Un sistema miniaturizzato e biodegradabile nel corpo permetterà di rilevare il pH dei tessuti in modo continuo e in tempo reale
Il sistema è stato messo a punto dal team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. Lo studio su Advanced Materials Technologies
Un sistema miniaturizzato di rilevazione del pH che trasmette i dati real time ad uno smartphone consentirà consistenti passi avanti nella diagnosi e trattamento di malattie estremamente diffuse, come la vaginosi batterica, la cui diagnosi richiede una accurata rilevazione dell’acidità dei tessuti, e che è spesso associata a complicazioni che hanno un grande impatto sulla qualità della vita delle donne.
Lo studio è stato pubblicato su Advanced Materials Technologies dal gruppo di ricerca in ingegneria elettronica coordinato da Giuseppe Barillaro, da tempo impegnato nel lavoro su sensori avanzati con applicazioni in ambito biomedico, in collaborazione con i ricercatori di Surflay Nanotec GmbH, Germania.
Il gruppo di ricerca pisano assieme all'azienda Ab medica sta anche progettando l’integrazione della tecnologia in dispositivi indossabili per diagnosi avanzate.
Un sistema miniaturizzato e biodegradabile nel corpo permetterà di rilevare il pH dei tessuti in modo continuo e in tempo reale
Il sistema è stato messo a punto dal team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. Lo studio su Advanced Materials Technologies
Un sistema miniaturizzato di rilevazione del pH che trasmette i dati real time ad uno smartphone consentirà consistenti passi avanti nella diagnosi e trattamento di malattie estremamente diffuse, come la vaginosi batterica, la cui diagnosi richiede una accurata rilevazione dell’acidità dei tessuti, e che è spesso associata a complicazioni che hanno un grande impatto sulla qualità della vita delle donne.
Lo studio è stato pubblicato su Advanced Materials Technologies dal gruppo di ricerca in ingegneria elettronica coordinato da Giuseppe Barillaro, da tempo impegnato nel lavoro su sensori avanzati con applicazioni in ambito biomedico, in collaborazione con i ricercatori di Surflay Nanotec GmbH, Germania.
Il gruppo di ricerca pisano assieme all'azienda Ab medica sta anche progettando l’integrazione della tecnologia in dispositivi indossabili per diagnosi avanzate.
Stevia based sweeteners offer a sweeter, more environmentally friendly alternative to sugar
Natural sweeteners derived from stevia may produce as little as 10% of the greenhouse gas emissions of sugar while still providing the same level of sweetness, according to new research from the University of Surrey.
Researchers conducted a Life Cycle Assessment on steviol glycosides extracted from stevia and found that the production of the sweetener caused less environmental impact across a wide range of markers, when compared to sugar. For example, it offers an opportunity to reduce land use or water consumption compared to the same level of sweetness as sugar.
Many non-nutritive sweeteners (NNS), like steviol glycosides, can reproduce the taste of sugar, but without the associated health risks, such as tooth decay, obesity, or diabetes. They can do this because they are many times sweeter than sugar. For example, 4g of steviol glycosides provides the sweetness equivalent of 1,000g sugar, because it is perceived to be 250 times sweeter.
Using spiders as environmentally-friendly pest control
Groups of spiders could be used as an environmentally-friendly way to protect crops against agricultural pests.
That's according to new research, led by the University of Portsmouth, which suggests that web-building groups of spiders can eat a devastating pest moth of commercially important crops like tomato and potato worldwide.
The tomato leafminer moth, Tuta absoluta,has developed resistance to chemical insecticides, which cause human and environmental damage, so different approaches, like using natural predators such as spiders, are needed to combat infestations.
The researchers explored the use of tropical tent web spiders, Cyrtophora citricola, as pest control, as these spiders form groups and are not cannibalistic, and they create large webs to capture prey. In lab settings, different types of prey - the small tomato leafminer, flightless fruit flies (Drosophila hydei) and larger black soldier flies (Hermetia illucens) - were introduced to colonies of spiders of varying body sizes. Researchers found that larger spiders built larger webs and generally caught more prey, and they easily caught and ate the tomato leafminer and fruit flies, while the larger black soldier flies were rarely caught.
