Human cells can change job to fight diabetes
For the first time, researchers have shown that ordinary human cells can change their original function. This may give new hope for diabetes patients. Traditional cell biology textbooks say that most cells can only differentiate to the same cell type, with the same function.
It seems that some of these textbooks need to be rewritten, thanks to the new results by researchers at the University of Bergen and their international partners at Université de Genève (UNIGE), Harvard Medical School, Universiteit Leiden and the Oregon Stem Cell Center (OHSU).
The team’s latest study shows that the cells in the human body are much more able to differentiate into different cell types than earlier assumed. They are the first researchers ever to have managed to influence the signals in human cells, so that these cells can change their original function.
“By influencing the glucagon-producing cells in the pancreas, we made them be able to produce insulin instead. This may lead to new treatments for diabetes,” says Professor Helge Ræder, leader of theDiabetes Stem Cell Group,Department of Clinical Science, UiB.
The researchers witnessed that mice recovered from diabetes after they had human manipulated cells transplanted into their pancreas, and became sick again as soon as these cells were removed.
L’ORIGINE DEI SICULI
(Clamorose scoperte sull’età del bronzo siciliano: quasi tutti gli abitanti della Sicilia di quel tempo provenivano dal centro Europa)
Sull’origine dei Siculi, già presenti in Sicilia quando nell' VIII sec. a.C. vi giunsero i Greci, sembra che si stiano per squarciare le nebulose del tempo, grazie alle ricerche dell'archeologo Alessandro Bonfanti, esperto di Preistoria indoeuropea e autore di due corposi saggi sul loro conto, di prossima pubblicazione.
Mi occupo dei Siculi da una decina di anni – dice il ricercatore – e mi sono presto reso conto che i pochi studi condotti su di essi, ma in generale sulle popolazioni siciliane dell'età del bronzo e della prima età del ferro, giungono spesso a conclusioni superficiali e prive di obiettività scientifica. Per questo ho riletto le fonti che li riguardano nelle lingue originali greche e latine, imponendomi di indagare su di loro senza condizionamenti di sorta. Le analisi linguistica e antropologica hanno fatto il resto. Non dico nulla di nuovo – spiega Bonfanti – quando affermo che gli storici antichi hanno parecchio confuso sull'origine di questo popolo, a volte presentato come ligure, altre come enotrio o italico, oppure, così come per i Sicani, originari dell’isola, quasi fossero apparsi dal nulla.
I Siculi, invece, erano una popolazione di stirpe indoeuropea e di ceppo illirico, i quali, intorno al IV millennio a.C., erano un tutt’uno con altre genti illiriche stanziate nel centro dell'Europa, sopra il corso medio del Danubio, al confine di altri macro gruppi indoeuropei: a ovest, con quelli da cui deriveranno i proto-Latini, gli Osco-umbri e i Veneti (Paleoveneti o Venetici), a est e sud-est con i precursori degli Elleni, dei Macedoni e dei Frigi, a nord con il gruppo celto-germanico. Qualche rapporto osmotico i Siculi lo avranno anche con gruppi ''Altoeuropei'' o ''Paleo-europei'' e, ancora, con ''Indoeuropei A'', a cui appartenevano i Sicani, con i quali non ebbero alcun rapporto, in quanto ostacolati dal Danubio che li divideva e lungo il quale quell’originario gruppo carpatico, detto ''A'', era stanziato a partire dalla riva meridionale del fiume.
Malattie neurodegenerative: svelato il ruolo degli RNA negli aggregati tossici di proteine
Il risultato, pubblicato sulla rivista Cell Reports, rivela che specifici RNA sono coinvolti nella Fragile X Tremor Ataxia Syndrome, malattia degenerativa che colpisce il sistema nervoso. Lo studio condotto da ricercatori della Sapienza e del Centre for Genetic Regulation di Barcellona, può migliorare la nostra comprensione di malattie complesse fornendo speranze per nuove cure.
Gravi malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e la SLA, sono associate ad aggregati tossici di proteine che impediscono il corretto funzionamento delle cellule cerebrali. Una nuova ricerca mette in luce il ruolo in questo processo di “ammassamento” proteico nocivo delle molecole di acido nucleico come l’RNA.
Lo studio, realizzato dal Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza, in collaborazione con il Centre for Genetic Regulation di Barcellona, ha svelato, con modelli teorici ed esperimenti in laboratorio, il ruolo di uno specifico RNA in una malattia neurodegenerativa chiamata Fragile X Tremor Ataxia Syndrome, o FXTAS, caratterizzata da un tremolio intenzionale e ataxia (movimenti scoordinati). I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cell Reports.
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