circa 100.000 anni, fino a 200.000 anni fa. I risultati di questa ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Science Advances.

Pubblicato in Paleontologia

La chemioterapia rappresenta uno dei trattamenti più diffusi per il cancro al seno. Nonostante la sua comprovata efficacia, comporta anche degli svantaggi, tra cui un aumentato rischio di effetti indesiderati, in quanto non agisce selettivamente sulle cellule tumorali ma può colpire anche quelle sane. Effetti collaterali correlati alla chemioterapia, come affaticamento, debolezza e predisposizione alle infezioni, possono compromettere l'aderenza al trattamento, minare l'efficacia della terapia e peggiorare la qualità di vita delle pazienti.

Tra gli integratori alternativi emergenti studiati per i loro potenziali benefici nel trattamento del cancro, spiccano i probiotici. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista ad accesso aperto Pharmacia, ha indagato gli effetti di probiotici multi-ceppo sugli effetti collaterali indotti dalla chemioterapia, utilizzando il punteggio di performance di Karnofsky, l'emocromo completo e la biochimica del sangue.

Pubblicato in Medicina



Uno studio pubblicato sul Journal of Molecular Diagnostics individua marcatori predittivi del fallimento del trattamento nel carcinoma prostatico metastatico.

Una nuova ricerca ha identificato specifici biomarcatori nel sangue capaci di prevedere l'inefficacia del trattamento per il cancro alla prostata, sia in pazienti ormono-sensibili che in quelli resistenti alla castrazione. Lo studio, pubblicato sulla rivista The Journal of Molecular Diagnostics di Elsevier, indica piastrine, proteina C-reattiva e cromogranina A come indicatori significativi di fallimento della terapia combinata di deprivazione androgenica e inibitori del recettore degli androgeni in pazienti con cancro prostatico ormono-sensibile, suggerendo la necessità di trattamenti alternativi.

Pubblicato in Medicina



Il ruolo del metano come motore del cambiamento climatico è sempre più evidente, specialmente in settori come la gestione dei rifiuti e l'energia fossile. Mentre il metano ad alta concentrazione può essere bruciato per il recupero energetico, le emissioni a basso livello da sfiati industriali o fonti agricole spesso sfuggono al trattamento a causa degli alti costi o di tecnologie inefficienti. I metodi convenzionali basati sulla combustione possono anche produrre emissioni secondarie di anidride carbonica (CO₂). In questo contesto, la biofiltrazione – una tecnica che sfrutta la potenza metabolica dei microbi per ossidare il metano – ha guadagnato attenzione come alternativa sostenibile. Tuttavia, il successo di questi sistemi dipende da molte variabili, dalla composizione del gas alla resilienza dell'ecosistema microbico. Proprio per queste sfide, affinare le strategie di biofiltrazione rimane un'area di ricerca cruciale.

Un team di ricercatori della Guangdong University of Petrochemical Technology, della Hunan University e della Gdansk University of Technology ha pubblicato i propri risultati (DOI: 10.1007/s11783-025-1987-6) il 17 marzo 2025 su Frontiers of Environmental Science & Engineering. La loro revisione fornisce una sintesi approfondita delle tecnologie attuali e offre spunti pratici per ottimizzare i sistemi di biofiltrazione per la riduzione del metano industriale.

Pubblicato in Scienza generale


Uno studio, frutto della collaborazione tra la Sapienza, l’Università di St Andrews e l’Università di Vienna, ha dimostrato che gli scimpanzé selvatici tamburellano a ritmo producendo suoni diversi in base alla regione geografica dove vivono. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Current Biology”
Gli alberi della foresta pluviale sono sostenuti da enormi radici che formano grandi contrafforti piatti. Su queste superfici gli scimpanzé tamburellano con mani e piedi per trasmettere segnali comunicativi che possono raggiungere anche un chilometro di distanza attraverso le foreste. Il tamburellare degli scimpanzé condivide alcune proprietà ritmiche con la musica umana e, proprio come esistono vari generi musicali, ci sono diversi stili di tambureggiamento negli scimpanzé.

Pubblicato in Scienza generale
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