Un cannabinoide non psicoattivo contro il carcinoma prostatico
Un team di ricercatori dell'Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Icb) rivela come un componente non-psicoattivo della Cannabis sia in grado di colpire il metabolismo del carcinoma prostatico, aprendo la strada al possibile uso di cannabinoidi non psicotropi come coadiuvanti per il trattamento del cancro alla prostata. Lo studio è pubblicato su Pharmacological Research
Uno studio condotto da un team di ricercatori dell'Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Icb) rivela come un componente non-psicoattivo della Cannabis (CBD) sia in grado di contrastare la fase in cui il carcinoma prostatico diventa refrattario alla terapia ormonale.
La ricerca - coordinata da Alessia Ligresti (prima ricercatrice del Cnr-Icb di Pozzuoli) in collaborazione con Roberto Ronca (docente dell’Università degli studi di Brescia) - ha, infatti, dimostrato l'esistenza, in questa fase della malattia, di vulnerabilità metaboliche e oncogeniche che possono essere potenzialmente sfruttate terapeuticamente da trattamenti a base di fitocannabinoidi: in questo caso, il componente individuato è in grado di colpire specificamente la plasticità metabolica del carcinoma modulando la bioenergetica dei mitocondri, la “centrale elettrica” delle cellule. Lo studio è pubblicato sulla rivista Pharmacological Research.
L’aria della foresta diminuisce l’ansia
Lago Tovel (Trento)
Una ricerca sperimentale condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dal Club alpino italiano ha svelato l’effetto dei monoterpeni – componenti degli oli essenziali emessi dalle piante, abbondanti nelle foreste - nel ridurre i sintomi dell’ansia. Lo studio è pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health.
Una ricerca sperimentale condotta in 39 siti italiani tra montagna, collina e parchi urbani ha permesso di svelare il ruolo dei monoterpeni – componenti profumati degli oli essenziali emessi dalle piante - e di isolarne l’effetto specifico sulla riduzione significativa dei sintomi dell’ansia. A condurla, un team di ricercatori dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e del Club Alpino Italiano, insieme alle Università di Parma e Firenze, all’Azienda unità sanitaria locale (Ausl) di Reggio Emilia, e con il sostegno del Centro di riferimento regionale per la fitoterapia (Cerfit) di Firenze: la ricerca è pubblicata sul International Journal of Environmental Research and Public Health.
In base all’analisi di dati ambientali e psicometrici raccolti nel corso delle campagne svolte nel 2021 e nel 2022, è stato individuato e isolato l’effetto specifico dell’esposizione ai monoterpeni -e in particolare ad α-pinene- sulla riduzione significativa dei sintomi di ansia, identificando non solo soglie di esposizione, ma anche la correlazione alla quantità di monoterpeni inalati.
Opere di Alessandro Ghigi
Secondo un ordine caro all’Autore, si contano 19 pubblicazioni di Morfologia (6 dedicate ai denti, 5 al tegumento, 6 allo scheletro delle estremità, 2 all’organo copulatore), 81 di Etologia, Faunistica, Sistematica (1 su Ctenofori, 2 su Molluschi, 4 su Crostacei, 9 su Insetti, 37 su Uccelli, 3 su Mammiferi, 5 sulla Fauna della Libia, 4 sulla Fauna del Dodecaneso, 16 su altre regioni), 67 di Genetica, 10 di Biologia generale, 73 di Zoologia applicata (2 su questioni generali, 6 di ornitologia agraria, 16 sulla caccia, 5 di pesca e idrobiologia, 44 di avicoltura), 26 libri e trattati, 84 scritti vari,
didattica, bibliografia, protezione della natura, 15 commemorazioni; per un totale di 375 titoli.
Bibliografia
Balsamo Crivelli R., Cornalia E. & Villa A., 1868. Sopra gl’insetti che devastano i campi della
bassa Lombardia. Rendiconti del Reale Istituto lombardo di scienze e lettere, serie 2, vol. 1: 620-28.
