Ecco il campione da cui ha preso avvio l’indagine elaborata dal professor Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica presso l’Università degli Studi di Milano, assieme all’Università di Messina e coordinata da Doxa per conto della Società Italiana di Medicina del Lavoro. Secondo l’indagine, il 6% del campione - in larga parte attivo - non è stato vaccinato, ma soltanto il 3.8% riferisce di non avere alcuna intenzione di vaccinarsi. La maggior parte dei vaccinati (79%) era già convinto da solo di vaccinarsi, il 21% è stato convinto dalle norme governative, dal medico di famiglia e dal medico competente, oltre che da familiari e amici. Dopo l’adozione del green pass per i luoghi di lavoro, il 12% ha fatto tamponi ripetuti e metà di essi si è poi vaccinato.
Il 65% degli intervistati ritiene utile la campagna informativa governativa sul vaccino sui media. Quanto alla adozione del green pass rafforzato, il 78% è favorevole per bar, ristoranti, negozi, ecc., e il 75% sul luogo di lavoro. Il 76% è favorevole anche all’obbligo vaccinale negli ultra cinquantenni e il 73% a un lockdown ristretto ai non vaccinati. L’80% è favorevole a mantenere incentivazioni per lo smart working. Il 74% ritiene utili tamponi periodici per i lavoratori e il 94% le misure di sanificazione dei locali. Il 23% si è vaccinato contro l’influenza, circa il doppio rispetto allo scorso anno.
Dall’indagine emerge che la figura e il ruolo del medico del lavoro-competente sono conosciuti dal 70% degli intervistati, mentre per il restante 30% tale figura non è prevista dalla normativa. Circa un terzo degli intervistati ha anche avuto rapporti durante la pandemia. Il 29% degli intervistati riferisce di avere contratto COVID-19, corrispondente al 10% in più della percentuale ufficialmente registrata nella popolazione adulta. Considerando anche i casi asintomatici è probabile, quindi, che metà della popolazione italiana sia venuta in contatto col virus Sars-Cov-2. Circa metà dei casi di COVID-19 con sintomi clinici si è verificata negli ultimi due mesi, quando ha preso il sopravvento la variante omicron, estremamente contagiosa, ma fortunatamente meno severa per i vaccinati. Infine, dall’indagine è chiaro che il vaccino è stato accettato dalla quasi totalità della popolazione attiva, grazie anche al convincimento da parte dei medici competenti e dei medici di famiglia e la campagna vaccinale ha aumentato anche la vaccinazione anti-influenzale, contribuendo al controllo dell’epidemia influenzale stagionale. “I dati sono attualmente in fase di analisi più approfondita e di elaborazione, in previsione della preparazione di un lavoro scientifico” – spiega il professor Carlo La Vecchia – “Le misure di contenimento in atto godono del supporto della maggioranza della popolazione, sebbene circa un quarto degli italiani non sia del tutto o per niente favorevole”.