La Grande Paura, nella Rivoluzione Francese, si diffuse come un'epidemia. Lo rivela uno studio italo-francese

Una ricerca innovativa, frutto della collaborazione tra l'Università Statale di Milano, l'Université Paris 8 e l'Università di Tolone, ha utilizzato modelli epidemiologici – solitamente impiegati per analizzare la propagazione delle malattie – per studiare uno dei momenti salienti della Rivoluzione Francese: la Grande Paura del 1789. Pubblicato su Nature, lo studio dimostra che quest'ondata di panico, che travolse migliaia di contadini francesi, si propagò come un virus lungo le vie di comunicazione dell'epoca, colpendo in particolar modo le zone più benestanti e con un alto tasso di alfabetizzazione.
Voci, informazioni e, con un termine moderno, "fake news" si diffondevano nel passato lungo strade, sentieri e stazioni di posta, passando da un villaggio all'altro in modo simile a un'epidemia.
Vaccini: il tempo tra le dosi può fare la differenza

Uno studio del Cnr dimostra come la gestione dell'intervallo tra la prima dose di vaccino (primer) e quella di richiamo (booster) sia un fattore determinante per l'esito della diffusione epidemica. La ricerca è stata pubblicata su Physical Review Research.
L'intervallo tra la prima dose di vaccino (primer) e quella di richiamo (booster) è un fattore determinante nel contenimento di un’epidemia. In contesti di risorse limitate, la scelta della tempistica può influenzare in modo decisivo l’evoluzione del contagio. È quanto emerge da uno studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto dei sistemi complessi (Cnr-Isc) e l’Istituto per le applicazioni del calcolo (Cnr-Iac), che ha utilizzato un approccio matematico per analizzare diversi scenari di distribuzione delle dosi e valutare l’impatto delle diverse strategie a livello di popolazione.
Alghe fossili provenienti dalla Cina riscrivono la storia dell’oceano moderno

I ricercatori dell’Università Statale di Milano, analizzando campioni fossili provenienti dalla Cina, hanno identificato le più antiche tracce di alghe coccolitoforidi (un tipo di fitoplancton) finora note, risalenti a circa 250 milioni di anni fa. La scoperta anticipa di 40 milioni di anni le stime sulla nascita dell’oceano come lo conosciamo oggi.
Le coccolitoforidi, infatti, contribuiscono alla rimozione della CO₂ e sono parte dei produttori primari che influiscono tutta la biosfera marina. Questo suggerisce che già all'alba del Mesozoico ha avuto inizio la transizione ecologica che ha portato alla nascita di una fauna marina moderna segnando l’inizio dell’oceano attuale.
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