Barsanti G., 2005. Una lunga pazienza cieca: storia dell’evoluzionismo. Einaudi, Torino.
Canestrini G., 1869. L’istinto nel regno animale. Lettura popolare detta in Modena il 14 marzo 1868. E. Treves & C. Editori della Biblioteca Utile, Milano.
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Cassata F., 2011. Building the New Man. Eugenics, Racial Science and Genetics in Twentieth- Century Italy. Central European University Press, Budapest.
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Crutzen P., 2005. Benvenuti nell’Antropocene: l’uomo ha cambiato il clima, la terra entra in una nuova era. Mondadori, Milano.
D’Amico N., 2010. Storia e storie della scuola italiana: Dalle origini ai giorni nostri. Zanichelli, Bologna.
Flamigni M., 2019. Professori e università di fronte all’epurazione: dalle ordinanze alleate alla pacificazione (1943-1948). Il Mulino, Bologna.
Ghigi A., 1907. Il darwinismo nella biologia moderna. Discorso inaugurale letto nell’aula della L. Università di Ferrara il 4 novembre 1906. Tip. Taddei, Ferrara.
Ghigi A., 1921. Le insufficienze del mendelismo. Rassegna delle Scienze Biologiche, anno III, n. 4- 5: 56-74.
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Ghigi A., 1937. Le applicazioni della genetica nel campo zootecnico. Bollettino della Società Italiana di Biologia Sperimentale, Vol. 12, fasc. 9.
Ghigi A., 1938. Per il bicentenario di Luigi Galvani (18 ottobre 1937 - XV E.F.). Nicola Zanichelli Editore. Bologna.
Ghigi A. 1939. Problemi biologici della razza e del meticciato. Zanichelli, Bologna 1939.
Ghigi A. 1970. La natura e l’uomo. Editrice Studium, Roma 1970 (4. ed.).
Ghigi A., 1995. Autobiografia (a cura di Mario Spagnesi). Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, Compositori, Bologna, 368 pp.
Ghirardelli E., 1973. Ricordo di Augusto Toschi. Natura e Montagna, serie IV, anno XIII, 3-4: 1-2.
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Bollettino della Società zoologica italiana, serie II, vol. XII, fasc. 9-12: 241-250. Liberti M., 2007a. Storia dei primi tentativi di legge unitaria sulla caccia. Parte I: dall’Unità all’inchiesta ornitologica italiana. In Storia. Rivista online di storia e informazione, N. 23 (aprile 2007). Online: http://www.instoria.it/home/legge_caccia_I.htm
Liberti M., 2007b Storia dei primi tentativi di legge unitaria sulla caccia. Parte II: dal progetto del 1896 ai provvedimenti per la tutela della selvaggina. InStoria. Rivista online di storia e
informazione, N. 24 (maggio 2007). Online: http://www.instoria.it/home/legge_caccia_II.htm
Liberti M., 2007c. Storia dei primi tentativi di legge unitaria sulla caccia. Parte III: dal caos dei calendari alla Legge n. 1420. InStoria. Rivista online di storia e informazione, N. 25 (giugno 2007). Online: http://www.instoria.it/home/legge_caccia_III.htm
Manelli H., 2000. Introduzione al convegno. In: Alessandro Ghigi naturalista ed ecologo. Convegno organizzato dall’Università degli Studi di Bologna e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi” Aula Carducci, Bologna 8 ottobre 1999, a cura di Mario Spagnesi. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”: 1-11.
Pancaldi G., 1983. Darwin in Italia: impresa scientifica e frontiere culturali. Il Mulino, Bologna. Pasquini P., 1972. Alessandro Ghigi. Accademia Nazionale dei Lincei. Celebrazioni Lincee, 58: 1- 30.
Pedrotti F., 2000. Alessandro Ghigi e la protezione della natura. In: Alessandro Ghigi naturalista ed ecologo. Convegno organizzato dall’Università degli Studi di Bologna e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi” Aula Carducci, Bologna 8 ottobre 1999, a cura di Mario Spagnesi. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”: 13-24.
