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The recipients of the 2019 United Nations Global Climate Action Awards were announced today, helping to shine a light on some of the most practical examples of what people across the globe are doing to combat climate change. The award-winning projects range from an in-app mini program that’s helped plant 122 million trees, to a “climate positive” burger that’s taking the fast food industry by storm. The announcement of the award winners comes shortly after the UN Climate Summit in New York, convened by UN Secretary-General António Guterres, and in parallel with Climate Week NYC.

“The recipients of the UN Global Climate Action Awards are leaders from communities, governments, businesses and organisations, and they are from all corners of the globe and all levels of society,” said Niclas Svenningsen, Manager of the UN Climate Change Global Climate Action Programme. “It is crucial we celebrate all actors who are leading the way. Their award-winning initiatives send a strong political signal to all nations – and through their leadership and creativity, we see essential change.”

Today’s announcement is part of the wider effort to mobilize action and ambition as national governments work toward implementing the Paris Climate Change Agreement and the Sustainable Development Goals. “Announced against the backdrop of nations signalling their renewed determination to meet the goals of the Paris Agreement, these awards shine a light on 15 incredible examples of scalable climate action around the world,” added Mr. Svenningsen. “These inspiring examples of climate action serve as beacons, guiding us towards a more resilient, more sustainable and more prosperous future for all.”

Pubblicato in Scienceonline


Un team della Sapienza guidato da Lorenzo Nigro del Dipartimento di Scienze dell'antichità ha scoperto a Mozia i resti di una stele fenicia con un’iscrizione dedicata al “servo di Melqart”, titolo del re della città
Un team della Sapienza, guidato da Lorenzo Nigro del Dipartimento di Scienze dell'antichità, ha rinvenuto, all’interno di una torre difensiva a Mozia, una stele con un’iscrizione in fenicio che recita “tomba del ‘servo di Melqart’ figlio di…”, titolo normalmente riferito al re dell’isola.

Durante l’ultimo giorno di scavi, la Missione archeologica della Sapienza ha scoperto i resti di un’importante sepoltura, celati all’interno di una camera cieca di una torre difensiva del primo circuito murario della città, databile alla metà del VI secolo a.C. Assieme ad alcuni vasi frammentari, sono stati rinvenuti resti umani di un adulto e di un bambino e un cippo funerario in calcarenite. Della stele è conservata la parte superiore, alta circa 45 cm, e sulla sommità sono ancora presenti tracce di pittura rosso vivo. Su un lato il cippo reca un’iscrizione monumentale in fenicio conservata su quattro linee che indica: “tomba del ‘servo di Melqart’ figlio di…”. Melqart è il dio protettore del re di Mozia che, ricorrendo a questo appellativo, sottolineava il diritto divino della propria regalità. Lo stato di conservazione dell’iscrizione, sebbene incompleta, la pone tra le migliori iscrizioni monumentali mai rinvenute sull’isola e fornisce un’importante indicazione sia sulla localizzazione della necropoli sia sulla cronologia di quanto portato alla luce.

La missione archeologica a Mozia coordinata da Lorenzo Nigro fa parte dei Grandi scavi di Ateneo ed è condotta in convenzione con il Dipartimento Beni culturali della regione siciliana – Soprintendenza BBCCAA di Trapani e in collaborazione con la Fondazione G. Whitaker.

 

Pubblicato in Paleontologia

 


Nel nuovo numero del magazine ‘A Scuola di Salute’ i consigli degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e di Fondazione ANIA.
E’ dedicata ai sani stili di vita la nuova edizione di ‘A Scuola di Salute’, il magazine digitale realizzato dall’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente in collaborazione con Fondazione ANIA. Dopo il numero sulla sicurezza in auto, le due Istituzioni ancora insieme per contribuire alla prevenzione e alla tutela della salute di bambini e ragazzi con informazioni chiare e verificate per tutti i genitori. In questo magazine, i consigli degli esperti su corretta alimentazione, movimento all’aria aperta, tempo da destinare al sonno, alla lettura e approfondimenti sul fumo in adolescenza e sull’uso di videogiochi.


