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Una ricerca svolta congiuntamente dall’Istituto Officina dei Materiali del Cnr e dalle Università di Trieste, MilanoBicocca e Vienna ha dimostrato un metodo semplice e innovativo per realizzare nuovi materiali che uniscono le straordinarie proprietà manifestate da singoli atomi metallici con la robustezza, flessibilità e versatilità del grafene. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, promette applicazioni nei campi della catalisi, della spintronica e dei dispositivi elettronici.

Pubblicato in Tecnologia


La ricerca dagli scienziati del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa.


Strutture in silicio dell’ordine di grandezza di nanometri (nanostrutture) e integrabili su chip che funzionano da generatori termoelettrici, convertendo direttamente il calore in energia elettrica.

La novità arriva da un team di ingegneri elettronici del dipartimento di ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, che hanno pubblicato due lavori su riviste internazionali, dimostrando la validità di una tecnologia basata su un materiale, come il silicio, biocompatibile e non inquinante (si ricava a partire dalla sabbia) per la produzione di “green energy”.

Pubblicato in Tecnologia


Researchers at the Medical University of Vienna and the Medical University of Innsbruck discovered that SARS-CoV-2 hijacks three important host proteins that dampen the activity of the complement system, a key component of early antiviral immunity. This significantly impairs viral clearance which may affect the course of both acute COVID-19 infections and post-COVID-19 sequelae. The study was recently published in the journal “Emerging Microbes & Infections”.

Pubblicato in Scienceonline


Uno studio osservazionale del Bambino Gesù conferma la sicurezza dell’anticorpo monoclonale che riduce il rischio di reazioni. Il 60% dei bambini può mangiare liberamente.
Di allergia alimentare si può morire. Ma per i bambini che ne soffrono oggi c’è una nuova possibilità di cura, un farmaco che riduce il rischio di reazioni al contatto con l’alimento “incriminato” consentendo di recuperare una dieta meno severa e, quindi, una migliore qualità di vita.
Il grado di sicurezza del farmaco per le allergie alimentari - un anticorpo monoclonale già utilizzato per l’asma - è stato verificato e confermato da uno studio osservazionale condotto da clinici e ricercatori dell’unità di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: dopo 12 mesi di trattamento, oltre il 60% dei piccoli pazienti coinvolti nella ricerca ha potuto adottare un’alimentazione completamente libera, senza restrizioni.

Pubblicato in Medicina

 

Un gruppo internazionale di ricerca ha messo a punto un database globale dei fenomeni migratori tra regioni diverse dello stesso stato in 72 paesi tra il 1960 e il 2016: l’aumento delle temperature sta costringendo sempre più persone a lasciare le loro case, soprattutto nelle regioni rurali e maggiormente legate all’agricoltura. 

L’aumento delle ondate di calore e dei periodi di siccità dovuto al cambiamento climatico sta portando milioni di persone a lasciare le loro case per spostarsi altrove. In molti casi questi movimenti migratori avvengono però tra regioni diverse dello stesso stato e restano così spesso invisibili. Per cercare di quantificare e tracciare questo fenomeno, un gruppo internazionale di studiosi ha elaborato per la prima volta i dati delle migrazioni interne avvenute in 72 paesi tra il 1960 e il 2016. I risultati – pubblicati su Nature Climate Change – mostrano in che modo l’aumento della siccità favorisce lo spopolamento delle regioni colpite, soprattutto se si tratta di territori con una forte diffusione dell’agricoltura.

Pubblicato in Ambiente



Researchers from the IBB-UAB have developed a new class of nanostructures capable of trapping and neutralising large quantities of the SARS-CoV2 virus particles, both in liquid solutions and on the surface of materials. These novel nanoparticles could be used to manufacture antiviral materials such as wastewater and air filters, and could be exploited to develop new tests for the early detection of Covid-19. Moreover, the nanoparticles could be redesigned to target other pathogens.

The study was led by researchers from the Institute for Biotechnology and Biomedicine of the Universitat Autònoma de Barcelona (IBB-UAB), who highlight the potential of the developed nanostructures for the manufacturing of new antiviral materials. The study was recently published in the journal Advanced Healthcare Materials.

