I lockdown possibile causa dei bassi valori di ozono troposferico

L'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) ha rilevato dall'osservatorio del Monte Cimone nel 2020 i minimi valori di O3 dal 1996: la causa sembra essere la riduzione di emissioni di inquinanti legati ai lockdown per la COVID-19. Lo studio è pubblicato su Environmental Research Letters.
Diversi studi nel 2020 hanno analizzato la variazione di ozono (O3) troposferico in funzione delle misure di restrizione messe in atto per contenere la diffusione del COVID-19. La maggior parte di questi studi sono stati condotti principalmente in centri urbani o industriali. "Mentre in stratosfera l'ozono svolge un ruolo benefico per la vita sulla Terra, schermando le radiazioni UV nocive provenienti dal Sole, nella troposfera (ossia a quote comprese fra la superficie terrestre e 12–15 km), agisce come gas a effetto serra, Inoltre, se presente in concentrazioni elevate, è un inquinante secondario con effetti nocivi su salute umana ed ecosistemi", esordisce Davide Putero, ricercatore dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Torino.
SARDEGNA, CITIZEN SCIENCE CON IL WWF

Al via una spedizione di ricerca nel Sud della Sardegna dedicata a cetacei, squali e tartarughe marine.
OBIETTIVO È AGGIORNARE RICERCHE SULLA MEGAFAUNA MARINA NEL SUD DELLA SARDEGNA
A BORDO DELLA GOLETTA CON WWF TRAVEL E SAILSQUARE CI SARANNO BIOLOGI ED ETOLOGI
Ricercare e monitorare la megafauna – cetacei, tartarughe e squali – nella zona sud della Sardegna, con strumentazione e attrezzatura specifica (droni, idrofoni, macchine fotografiche e videocamere) per analizzare la distribuzione e il comportamento di queste specie e raccogliere dati acustici fondamentali per valutare la presenza dei cetacei e gli impatti dell’inquinamento acustico. Questo l’obiettivo della spedizione che tra la fine di settembre e ottobre vedrà protagonisti il WWF e altri enti di fama internazionale: a bordo di una goletta di 18 metri un team di biologi ed etologi, affiancati dai viaggiatori, aggiorneranno alcuni studi effettuati nell’area risalenti a oltre 40 anni fa .
Malattie neurodegenerative, nanoparticelle d’oro rallentano l’avanzare dell’atassia di Friedreich

Lo studio, coordinato dell’Università Statale di Milano e dal Policlinico di Milano, assieme all’Università di Torino, all’Università di Milano-Bicocca e alla University of Miami Miller School of Medicine, ha scoperto che le nanoparticelle d’oro riducono il danno ossidativo e migliorano la funzionalità mitocondriale nei pazienti affetti dall’atassia di Friedreich. La ricerca è stata pubblicata su Science Translational Medicine.
Nanoparticelle composte da clusters di atomi d’oro migliorano la funzionalità mitocondriale e riducono il danno ossidativo nei pazienti affetti dall’atassia di Friedreich, una malattia neurodegenerativa causata da un'anomalia del gene che codifica per una proteina e che colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico: lo studio è stato pubblicato di recente su Science Translational Medicine.
La ricerca è iniziata nel 2019 da Chiara Villa, ricercatrice dell’Università Statale di Milano, afferente al Laboratorio di cellule staminali del “Centro Dino Ferrari” Fondazione IRCCS Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico, diretto da Yvan Torrente, docente di Neurologia della Statale, con l’obiettivo di indagare il ruolo di nanoparticelle di atomi d’oro nel trattamento dell’Atassia di Friedreich (FRDA). Questo studio nasce da una collaborazione tra i gruppi di ricerca dell’Università di Milano- Bicocca (diretto da Angelo Monguzzi), dell’Università di Torino (diretto da Giorgio Merlo) e dell’Università di Miami diretto da Carlos Moraes.
Scoperto un nuovo meccanismo per “affamare” i tumori