CINQUE PASTI AL DI’, VARI E BILANCIATI
A colazione, pranzo, cena e merende, nel piatto dei più piccoli devono esserci tutti i nutrienti: carboidrati, fibre, proteine, grassi, vitamine e sali minerali, da combinare in percentuale variabile a seconda dei momenti della giornata. Scegliendo alimenti diversi, freschi e di stagione. Da evitare cibi troppo calorici, troppo salati, gli eccessi di proteine e di grassi di origine animale. Insomma, poche merendine e più frutta. Per dissetarsi
solo acqua o succhi fatti in casa senza aggiunta di zuccheri o dolcificanti. Il momento del pasto è un’importante occasione educativa e sociale. L’offerta di cibo - sottolineano gli
specialisti - va accompagnata dalle ‘cure’ adeguate (non lasciare il bambino da solo), allontanando il sentimento di ansia di non nutrire abbastanza il proprio figlio. Durante la crescita alcuni periodi di
inappetenza sono fisiologici. Attenzione però al rifiuto persistente di cibi e bevande, ai cali di peso e alla presenza di sintomi associati come diarrea, vomito e stanchezza. In questo caso l’indicazione è di ricorrere all’aiuto di un esperto.

Pubblicato in Medicina


Un recente studio condotto dal Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza e frutto di una stretta collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia (IIT) ha identificato un nuovo meccanismo molecolare in grado di incidere su sviluppo, progressione e chemioresistenza del tumore del colon-retto. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Research
La via di segnalazione di Notch è un importante regolatore dei processi di sviluppo, proliferazione e differenziamento in diversi tessuti dell’organismo. Pertanto un suo alterato funzionamento può determinare l’insorgenza di una pletora di tumori, compreso il cancro del colon retto (CRC), tumore ad alta incidenza di mortalità nella popolazione mondiale. Recentemente, la comunità scientifica ha identificato l’esistenza di una nuova via di segnalazione mediata dal ligando Jagged1, una molecola la cui azione induce funzioni biologiche in modo indipendente dal recettore Notch, in diversi contesti tumorali. Comprendere i meccanismi molecolari che regolano questa via di segnalazione e studiarne il coinvolgimento nello sviluppo dei tumori rappresenta un punto nevralgico nello sviluppo di nuovi approcci terapeutici.

Pubblicato in Medicina

 

Uno studio condotto da un team internazionale, coordinato da un ricercatore del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza, ha dimostrato che le aree di natura selvaggia, dove l’impatto umano è minimo o assente, giocano un ruolo fondamentale per la conservazione della biodiversità. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature
Le aree di natura selvaggia o “wilderness” - dove l’impatto umano è stato assente o minimo - sono in forte declino. L’ultimo report mostra che dal 1990 sono stati persi globalmente oltre 3 milioni di km quadrati di wilderness (paragonabile a un’area delle dimensione dell’India); oggi queste aree coprono meno del 20% delle terre emerse. Eppure fino ad oggi non era chiaro quale fosse l’impatto di tale perdita sulla biodiversità.

Un nuovo studio, coordinato da Moreno Di Marco del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza, ha evidenziato l’importanza di questi territori per la conservazione della biodiversità.

In particolare, lo studio ha dimostrato che le aree di wilderness sono di interesse critico per prevenire il rischio di estinzione di molte specie. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.

L’analisi ha utilizzato una piattaforma innovativa per modellizzare la distribuzione della biodiversità, sviluppata dall’ente nazionale di ricerca Australiano CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation). Questo strumento è in grado di fornire stime ad alta risoluzione della probabilità di perdita di specie su scala globale. I ricercatori hanno integrato tali informazioni con la recente mappa di distribuzione delle aree di wilderness, sviluppata dall’organizzazione americana Wildlife Conservation Society (in collaborazione con l’Università del Queensland in Australia).

Pubblicato in Ambiente
Mercoledì, 18 Settembre 2019 13:12

La bellezza è soggettiva. Lo dicono gli algoritmi


Un team di ricercatori del Dipartimento di Fisica della Sapienza ha proposto un innovativo metodo d’analisi che utilizza gli algoritmi per indagare le proprietà del volto dalle quali dipende la percezione della bellezza del volto. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Scientific Reports, hanno evidenziato la soggettività alla base del criterio estetico
Sappiamo riconoscere in modo immediato se un volto ci piace o meno, ma quali sono le proprietà del volto dalle quali dipende la percezione della sua bellezza? L'origine e il significato della bellezza del viso hanno affascinato gli studiosi per secoli, dagli antichi canoni greci, fino al più recente machine learning.

