“Il metodo non si basa su modificazioni genetiche ma sulla manipolazione della naturale flora batterica dell’apparato riproduttivo degli insetti, utilizzando ceppi batterici già comunemente diffusi nell’ambiente e assolutamente innocui per l’uomo. In pratica, attraverso la somministrazione di un antibiotico, il batterio Wolbachia viene rimosso dalle cellule del tessuto riproduttivo della zanzara tigre e viene sostituito, tramite microiniezione embrionale, da varianti diverse dello stesso batterio prelevate, nel nostro caso, dalla zanzara comune e dal moscerino della frutta", spiega il ricercatore ENEA Riccardo Moretti.
“La prima variante del batterio Wolbachia rende i maschi in grado di sterilizzare le femmine selvatiche con cui si accoppiano, mentre è la seconda variante che interferisce sulla trasmissione dei virus”, aggiunge Moretti. “I metodi di controllo delle zanzare basati sul rilascio di maschi sterili sono un’alternativa agli insetticidi altamente specifica ed ecocompatibile e quindi sfruttabile in sicurezza anche nei centri urbani. L’uso intensivo di pesticidi può infatti avere un impatto negativo sull’ambiente e sugli organismi viventi oltre a dar luogo a fenomeni di sviluppo di resistenza da parte delle zanzare difficili da gestire”, sottolinea Elena Lampazzi membro dello stesso team di ricerca ENEA. “Grazie a questo metodo biotecnologico il fattore di sterilità è ereditato da tutti i figli di una zanzara femmina che ne è portatrice. Inoltre, rispetto alla tecnica dell’insetto sterile tradizionale basata sull’irraggiamento con raggi γ o x, questo batterio ci ha consentito di ottenere, a costi e tempi di intervento inferiori, esemplari maschi più efficienti nell’indurre sterilità nelle femmine selvatiche”, conclude Calvitti.
Pur non essendo ancora utilizzato in Europa, l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) ha classificato il metodo ENEA come biocida - assimilato cioè a sostanze, miscele o metodi utilizzati per il controllo di organismi nocivi - mentre il Ministero della Salute italiano ha dato il via libera alla sperimentazione in campo su aree controllate.