Una nuova variante proteica, espressa unicamente dai vasi sanguigni tumorali, è stata scoperta nell’ambito di uno studio sostenuto da AIRC presso l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, forniscono informazioni importanti per rendere gli approcci terapeutici più efficaci
In uno studio diretto da Claudia Ghigna, dell’Istituto di genetica molecolare Luigi Luca Cavalli Sforza del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia (Cnr-Igm), in collaborazione con diversi centri di ricerca e università italiane e internazionali, è stata individuata una nuova variante proteica espressa unicamente sulla superficie dei vasi sanguigni tumorali. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, sono stati pubblicati su Nature Communications.
Viruses leave traces for long after infection

Viruses do not always kill the cells they infect. Researchers at the University of Basel have discovered in experiments with mice that cells have the power to self-heal and eliminate viruses. However, these cells undergo long-term changes. The findings may provide a hint as to why cured hepatitis C patients are more susceptible to liver cancer for years after.
Viruses need the infrastructure of the body’s cells in order to multiply. With many types of viruses, this ultimately means death for the affected cell if its membrane dissolves and the newly created viruses swarm out to attack new cells. But some viruses do not kill the cells they infect – presumably with the aim of maintaining the infection for as long as possible. These include hepatitis B and C viruses, which cause chronic infections in humans.
Covid-19, nuove scoperte sulle cause all’origine delle forme più gravi della malattia

Un consorzio internazionale di ricercatori, coordinati dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), dalla Rockefeller University (New York) e dalla Università di Parigi, ha descritto il ruolo essenziale degli interferoni nella corretta risposta immunitaria alla malattia: soggetti che presentano anticorpi che neutralizzano tali molecole (autoanticorpi) o difetti genetici che ne condizionano l’espressione tendono a sviluppare forme particolarmente gravi di malattia. I risultati contribuiscono anche a spiegare la ragione per cui i soggetti di età più avanzata sono più suscettibili alle forme più severe di COVID-19.
I risultati dello studio, pubblicati su due lavori apparsi oggi sulla prestigiosa rivista Science Immunology, potranno avere importanti ricadute anche nella gestione clinica della malattia.
Researchers find protein may protect against neurodegenerative diseases

Cells translate their genetic material at rapid rates with exquisite precision to reproduce, repair damage or even combat disease. But the process can deregulate and give rise to disease. Byproducts of errant processes can build up like gunk in the gears, especially around neurons, breaking down the repair mechanisms and causing further damage and even neurodegenerative disorders such as Alzheimer’s disease.
Now, an international research team may have found that a protein implicated in tumor growth may be able to help regulate awry cellular translation and protect against neuronal decay. They published their results on July 13 in the Cell Reports.
“Researchers have begun to understand that age-related neurodegenerative diseases may be caused by slow but steady accumulation of toxic peptide products, which leads to death of neurons, such as beta-amyloid plaques causing Alzheimer’s disease,” said lead paper author Katsura Asano, professor in Hiroshima University’s Graduate School of Integrated Sciences for Life and also in Division of Biology, Kansas State University. “Repeat-associated non-AUG (RAN) translation is one of the mechanisms that generates such toxic products.”
Metal Pollution: If It’s In The Air—And Our Iphones—It’ll End Up In Our Bones

In our increasingly industrialized world, what we produce “out there” has a direct impact on what happens in here, inside our bodies. A new study by Hebrew University of Jerusalem (HU) reveals the link between rates of metal production and toxic lead exposure in humans. The research team closely examined human remains from a burial ground in central Italy that was in consecutive use for 12,000 years.
They found that as worldwide lead production began and increased, so, too, did the rates of lead absorption found in people who lived during those time periods—even those not remotely involved in lead production—simply by breathing the air around them. This observation of the toxic effects of metal pollution has wide-reaching implications for public health given the forecasted increase in production of lead and other metals to keep up with manufacturing demands for electronic devices, batteries, solar panels and wind turbines, among others.
Torna alla luce un cippo dell’epoca di Claudio a Piazza Augusto Imperatore Un prezioso tesoro esposto nella Sala Paladino

