La ragione di questa affermazione è sotto gli occhi di tutti. In occasione dello svolgimento degli ultimi Europei di calcio, disputati in Polonia e Ucraina, si è fatto riferimento in differenti occasioni a storiche rivalità tra gli Stati e a tragici episodi bellici che certamente esulano da un contesto di competizione sportiva.
Acredini e conflitti che facevano parte del passato, e che nulla hanno a che fare con lo sport, sono state rievocate prima di numerose partite. Vecchie ruggini e rivendicazioni di altri tempi hanno fatto della manifestazione calcistica continentale una cassa di risonanza per il riemergere di sterili rancori.
In una fase di tensione politica, economica ed emotiva, abbiamo letto ed ascoltato, in occasione dei match calcistici, delle inquietudini generate da vecchi fatti, delle tensioni tra Italia e Croazia, di "storici nemici" tra Francia e Inghilterra, allusioni all'attuale conflitto istituzionale in seno all'UE prima della partita Grecia-Germania.
Sembra dunque che attriti storici, culturali ed economici non riescano ad essere dimenticati neppure durante una manifestazione sportiva e che, come tale, dovrebbe proporre differenti temi e valori.
A maggior ragione, ciò dovrebbe avvenire tra popoli ormai integrati tra loro.
Lo sport in questo modo diventa motivo di tensione amplificando conflitti che esulano e superano la competizione sportiva.
Oggi, quindi, avviene perfettamente il contrario di ciò che avveniva nei tempi antichi.
Una responsabilità, questa, che non può non essere attribuita ad alcuni organi di informazione, che, invece di sottolineare come i conflitti sono superabili solo se si comprendono a fondo e si mantengono su piani distinti, cavalcano, o peggio fomentano, acredini. Un comportamento che, specie in un contesto di difficoltà economica e frustrazione emotiva, genera in ambienti più sensibili, come sono a volte le tifoserie calcistiche, tensioni che possono degenerare in violenza come purtroppo avviene troppo spesso negli Stadi italiani e non.
Occorre una riflessione generale da parte di tutti gli amanti dello sport e degli addetti all'informazione.
Non si può e non si deve fare confusione tra tematiche tanto differenti tra loro.
Si rischia solo di determinare conflitti resuscitandone di vecchi.
Occorre ridefinire i valori e gli ideali dello sport ed in particolare del calcio che tanto è seguito nel vecchio continente ed in numerose altre parti del Mondo.
Lealtà, osservanza delle regole e rispetto dell'avversario sono e devono restare alla base dello Sport e quest'ultimo deve veicolare tali principi in una convivenza sociale civile.
Fabrizio Giangrande
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