Pubblicato in Scienceonline

 

Once cells’ quality control mechanism is activated, IRGQ (red) accumulates in special cell organelles, the lsysosomes (green). This is also where the degradation of the non-functional MHC-I molecules takes place. Photo: Dr. Lina Herhaus, Goethe University Frankfurt



FRANKFURT. It is comparatively easy to tell a cell’s state of health: On their surface, cells present fragments of almost all the proteins they contain inside. This means the immune system can directly recognize whether a cell has been infected by a virus or has been dangerously altered by a mutation.

Countless molecular “radio masts” – the MHC-I molecules – are responsible for presenting these fragments. They are assembled inside the cell and then transported to the membrane, the lipid layer surrounding the cell. Here, the masts are anchored such that the cargo faces outside and can be detected by troops of the immune system constantly patrolling the body. If these troops detect harmful molecules being presented on the MHC-I radio masts, they kill the relevant cell. A requirement, however, is that the masts themselves are fully functional; otherwise, there is a risk that this mechanism will not work and harmful cells escape the immune system. “We have now discovered a sensor inside the cell that ensures that only functional MHC-I molecules are transported to the plasma membrane, while the defective units are eliminated,” explains Dr. Lina Herhaus, who until recently conducted research on this topic at Goethe University’s Institute of Biochemistry II and is now leading an independent research group at Braunschweig-based Helmholtz Centre for Infection Research.

Pubblicato in Scienceonline


I motivi presenti su cilindri in pietra risalenti a seimila anni fa corrispondono ad alcuni segni della scrittura proto-cuneiforme emersa nella città di Uruk, nel sud dell’attuale Iraq, attorno al 3.350-3.000 avanti Cristo. La scoperta, realizzata da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, offre un punto di collegamento diretto nella transizione dalla preistoria alla storia

All’origine della scrittura in Mesopotamia ci sono le immagini impresse da antichi sigilli cilindrici su tavolette e altri manufatti d’argilla.
La scoperta arriva da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che ha individuato una serie di corrispondenze tra i motivi incisi su questi cilindri, risalenti a circa seimila anni fa, e alcuni segni della scrittura proto-cuneiforme emersa nella città di Uruk, nel sud dell’attuale Iraq, attorno al 3.000 avanti Cristo.

Pubblicato in Archeologia



Uno studio condotto dal Cnr in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, propone un approccio innovativo basato su metodi di apprendimento automatico topologico per supportare l’individuazione della malattia di Alzheimer. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the Franklin Institute.


L’uso di metodi avanzati di machine learning applicati ai dati di spettroscopia Raman acquisiti su campioni biologici permette di rilevare alterazioni biochimiche associate alla malattia di Alzheimer, facilitando così un’individuazione più accurata. È quanto emerge da uno studio condotto dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Isti) in collaborazione con l’Istituto di fisica applicata del Cnr di Firenze (Cnr-Ifac), l’Università di Firenze e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi (Firenze). La ricerca mirava a distinguere i soggetti affetti da Alzheimer da altre patologie del sistema nervoso centrale mediante la classificazione dei dati ricavati dalla spettroscopia Raman, una tecnica che analizza le interazioni della luce con le molecole del campione, rilevando così le alterazioni biochimiche che possono indicare la presenza della malattia. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the Franklin Institute.

Pubblicato in Medicina



Diagnosis of Alzheimer’s Disease (AD) is currently largely based on the presence of biomarkers. This may lead to a problematic over-diagnosis if this is incorrectly interpreted.
To counter this problem, a global expert panel led by Hôpitaux universitaires de Genève (HUG), the University of Geneva and the Salpêtrière Hospital have drawn up recommendations. Based on a review of the scientific literature, they advocate that clinical signs as well as biomarkers must be taken into account.
This new approach avoids diagnosing AD in people with abnormal biomarkers who will never develop memory disorders and sets out a monitoring process tailored to each individual. These recommendations have been published in the Journal of the American Medical Association – Neurology (JAMA Neurology).

Pubblicato in Scienceonline

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