Tuttavia, nonostante l’esistenza di una letteratura ricca e multidisciplinare, molte domande fondamentali in questo ambito, sia sulla natura stessa della bellezza facciale e dei suoi determinanti, sia sull’origine delle differenze interpersonali tra i criteri estetici restano ancora senza risposta. Non sembra esistere infatti una regola semplice, in termini di poche caratteristiche di un volto, che possa determinarne con alta probabilità la bellezza percepita.

Pubblicato in Medicina


Il tocco prolungato, simile a una carezza, determina una riduzione dello stress nei neonati prematuri. Lo afferma lo studio “Dynamic touch reduces physiological arousal in preterm infants: A role for c-tactile afferents?” realizzato da un team internazionale (Ospedale Buzzi di Milano, Università di Milano-Bicocca, Fondazione COME Collaboration di Pescara, Istituto Osteopatia Milano e l’Università John Moores di Liverpool) e recentemente pubblicato sulla rivista Developmental Cognitive Neuroscience (https://doi.org/10.1016/j.dcn.2019.100703).

I risultati indicano che la carezza produce un miglioramento in diversi parametri fisiologici, quali il livello di ossigenazione sanguigna e il battito cardiaco nei neonati pretermine tra le 28 e le 37 settimane di gestazione.

Sebbene l’interazione tattile pare abbia un ruolo centrale in molte strategie di cura perinatale, come la “Kangaroo Mother Care” (dove il neonato viene messo a contatto pelle a pelle con il genitore) o il massaggio, le basi neurobiologiche di questi approcci vengono raramente prese in considerazione. Lo studio ha preso in esame gli afferenti C-tattili (CT), una classe di fibre nervose non mielinizzate attivate da un tocco continuo a bassa intensità, del tutto simile ad una carezza. Tali fibre sembrano avere un importante ruolo nel modulare diversi aspetti dell’interazione sociale nell’uomo e in molte specie animali. Il tocco, mirato all'attivazione delle fibre CT, attiva aree cerebrali quali la corteccia insulare posteriore ed è in grado di ridurre l'eccitazione del sistema autonomico, generalmente correlata a stress e dolore.

Pubblicato in Medicina


Consente una maggiore mobilità dopo l'intervento. 6 i giovani pazienti sottoposti alla procedura innovativa. L'Ospedale Pediatrico della Santa Sede è uno dei principali Centri pilota in Europa.
Un nuovo sistema di viti e "corde flessibili" corregge la scoliosi di bambini e ragazzi consentendogli di muoversi più liberamente dopo l'intervento chirurgico. All'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, da maggio ad oggi, sono 6 i giovani pazienti sottoposti all'operazione innovativa. L'Ospedale della Santa Sede è uno dei principali Centri pilota in Europa per l'applicazione di questa procedura che richiede un'attenta selezione dei candidati da parte dell'équipe di chirurghi della colonna.

La novità consiste nell'ancoraggio - sulla porzione di colonna deformata - di viti collegate da una "corda" con un grado di flessibilità superiore rispetto alle barre metalliche rigide utilizzate nel tradizionale trattamento chirurgico della scoliosi (artrodesi). «Con questo sistema si ottiene una correzione della curva scoliotica senza avere il blocco completo del movimento vertebrale; la colonna, infatti, non si irrigidisce, rimane più mobile» spiega Marco Crostelli, responsabile di Chirurgia della Colonna del Bambino Gesù. «In questo modo si ottimizza il ritorno dei bambini alle normali attività, compreso lo sport».

