La ricerca ha analizzato, con l’aiuto di tecniche di machine learning, la distribuzione attuale e futura in Europa di Echinococcus multilocularis, sulla base di scenari di cambiamento climatico e di uso del suolo.
Le proiezioni suggeriscono un aumento generale di aree ad molto idonee per questo parassita verso le latitudini settentrionali (Gran Bretagna e Penisola Finno-scandinava) e nell'intera regione alpina, mentre ne prevedono una diminuzione in Europa centrale (Germania, Polonia, Svizzera, Austria e Repubblica Ceca).
Echinococcus multilocularis è un verme piatto che circola tra canidi (selvatici e domestici) e piccoli mammiferi (soprattutto roditori) e che causa una grave patologia denominata Echinococcosi alveolare che ha spesso esiti fatali nell’uomo. Si tratta del secondo più importante parassita trasmesso per via orale all’uomo in Europa, e terzo al mondo dopo la Taenia solium e l’Echinococcus granulosus.
“Per la prima volta abbiamo stimato la distribuzione di Echinococcus multilocularis in base a vari scenari relativi ai cambiamenti climatici e all’uso del suolo – dice Massolo – per farlo abbiamo integrato varie discipline quali l’ecologia animale, la modellizzazione ecologica, la parassitologia e la epidemiologia”.
Insieme al professor Massolo, hanno lavorato alla ricerca per l’Ateneo pisano Lucia Cenni, dottoranda in Biologia, e Andrea Simoncini, studente di magistrale di Biologia in Conservazione ed Evoluzione - WCE.
Oltre ai ricercatori e ricercatrici di UNIPI, hanno partecipato allo studio le Dott.sse Heidi Christine Hauffe e Annapaola Rizzoli della Fondazione Edmund Mach di Trento, e il Dott. Luciano Massetti dell’Istituto per la BioEconomia del CNR di Firenze.