Un prezioso tesoro esposto nella Sala Paladino
16/07 - 30/09/2021
Museo dell'Ara Pacis, Sala Paladino
Un raro cippo pomeriale di travertino, ritrovato ancora infisso nel terreno, testimonianza della storia e soprattutto dello sviluppo dell’Urbe e del suo ampliamento esposto dal 16 luglio 2021 nella Sala Paladino del Museo dell’Ara Pacis.
È questo il tesoro archeologico riportato alla luce nel corso degli scavi per la realizzazione del progetto di riqualificazione di piazza Augusto Imperatore (vincitore del Concorso internazionale del 2006 e presentato dal gruppo coordinato dall’architetto Francesco Cellini). Il cippo, grazie all'iscrizione, può essere ricondotto con assoluta certezza all’imperatore Claudio e, dunque, all’ampliamento del pomerio da questi effettuato nel 49 d.C., stabilendo il nuovo “limite” - sacro, civile e militare - della città.
Mare, WWF: dalle prime schiuse già 400 tartarughine in Sicilia

Sono 62 i nidi monitorati dal WWF fra Sicilia, Basilicata, Puglia e Calabria, di questi 12 in emersione.
Il network tartarughe del WWF che sensibilizza i turisti e insieme ai volontari risponde in tempo reale e agisce per mettere in sicurezza la specie.
La prima schiusa in Sicilia è iniziata lo scorso 6 agosto ad Avola, in provincia di Siracusa, sotto lo sguardo dei volontari e degli esperti WWF. In questo momento sono ben 8 i nidi in schiusa nella stessa provincia e si contano oltre 400 piccole tartarughine che hanno già conquistato il mare per iniziare la loro vita. L’ultimo nido si è schiuso ieri sera a Sampieri, in provincia di Ragusa e sono già oltre 30 le neonate emerse.
Fra Sicilia, Basilicata, Puglia e Calabria sono in totale 62 i nidi di Caretta caretta gestiti e monitorati dal WWF. Solo in Sicilia se ne contano 34 fra le province di Ragusa e Siracusa (di questi 8 in schiusa e 2 già schiusi). Evento straordinario di quest’anno si è verificato nella spiaggia di Gallina ad Avola: in un lembo di sabbia lungo appena 600 metri i volontari, guidati della biologa e operatrice del progetto Life Euroturtles Oleana Olga Prato, hanno trovato ben 6 nidi. Dalla notte del 14 agosto, sono ben 7 le schiuse avvenute contemporaneamente nella provincia di Siracusa.
Medicina
Svelati i Segreti dello Sviluppo Embrionale Iniziale: Un Modello 3D di Cellule Staminali
Studio pubblicato su «Nature Cell Biology» da Padova e Torino...
Paleontologia
Il Segreto del Respiro: Il Fossile di Altamura Chiarisce l'Adattamento Facciale e Climatico dell'Uomo di Neanderthal
L'eccezionale stato di conservazione dello scheletro umano di Altamura, risalente a circa 150.000 anni...
Geografia e Storia
Campi Flegrei: La Microsismicità si Riorganizza, Segno della Nascita (o Riattivazione) di una Faglia
Un nuovo studio, frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi di Roma Tre e...
Archeologia 2.0: l'IA...
Un'innovazione archeologica frutto di una collaborazione tra informatici...
Astronomia e Spazio
L'asteroide minuscolo che sfida la sonda Hayabusa2: scoperte sorprendenti nello spazio
Nel 2031, la sonda giapponese Hayabusa2 avrà un incontro straordinario e...
Scienze Naturali e Ambiente
Le 10 Azioni del Decalbero WWF per una Festa a Basso Impatto 2025
Il WWF Italia, con la sua campagna Our Future, presenta anche...