Pubblicato in Medicina



Si aggrava di giorno in giorno la situazione degli incendi in Amazzonia e il WWF lancia l’allarme per la fauna e la flora già a rischio di questa preziosa ecoregione che conta una notevolissima quantità di specie: gli incendi rischiano di dare il ‘colpo di grazia’ a 265 specie già classificate in grave pericolo, 180 animali e 85 vegetali. Il 76% di queste sono poste sotto varie forme di tutela come la Conservation Units o il National Action Plans compresi i parchi nazionali, dando così un’attenzione prioritaria: il dramma degli incendi di questi mesi rischia però di vanificare tutti gli sforzi di conservazione sinora fatti. Per alcune specie, come l’armadillo gigante, il pecari labiato e il formichiere gigante, il fuoco è diventato il pericolo più grave.

Il WWF sceglie proprio l’AMAZON DAY per puntare l’attenzione sulla perdita di biodiversità di questo importante bioma: la ricorrenza fino ad oggi è stata celebrata quasi esclusivamente in Brasile dal 1850 per ricordare la creazione della Provincia, poi divenuta Stato, di Amazonas, ma che alla luce della tragedia ambientale di queste settimane per il WWF la giornata merita un’attenzione globale.

Il rischio è ancora più grave per tutte le altre specie colpite dagli incendi e che non rientrano in alcuna forma di tutela: è il caso di una specie di opossum (Caluromysiops irrupta) scoperto in Rondonia nel 1964, uno degli stati maggiormente colpiti dalla deforestazione. Altre 60 specie amazzoniche si trovano in una situazione di vulnerabilità.

Specie a rischio nelle aree protette
Il fuoco non ha risparmiato nemmeno le aree protette, soprattutto quelle maggiormente ferite dalla deforestazione. In 10 aree protette * , dalla Foresta di Altamira all’area protetta di Tapajos, vivono almeno 55 specie a rischio (44 animali e 11 vegetali), 24 delle quali sono endemiche e 5 di queste sono fortemente minacciate dal fuoco: tra i mammiferi l’armadillo gigante, il pecari labiato e il formichiere gigante mentre tra gli uccelli la maestosa aquila coronata e il tinamo grigio.

Il fuoco minaccia anche gli ambienti di acqua dolce
Anche gli ecosistemi acquatici delle foreste in Amazzonia sono messi a dura prova dagli incendi perché vengono distrutte le foreste ripariali. Altre minacce sono le polveri generate dal fuoco, l’erosione del suolo e l’interramento dei fiumi. Il Rio delle Amazzoni, il più grande bacino fluviale del mondo, è la ‘casa’ di tantissime specie di pesci, cibo primario e risorsa economica per le numerosissime comunità indigene. L’impatto su questo bioma colpirà inevitabilmente anche l’economia locale.

Pubblicato in Ambiente

 

Una malformazione rara che colpisce un bimbo ogni 4mila. E una squadra di esperti ancora più rara, perché unica in Italia, in grado di correggere questa malformazione con un intervento ideato apposta e capace di ridare a questi bimbi una qualità di una vita pressoché normale. Sono i due ingredienti fondamentali per una storia a lieto fine che ha come protagonisti il piccolo Alessandro, che oggi ha ancora poche settimane di vita, e gli specialisti del Policlinico di Milano. "Un intervento delicatissimo - racconta Ernesto Leva, direttore della Chirurgia Pediatrica - ideato proprio da noi e che ad oggi può essere eseguito solo nel nostro Ospedale, proprio per le competenze necessarie ad eseguirlo".


Alessandro è nato nella notte del 13 agosto: ma la gioia del suo arrivo viene subito interrotta, perché il piccolo ha una grave malformazione che ha fuso insieme parti dell'intestino con le vie urinarie. Un problema che non è purtroppo diagnosticabile con le ecografie di controllo durante la gravidanza, e anche per questo è ancora più inaspettato. Per fortuna Alessandro è nato nell'Ospedale giusto: di norma questa malformazione richiede tre lunghi e laboriosi interventi ricostruttivi, ma proprio al Policlinico lo stesso dottor Leva ha ideato una tecnica innovativa, capace di gestire il caso con un unico intervento chirurgico, e con un impatto minore sul decorso post-operazione. L'intervento viene quindi programmato immediatamente: "Era Ferragosto - aggiunge Leva - ma al Policlinico non esistono giorni diversi dagli altri: siamo sempre al servizio dei bambini, con eccellenze sempre pronte".

Pubblicato in Medicina

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