Venerdì, 20 Giugno 2025

 


Strategie di conservazione e gestione efficaci richiedono una conoscenza tassonomica aggiornata e dettagliata della biodiversità di un paesaggio, anche in aree non formalmente protette. Nel Distretto del Salto-Cicolano (Appennino Centrale), una regione che sta vivendo un significativo declino demografico, la nostra ricerca sul campo, che ha coinvolto un gran numero di esperti taxa specifici, ha identificato un notevole hotspot di biodiversità all'interno di un piccolo sito montano. In un periodo di 4 anni (2021-2024), abbiamo registrato 504 specie appartenenti a diversi gruppi tassonomici, tra cui piante vascolari, invertebrati e vertebrati. In particolare, abbiamo registrato specie rare e in pericolo di estinzione come Salamandrina perspicillata, Triturus carnifex, Rhinolophus hipposideros e Myotis bechsteinii. I nostri risultati suggeriscono che l'eccezionale ricchezza di specie di questo sito deriva dall'interazione tra caratteristiche naturali (strette gole rocciose e acque di torrente) e strutture artificiali di piccola scala (abbeveratoi, un collettore di sorgente e una grotta semi-artificiale), che forniscono microhabitat critici.

Pubblicato in Scienza generale

 

Abstract


Effective conservation and management strategies require up-to-date, detailed taxonomic-based knowledge of a landscape’s biodiversity, even in areas not formally protected. In the Salto-Cicolano District (Central Apennines), a region experiencing significant demographic decline, our field research involving a large number of taxa-specific experts identified a remarkable biodiversity hotspot within a small mountain site. Over a 4-year period (2021–2024), we recorded 504 species across multiple taxonomic groups, including vascular plants, invertebrates, and vertebrates. Notably, we recorded rare and endangered species such as Salamandrina perspicillata, Triturus carnifex, Rhinolophus hipposideros, and Myotis bechsteinii.

Pubblicato in Scienceonline

 

Le cellule staminali mesenchimali (MSC), ricavabili da tessuto adiposo e midollo osseo, possiedono notevoli proprietà immunomodulanti e antinfiammatorie, rendendole preziose sia in medicina umana che veterinaria. Tuttavia, la loro applicazione è spesso limitata dalla capacità proliferativa ridotta e dalla variabilità qualitativa legata all'età del donatore e al sito di prelievo. Per superare queste sfide, un metodo per produrre MSC utilizzando cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) sta guadagnando crescente interesse come via per garantire un approvvigionamento stabile di MSC omogenee. Le iPSC, infatti, vantano una capacità di proliferazione illimitata e la versatilità di differenziarsi in svariati tipi cellulari. Nonostante questo enorme potenziale, gli studi focalizzati sull'applicazione in medicina canina rimangono ancora limitati.


In un significativo passo avanti per migliorare la medicina veterinaria, un team di ricerca guidato dal Professor Shingo Hatoya e dal Dott. Masaya Tsukamoto presso la Graduate School of Veterinary Science dell'Università Metropolitana di Osaka ha generato con successo iPSC da quattro diversi tipi di cellule somatiche canine. Utilizzando queste cellule, è stato possibile indagare e definire il metodo ottimale per la produzione di MSC canine.

Pubblicato in Medicina


Pubblicato su «npj Climate and Atmospheric Science» la ricerca di un team di scienziati dell’Università di Padova e dell’Università di Losanna che ha analizzato i dati di quasi 300 stazioni meteorologiche sulle Alpi. La pubblicazione rivela come un aumento di 2°C della temperatura della regione potrebbe far raddoppiare la frequenza di eventi estremi estivi
Le precipitazioni estreme di breve durata, ovvero quelle molto intense che sviluppano enormi quantità di pioggia nell’arco di pochi minuti o poche ore, possono causare gravi danni alle proprietà e mettere a rischio vite umane. Nel settembre 2022 un evento meteorologico estremo ha colpito la regione Marche: più di 100 mm di pioggia in un’ora hanno generato inondazioni e dissesti che hanno provocato la morte di 13 persone e danni per 2 miliardi di euro.

Pubblicato in Ambiente

 

Uno studio pilota firmato Cnr, Università degli studi di Milano e Policlinico, pubblicato su Brain Stimulation, ha evidenziato come la stimolazione elettrica spinale non invasiva possa modulare i biomarcatori dello stress ossidativo e dell’infiammazione in pazienti affetti da sclerosi multipla, aprendo a nuove prospettive terapeutiche ad affiancamento dei trattamenti standard

Uno studio pilota appena pubblicato sulla rivista internazionale Brain Stimulation ha evidenziato come la stimolazione elettrica spinale non invasiva (tsDCS) possa modulare i biomarcatori dello stress ossidativo e dell’infiammazione in pazienti affetti da sclerosi multipla (SM), aprendo a nuove prospettive terapeutiche ad affiancamento dei trattamenti standard.

Il progetto pilota, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), è frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi di Milano, la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, e l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, e ha coinvolto un gruppo multidisciplinare di ricercatori clinici e bioingegneri.

Pubblicato in Medicina


La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) resta una delle malattie neurodegenerative più temute e difficili da trattare, con una sopravvivenza media di circa quattro anni dalla diagnosi e nessuna cura definitiva all’orizzonte. In questo scenario, un gruppo di ricercatori dell’Università di Uppsala ha compiuto un passo rivoluzionario: grazie alla stampa 3D, sono riusciti a creare modelli di tessuto nervoso umano coltivabili a partire dalle cellule dei pazienti stessi. Questa innovazione apre nuove prospettive per la medicina di precisione, la ricerca farmacologica e la comprensione dei meccanismi alla base della SLA, integrando stampa 3D, organoidi nervosi, medicina rigenerativa, SLA, cellule staminali umane, neurodegenerazione, terapia personalizzata, bioink, bioprinting, modelli in vitro.

Dalla pelle al midollo spinale: come nasce un organoide nervoso

I ricercatori hanno utilizzato cellule staminali umane ottenute dalla pelle dei pazienti, riprogrammate per diventare progenitori dei motoneuroni, le cellule che controllano i muscoli e che nella SLA vengono progressivamente distrutte. Queste cellule sono state mescolate con un gel di gelatina e stampate strato su strato mediante una stampante 3D, ricreando così la struttura tridimensionale del tessuto nervoso.

Un elemento chiave dell’innovazione è stato l’uso di un bioink più morbido, che mantiene la forma ma permette la crescita delle fibre nervose (neuriti) anche all’interno dello scaffold, e non solo in superficie come nei precedenti tentativi. Inoltre, l’aggiunta di particelle di silice mesoporosa caricate con fattori di crescita ha favorito la maturazione cellulare e la formazione di reti neurali più complesse.

“La nostra metodologia consente di costruire organoidi di motoneuroni direttamente dalle cellule cutanee del paziente, da cui possiamo ottenere modelli di midollo spinale utilizzabili per testare nuovi trattamenti,” spiega Elena Kozlova, autrice principale dello studio.

Pubblicato in Medicina

 

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