Una fedele ricostruzione di trent'anni di storia nazionale ed internazionale con rispettosa attenzione nei confronti dei protagonisti della storia stessa, siano stati essi personaggi di grande fama o individui comuni. In questo modo si propone al visitatore l'opera di Gianni Giansanti, celebrata dalla mostra fotografica "Umanità", in questi giorni a Roma presso il Museo di Trastevere. L'esposizione, curata da Chiara Mariani e Alda Masella, è realizzata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci ed è patrocinata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali.

 

 

Il percorso della mostra consta di 86 scatti fotografici che ripercorrono la carriera di uno dei più celebri ed apprezzati foto-giornalisti italiani, venuto a mancare nel 2009.

Divenuto famoso nel 1978, a soli ventuno anni, grazie alla foto esclusiva del ritrovamento del corpo esanime dell'On.Aldo Moro, Gianni Giansanti si è dedicato alla cronaca, ai reportage ed al ritratto, adoperandosi in tutti i contesti con lo scrupolo e la curiosità di un giornalista dalla straordinaria sensibilità.

In questo modo ogni scatto esposto risulta di grande attualità, carico di impatto emotivo ma mai eccessivo nella ricerca di facili emozioni o volgare nella rincorsa di banali sensazionalismi.

Un viaggio nella memoria di un uomo che, con la propria opera, ha saputo rendere eterni ed indelebili alcuni dei momenti più tragici della nostra storia, come gli attentati di Bologna, il terremoto dell'Irpinia ed il disastro di Tesero.

Numerosi sono anche i reportage. Quelli realizzati durante i suoi viaggi nella valle dell'Omo in Etiopia, nei monasteri Tibetani, nelle cerimonie Indu in India o durante le celebrazioni delle ricorrenze ebraiche a Gerusalemme, sempre finalizzati a riscoprire le origini dell'uomo e delle differenti culture.

E poi i suoi ritratti di personaggi celebri. Da Yasser Arafat ad Italo Calvino, da Altiero Spinelli a Primo Levi, dall'ancora Cardinale Ratzinger a Papa Giovanni XXIII ed ancora molte altre personalità del mondo politico, intellettuale, della musica e dello sport.

Scatti che testimoniano una rara capacità di sapersi calare in una molteplicità di tematiche e di realtà, confermando così una naturale predisposizione all'approfondimento, animata da una curiosità vivace e poliedrica. Una pluralità ed una eterogeneità di temi e soggetti che non impedisce però al visitatore della mostra di cogliere un filo conduttore nella carriera di Gianni Giansanti.

Qualunque fosse il soggetto della sua fotografia, un Capo di Stato, un Pontefice, un campione sportivo, un fedele in preghiera, una vedova in lacrime dopo una tragedia, la finalità di Giansanti è volta ad indagare nella natura umana.

Ecco dunque che i personaggi più noti, al pari degli sconosciuti, non vengono mai ritratti nei momenti ufficiali o durante la realizzazione delle proprie performance artistiche o sportive. Giansanti, mostrando un assoluto rispetto, ha sempre fotografato i personaggi celebri nei momenti di intimità, nella loro qualità di individui, ricercando nella semplicità la traccia delle passioni celate, dei sentimenti  sinceri, delle paure recondite, ovvero l'Umanità.

Fabrizio Giangrande
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Ultima modifica il Mercoledì, 04 Luglio 2012 11:00
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