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Vibrazioni Batteriche: La Nuova Frontiera del 'Nanomotion Sensing' per Neutralizzare i Super-Batteri

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26 Dicembre 2025

Una ricerca d'avanguardia, guidata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr)...

L’enigma della "Signora delle Conchiglie": scoperta una tomba vichinga senza precedenti in Norvegia

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25 Dicembre 2025

La donna dell'epoca vichinga aveva due conchiglie di capasanta posizionate...

Il tatto nasce nel cervello: la percezione dipende dal senso di appartenenza corporea

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24 Dicembre 2025

Un innovativo studio rivela che la mente può "accendere" o...

Tumore del colon-retto: scoperto un "interruttore" per risvegliare le difese immunitarie

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23 Dicembre 2025

Uno studio dell'Università di Padova identifica nel recettore CD300e un...

Ascoltare le vibrazioni dei batteri: una nuova frontiera contro la resistenza agli antibiotici

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22 Dicembre 2025

Grazie al "nanomotion sensing", i ricercatori del CNR hanno isolato...

Sentire con gli occhi: quando è la mente a "decidere" cosa tocca il corpo

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19 Dicembre 2025

La nostra percezione tattile non dipende solo dal contatto fisico,...

Leggere il pensiero attraverso i muscoli: la nuova frontiera della decodifica motoria

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18 Dicembre 2025

Un’equipe di ricerca dell'Università Statale di Milano ha messo a...

Il Volto Fossile di un Homo erectus Etiopico Ridefinisce le Prime Migrazioni Fuori dall'Africa

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17 Dicembre 2025

L'archeologo Sileshi Semaw, ricercatore presso il Centro Nacional de Investigación...

Venerdì, 07 Febbraio 2025


Un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano ha analizzato dal punto di vista geochimico conchiglie fossili di brachiopodi provenienti dall’Iran, che si sono dimostrate preziosi archivi di dati per aiutare a ricostruire le temperature delle acque marine nel Paleozoico. Questo studio, pubblicato su Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, ci può fornire importanti strumenti per comprendere gli attuali cambiamenti climatici e le loro conseguenze.
Com’era il clima nel passato remoto? Quali cambiamenti si sono verificati e con quali conseguenze ambientali?
Le risposte a queste domande sono state trovate in quelli che si possono definire veri e propri bioarchivi fossili: le conchiglie dei brachiopodi. A dimostrarne l’efficacia come strumento per
comprendere le variazioni climatiche del passato è uno studio multidisciplinare condotto da un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano, dell’Università degli Studi di Ferrara, dell’Università di St. Andrews in Scozia e dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco pubblicato su “Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology”.

Pubblicato in Archeologia


È ufficialmente iniziato MAGICBIOMAT, un progetto ambizioso che mira a rispondere alla sfida globale dell’inquinamento da plastica, sviluppando materiali innovativi, biodegradabili e rispettosi dell’ambiente, pensati per diverse applicazioni.
Il progetto, finanziato nell’ambito di Horizon Europe dall’Unione Europea, è coordinato dalla Technological University of the Shannon: Midlands Midwest (Irlanda), con la partecipazione di sette partner europei: Università degli Studi di Padova (Italia), Organik Kimya Sanayi veTicaret AS (Turchia), DIGIOTOUCH OU (Estonia), Centre Technique Industriel de la Plasturgie et des Composites (Francia), Isotech Ltd (Cipro) e The University of Sheffield (Regno Unito). Il kick-off meeting, che si è tenuto in Irlanda il 15 e 16 gennaio, ha riunito i rappresentanti di tutte le organizzazioni partner per dare ufficialmente avvio al progetto.

Pubblicato in Tecnologia
Venerdì, 07 Febbraio 2025 11:04

Usare l’acqua come nuovo carburante spaziale


Il nuovo progetto europeo WET – Water-based Electric Thrusters, coordinato dall’Università di Bologna, studierà i processi fondamentali che regolano la formazione e il comportamento del plasma generato a partire dall’acqua per arrivare a progettare un propulsore elettrico capace di azionare i veicoli spaziali.


Usare l’acqua come carburante, per viaggiare nello spazio. È la sfida di WET – Waterbased Electric Thrusters, nuovo progetto di ricerca Horizon Europe coordinato dall’Università di Bologna. Gli studiosi esploreranno il comportamento del plasma generato a partire dall’acqua per ideare una nuova tipologia di propulsore elettrico da utilizzare sui satelliti spaziali.
"Con questo progetto vogliamo fare un passo decisivo verso la standardizzazione di tecnologie di propulsione sostenibili, in grado di ridurre l’impatto ambientale delle missioni spaziali e di sfruttare le risorse disponibili nello spazio", spiega Fabrizio Ponti, professore al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Bologna (Campus di Forlì), che coordina l'iniziativa. "Grazie all’acqua, un propellente ecologico e versatile, potranno aprirsi possibilità inedite per l’esplorazione dello spazio profondo, con un occhio di riguardo alla sostenibilità economica e ambientale".

Pubblicato in Tecnologia

 

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