Pedrotti F. (s.i.a.). Alessandro Ghigi. Uomo e Natura: 1-6. www.uomoenatura.it>Project.
Spagnesi M. & Zambotti L., 2000. Il Laboratorio di Zoologia applicata alla Caccia per la conservazione della fauna in Italia. In: Alessandro Ghigi naturalista ed ecologo. Convegno organizzato dall’Università degli Studi di Bologna e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi” Aula Carducci, Bologna 8 ottobre 1999, a cura di Mario Spagnesi. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”: 31-108. Spagnesi M. & Zambotti L., 2001. Alessandro Ghigi la sua azione di promozione per la conservazione della natura attraverso la Società Emiliana Pro Montibus et Silvis e la Commissione per la Conservazione della Natura del C.N.R. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”: 1-55.
Simili R., 1995. Il caso di Luigi Galvani e delle sue rane. Astuzie, tranelli, incantesimi. In: Cento anni di radio. Le radici dell’invenzione (a cura di Anna Guagnini e Giuliano Pancaldi). Seat, Torino: 19-64.
Vannini E., 1970. Alessandro Ghigi. Natura e Montagna, anno X, 3: 17-20.
Woller H., 1997. I conti con il fascismo: l’epurazione in Italia, 1943-1948. Il Mulino, Bologna.
Fig. 1. Alessandro Ghigi nella piena maturità.
Fig. 2. Copertina del N. 1 del Bollettino di Zoologia (1930).
Fig. 3. La lettera circolare di A. Ghigi alle scuole rinvenuta nel N. 1 del Bollettino di Zoologia.
Fig. 4. Copertina de “La Caccia” di A. Ghigi e P. Cerati (1963) per i tipi della UTET.
Fig. 5. Copertina de “La Pesca” di A. Ghigi (1965) per i tipi della UTET.
- Alessandro Ghigi - A cinquanta anni dalla scomparsa
- Alessandro Ghigi morfologo e zoogeografo
- Alessandro Ghigi, ecologo: la scuola , la caccia e la difesa della natura
- Alessandro Ghigi, le leggi razziali ed il fascismo
Modificare l'ecosistema dei tumori del colon retto per aumentare la risposta all'immunoterapia
L’immunoterapia è un’opzione terapeutica estremamente promettente per molte patologie tumorali. Tuttavia nel tumore del colon-retto, che rappresenta la seconda causa di morte per motivi oncologici a livello mondiale, il suo impiego è oggi fortemente limitato. Questo perché in gran parte dei casi – pari a circa il 95% dei pazienti metastatici – i tumori del colon sono immunologicamente “freddi”, ovvero refrattari all’immunoterapia, e solo il 5% sono invece tumori “caldi” in grado di trarre beneficio da questi trattamenti innovativi. La differenza è verosimilmente dovuta ai meccanismi di riparazione del DNA e più precisamente a quello che gli scienziati chiamano mismatch repair (MMR). “Nel 95% circa dei pazienti con cancro del colon retto metastatico – illustra il professor Alberto Bardelli, Direttore del programma di ricerca IFOM Genomica dei tumori e terapie anticancro mirate e Professore Ordinario all’Università degli Studi di Torino – questo meccanismo di riparazione è integro e funzionante. Pertanto questi tumori risultano immunologicamente freddi e refrattari all’immunoterapia con gli inibitori dei checkpoint immunitari. Solo nel restante 5% circa dei pazienti il tumore ha perso questo meccanismo di riparazione del DNA e, di conseguenza, è caratterizzato da un’elevata produzione di proteine alterate che in gergo si chiamano neoantigeni. Tali proteine attraggono le cellule del sistema immunitario rendendo il tumore efficacemente trattabile con l’immunoterapia”.
IL 12 FEBBRAIO È IL DARWIN DAY
Per la giornata dedicata al padre della teoria dell’evoluzione, 5 storie di specie animali "salvate" dalla scienza
Domenica 12 febbraio si celebra il Darwin Day, in occasione dell’anniversario della nascita del naturalista padre della teoria dell’evoluzione e ispiratore della scienza della conservazione Charles Darwin, che con le sue opere e i suoi studi ha messo in discussione la visione antropocentrica del Pianeta.
