Nell’esperimento, inizialmente i ricercatori hanno addestrato i macachi a identificare il cerchietto centrale in una serie di tre cerchietti attraverso un video game connesso a un dispositivo che distribuiva un premio a ogni risposta corretta. Hanno poi aumentato la difficoltà osservando il comportamento degli animali di fronte a serie composte da numeri nuovi e più grandi: 5, 7 o 9 cerchietti. Qualunque fosse il numero di cerchietti i macachi, stimolati dalla ricompensa, sceglievano sempre quelli centrali. Tuttavia, la loro scelta poteva essere basata su una strategia spaziale: i macachi avrebbero infatti potuto stimare la distanza media da ciascuna delle estremità, individuando un ipotetico centro. Per capire quali strategie mettevano in atto, si è scelto di utilizzare delle sequenze asimmetriche nelle quali i cerchietti erano più ravvicinati e densi su un lato della serie, in modo tale che due dischetti distinti rappresentassero rispettivamente uno il centro spaziale e l’altro il centro numerico.
Quest’ultimo è stato di gran lunga il più selezionato dai macachi, rivelando così che questi animali si avvalgono sicuramente dell’indizio numerico e non di quello spaziale. Rosa Rugani 2 «La dimostrazione che i macachi identifichino il centro numerico ci costringe a riconsiderare e ampliare la comprensione del senso del numero da parte degli animali – afferma Rosa Rugani, prima autrice della ricerca –. Studi condotti su bambini molto piccoli e su altri animali dimostrano il possesso di straordinarie capacità, da parte di esseri privi di linguaggio verbale, nell’eseguire sofisticate operazioni su grandezze anche di natura diversa come lo spazio, il tempo e la numerosità.
Questo studio costituisce un’ulteriore conferma che il possesso di un sistema simbolico – come il linguaggio verbale umano – non è necessario per la rappresentazione delle numerosità e la loro manipolazione, come si è a lungo sostenuto». I ricercatori studieranno lo stesso fenomeno in altre specie animali per individuare le aree cerebrali implicate nella bisezione numerica: i modelli animali della rappresentazione delle numerosità potrebbero essere importanti per comprendere le basi biologiche delle difficoltà di apprendimento dei numeri nei bambini. La ricerca è stata condotta nell’ambito di un progetto Marie Curie Global in collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova e l’Università della Pennsylvania.