La Dr.ssa Formigatti ricorda: “Nelle diete vegetariane, in genere, è facile non soddisfare il fabbisogno quotidiano di alcune proteine e vitamine, in particolare gli aminoacidi essenziali e la vitamina B12, che è esclusivamente presente negli alimenti di origine animale, oltre al ferro che si trova soprattutto nella carne. La dieta L.O.Ve. apporta energia da vegetali per circa l’80% e assicura un corretto apporto di proteine con i 9 aminoacidi essenziali e di vitamina B12 grazie al Grana Padano DOP, al latte, ai latticini e alle uova, rispettando l’apporto energetico equilibrato di carboidrati, grassi e proteine secondo i LARN”.
Valutando l’impatto ambientale della dieta L.O.Ve. con i criteri L.C.A. (Life Cycle Assessment, procedura standardizzata a livello internazionale ISO 14040 che valuta gli impatti ambientali lungo l’intera filiera produttiva) si evince un valore nettamente inferiore rispetto a quello della dieta mediterranea onnivora (2,8% vs 4,6%) e tale differenza è ancora maggiore per le diete onnivore abituali di molti paesi industrializzati, non di tipo mediterraneo, ma ad alto contenuto di carni. Il risultato è dovuto a un cospicuo apporto di ingredienti di origine vegetale (cereali a rotazione, legumi, verdura, frutta, frutta secca e semi oleosi), dal 20% di energia da latticini e uova e, soprattutto, dalla bassa impronta ambientale del Grana Padano DOP.
La Dr.ssa Erica Cassani afferma: “Valutando l’impatto ambientale complessivo degli alimenti presenti nella dieta L.O.Ve. utilizzando Ecoindicator99 ed Ecopoint - procedure che analizzano l’impatto in base al danno ecologico conseguente al consumo degli alimenti presenti nei 3 modelli alimentari: onnivoro, latto-ovo-vegetariano e vegano - la dieta proposta da ENGP è da considerarsi più eco-compatibile rispetto a una dieta onnivora (soprattutto se onnivora a elevato consumo di carni)”.
L’inserimento del Grana Padano DOP nella dieta ha dato risultati eccellenti non solo per l’apporto di proteine ad alto valore biologico e vitamina B12, ma anche perché, a parità di nutrienti ed energia, tra i derivati del latte questo formaggio ha un’impronta ecologica inferiore. Dagli studi effettuati all’Università Cattolica di Piacenza si evince che, sul totale delle emissioni di CO2 dei latticini normalmente inseriti nella dieta media di un italiano, solo il 25% di queste proviene da formaggi stagionati. Inoltre l’impatto del Grana padano DOP, nonostante l’importante apporto di nutrienti, rappresenta solo il 10% dell’intera impronta ecologica della dieta L.O.Ve.
Il CSQA (Ente di Certificazione di sistema e di prodotto, ispezione, formazione: qualità, ambiente, sicurezza) misura l’impatto ambientale del Grana Padano DOP considerando il ciclo di vita di tutta la filiera. Da queste valutazioni si deduce che ogni forma di Grana Padano DOP, dalla coltivazione dei foraggi fino al prodotto marchiato, “cattura” 70 kg CO2.
La “cattura” deriva dall’elevata quantità di vegetali (trinciato di mais soprattutto) che è necessario produrre per sostenere l’alimentazione delle vacche. La CO2 “catturata” con la fotosintesi clorofilliana compensa abbondantemente le varie emissioni di anidride carbonica che si hanno nel corso del processo produttivo, per queste caratteristiche il formaggio può essere considerato eco-compatibile.