Da anni questa data viene festeggiata in diversi paesi con appuntamenti che ricordano i valori della ricerca scientifica e del pensiero razionale. Per questo il WWF vuole celebrare il Darwin Day parlando dell’imprescindibile ruolo della scienza nella conservazione del nostro patrimonio di biodiversità.
Darwin, infatti, ci ha fatto capire che solo la scienza può, da un lato aiutarci a diffondere le corrette conoscenze e a vincere ataviche paure e pregiudizi su molte specie animali, dall’altro permetterci di vincere la sfida della conservazione grazie a tecnologie innovative e azioni coraggiose.
Le specie vittime di pregiudizi e leggende
Alessandro Ghigi, le leggi razziali ed il fascismo
Iscritto al Partito fascista dal 1924, Ghigi condurrà l’Università attraverso la difficile fase dell’espulsione dei professori ebrei, seguita alle leggi razziali del 1938. Nonostante le divergenze
con le autorità fasciste negli ultimi anni della gestione dell’Università di Bologna, in particolare con i G.U.F. locali, Ghigi appare piuttosto condiscendente nei confronti del provvedimento di revoca dei professori di religione ebraica dalle loro cattedre, come si deduce dai seguenti passi della sua Autobiografia: “L’avvenimento più increscioso di quel periodo fu la revoca dei professori ebraici dalle rispettive cattedre. Fu un provvedimento che in genere è stato attribuito al volere di Hitler [sic!] e che produsse un’impressione dolorosa nell’ambiente culturale italiano. A Bologna avevamo undici cattedre coperte da professori ebrei ed erano tutti uomini di valore, ligi al proprio dovere … (omissis).
Confesso di essermi sentito molto a disagio nel dovere comunicare ad amici e colleghi stimati quella notizia e lo feci con poche parole, esprimendo il dispiacere che provavo nel fare quella comunicazione e ringraziandoli dell’opera da loro prestata nell’interesse dell’Università e della cultura. Tutti quelli che risiedevano a Bologna vennero a congedarsi personalmente ed un abbraccio cordiale suggellò la nostra amicizia”. È opportuno ricordare le dimensioni dell’espulsione: “A seguito delle leggi razziali, nel giro di poche settimane, 96 professori universitari, 133 assistenti universitari, 279 presidi e professori di scuola media, oltre un centinaio di maestri elementari, oltre 200 liberi docenti, 200 studenti universitari, 1000 delle scuole secondarie e 4400 delle elementari vennero allontanati dagli atenei e dalle scuole pubbliche del regno. I provvedimenti adottati portarono inoltre alla radiazione di 114 autori di saggi e libri di testo” (D’Amico, 2010). Come cittadino di Bologna e come italiano, il Rettore Ghigi, in occasione delle solenni manifestazioni dedicate a Luigi Galvani nel bicentenario della nascita (ottobre 1937), pronuncia, alla presenza del Re e della Regina consorte, un pomposo discorso in latino nel quale non esita a collocare la figura del Galvani nel contesto patrio che lo collega all’altro grande bolognese Guglielmo Marconi. Un palpito di orgoglio chiude il discorso “Dall’Italia Galvaniana siamo giunti all’Italia Marconiana” (Ghigi, 1938). In precedenza (1933) il Nostro aveva ritenuto opportuno manifestare, in occasione del conferimento della laurea honoris causa a Guglielmo Marconi “Un palpito che nell’ora del saluto supremo a Marconi si tradusse in un anelito esemplare di fedeltà fascista: Ghigi, infatti, invocava, in quella famiglia, accanto a Galvani e a Marconi, la presenza di “un altro grande figliolo dell’Emilia”, Benito Mussolini, che proprio scienziato non era, ma eroe certamente sì!” (Simili, 1995).
