Mercoledì, 17 Ottobre 2018

 


In Italia il 90 % dei casi di intossicazione da funghi si verifica nel trimestre settembre -novembre nei mesi in cui la raccolta di questi prodotti del bosco è più frequente. Tale raccolta deve rispettare soprattutto le regole degli ispettorati micologici, in casi infrequenti, tale intossicazione acuta può determinare anche la morte. Proprio in relazione alle intossicazioni acute, tra cui rientrano quelle da ingestione di funghi, la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha realizzato un percorso clinico assistenziale ad hoc - presentato questa mattina - nella Hall del Policlinico Gemelli.

Per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sui rischi di avvelenamento, gli esperti Alessandro Barelli e Maurizio Soave del Centro Antiveleni della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, hanno elaborato un vademecum sulle intossicazioni da funghi con le indicazioni per evitare i rischi derivati dal consumo, facendo chiarezza sulla pericolosità di alcuni con l’intenzione di fugare paure ingiustificate e mettere in guardia dall’intossicazione.

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 Una nuova malattia genetica del neurosviluppo e' stata scoperta dai clinici e dai ricercatori dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu', in collaborazione con l'Universita' di Roma Tor Vergata e l'Universita' di Amburgo. Si tratta di una patologia ultra-rara, finora orfana di diagnosi, cui sono noti solo 3 casi al mondo, 2 dei quali seguiti dall'ospedale della Santa Sede. La scoperta e' stata pubblicata sulla rivista scientifica American Journal of Human Genetics.

Alla malattia e' stato dato il nome FHEIG, che rappresenta l'acronimo delle sue purtroppo gravi manifestazioni evidenti: Facial dismorfism, Hypertrichosis, Epilepsy, Intellectual disability/developmental delay and Gingival overgrowth (dismorfismo facciale, ipertricosi, epilessia, deficit intellettivo/ritardo dello sviluppo e ipertofia gengivale).

All'origine della sindrome di FHEIG - hanno scoperto i ricercatori - ci sono alcune mutazioni del gene KCNK4, che e' stato possibile individuare grazie alle moderne tecnologie di sequenziamento del Dna utilizzate nei laboratori di genomica del Bambino Gesu' della sede di San Paolo Fuori le Mura. Il gene KCNK4 porta le informazioni per la sintesi di una specifica proteina chiamata TRAAK, un canale del potassio. Il canale permette il flusso del potassio attraverso la membrana cellulare. Un'attivita' fondamentale per diverse funzioni della cellula, tra cui la trasmissione dei segnali elettrici cellulari decisivi per lo sviluppo e la funzione delle cellule nervose. "Gli approcci tradizionali sono inefficaci per caratterizzare le basi molecolari della maggioranza delle malattie genetiche- spiega il dottor Marco Tartaglia, responsabile dell'area di ricerca genetica e malattie rare del Bambino Gesu'- Questo perche' si tratta di malattie rarissime, spesso di casi sporadici, non di grandi famiglie che possono quindi essere sufficientemente ricche di informazioni per individuare la mutazione attraverso approcci tradizionali".

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Mercoledì, 17 Ottobre 2018 09:30

Un metodo automatico per contare i pesci del mare

 

Computer vision ed intelligenza artificiale consentono a un team di ricercatori italiani e spagnoli, coordinato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche, di monitorare in modo automatico le variazioni di abbondanza delle specie marine: lo studio è pubblicato su Scientific Report

In un recente articolo, pubblicato sulla rivista Scientific Report, un team internazionale di ricercatori coordinato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Imar) di La Spezia, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Università Politecnica della Catalogna ed il Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo (Csic), dimostra come la computer vision e l’intelligenza artificiale siano in grado di cambiare il modo in cui valutiamo l’abbondanza delle specie ittiche e le sue variazioni temporali.

Un esempio di correlazione tra dati di abbondanza ottenuti tramite conteggio manuale (linea rossa) e dati di abbondanza ottenuti tramite riconoscimento automatico (linea blu).


“La tecnica messa a punto si basa su una metodologia di apprendimento automatico supervisionato, ovvero un insieme di processi matematici che permettono ai computer di imparare a riconoscere e contare in modo automatico individui fotografati nel loro ambiente naturale o in prossimità di strutture artificiali di osservazione”, spiega Simone Marini di Cnr-Ismar, coordinatore del team internazionale. “L’applicazione di questi algoritmi su migliaia di immagini dimostra come il metodo possa essere utilizzato per tracciare in maniera affidabile le variazioni temporali di abbondanza di pesci in diverse condizioni operative. Abbiamo validato la metodologia su 22.000 immagini, contenenti circa 176.000 pesci, acquisite ogni 30 minuti, giorno e notte, per un periodo di due anni dall’osservatorio marino Obsea (http://www.obsea.es/) posizionato al largo di Barcellona e gestito dall’Università Politecnica di Catalogna e dal Csic spagnolo”.
L’efficacia dell’algoritmo nel riconoscimento degli individui è stata validata dell’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con Ispra tramite metodologie statistiche capaci di correlare le variazioni di abbondanza stagionali con differenti variabili biotiche ed ambientali.

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