Nel 1938 il nome dello zoologo bolognese compare tra gli scienziati ed intellettuali italiani sostenitori delle leggi razziali. Fatto ancor più significativo e decisivo, nel 1939 Ghigi pubblica per i tipi della Zanichelli il volume “Problemi biologici della razza e del meticciato” nel quale sostiene “la superiorità della nostra stirpe” accusando i meticci di essere “causa di regresso e disgregazione, una ferita nella evoluzione naturale”. Di tutto ciò Ghigi riferisce ben poco nella sua Autobiografia, dalla quale peraltro si deducono i buoni rapporti dello zoologo con Costanzo Ciano, padre del ben più noto Galeazzo, e addirittura con lo stesso Mussolini il quale, constatando personalmente i progressi fatti dall’Università di Bologna, elargisce copiose sovvenzioni e mostra di gradire moltissimo le visite dello scienziato. Questi, da parte sua, fornisce un’immagine piuttosto asettica del Duce nella Autobiografia.
Per quanto in Germania nel 1943 deluda il Gauleiter di Norimberga, il quale “si aspettava da me una tirata contro gli Ebrei” (Autobiografia), il comportamento del Ghigi nel complesso è relativamente tiepido nei confronti dei crimini fascisti, dei quali apparentemente è sempre poco informato. Vero è che, una volta cessato dalla carica di Rettore dopo la caduta del regime, rifiuta di riassumerla con l’avvento della Repubblica di Salò declinando anche la nomina a pro-Rettore dell’Ateneo per l’anno accademico 1943-1944. Il Governo Militare alleato emana un decreto che riguarda la sospensione dei funzionari e impiegati che durante il fascismo hanno partecipato attivamente alla vita politica o che sono stati favoriti dal regime nel caso di nomine e avanzamenti o che hanno comunque collaborato con il governo fascista repubblicano. Tra aprile e maggio 1945 Ghigi trascorre alcune settimane in prigione; viene successivamente dichiarato decaduto dalla carica di Senatore dall’Alta Corte di Giustizia oltre ad essere radiato dall’Accademia Nazionale dei Lincei. La riabilitazione e la reintegrazione nell’ufficio di Professore Ordinario di Zoologia risalgono al 1947, dopo complesse controversie legali dettagliatamente esposte nella sua Autobiografia (a cura di M. Spagnesi, 1995), nel clima teso dell’amnistia Togliatti (il cosiddetto “colpo di spugna”) e di quella che gli storici dell’età contemporanea chiamano giustizia di transizione (Woller, 1997; Flamigni, 2019). Parte di questa controversia emerge nelle carte del fascicolo dedicato a Ghigi e conservato nell’Archivio storico del Senato del Regno, dove sono raccolte anche la corrispondenza e le memorie difensive relative al processo presso l’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il fascismo (2) . Tuttavia, né le memorie difensive né l’autobiografia sono fonti adeguatamente distaccate e oggettive per valutare serenamente le contraddizioni ideologiche di uno studioso che, se pure si impegnò con grande lungimiranza per la tutela ambientale, faunistica e paesaggistica in Italia, appoggiò pubblicamente il razzismo scientifico.
(1) I fascicoli del “Bollettino di Zoologia” compresi tra il N.1 dell’anno I del febbraio 1930 ed il N. 5-6 dell’anno XII del settembre-dicembre 1941 sono stati rinvenuti dall’autore più anziano (PC) nei locali annessi al laboratorio di Scienze Naturali del Liceo Scientifico di Stato “Cavour” di Roma; fanno attualmente parte della dotazione della
biblioteca della Società Romana di Scienze Naturali, istituzione alla quale sono stati donati dal suddetto liceo nel giugno 2019 (figure 2, 3).
(2) ARCHIVIO STORICO DEL SENATO, Archivi del Senato del Regno, Ufficio di segreteria, Atti relativi alla nomina dei senatori, Fascicoli dei senatori, fasc. 1108 Ghigi Alessandro. Un progetto di digitalizzazione delle collezioni rende possibile la fruizione del fascicolo al seguente link: https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/ufficio-
segreteria/IT-SEN-095-004088/ghigi-alessandro
- Alessandro Ghigi - A cinquanta anni dalla scomparsa
- Alessandro Ghigi morfologo e zoogeografo
- Alessandro Ghigi, ecologo: la scuola , la caccia e la difesa della natura