Rischio genetico del melanoma: la ricerca pubblicata su Nature Genetics

Una collaborazione internazionale tra 115 istituzioni in tutto il mondo, che vede ai primi posti l'Unità Genetica dei Tumori Rari del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche dell’Università di Genova e l’Ospedale Policlinico San Martino, guidata dalla prof.ssa Paola Ghiorzo, appena pubblicata su Nature Genetics, ha più che raddoppiato il numero conosciuto di regioni sul genoma umano che influenzano il rischio di sviluppare il melanoma.
Il melanoma è un tumore della pelle, a volte mortale, la cui incidenza è in costante aumento in Italia. Ogni anno vengono diagnosticati circa 12.000 nuovi casi e registrati circa 2.000 decessi nonostante i progressi ottenuti con le nuove terapie.
La prof.ssa Ghiorzo si è avvalsa della collaborazione di Bruna Dalmasso (UniGe), Lorenza Pastorino (UniGe) e Paola Queirolo (IRCCS San Martino). I ricercatori hanno esaminato il DNA di 37.000 persone a cui era stato diagnosticato il melanoma e hanno confrontato le loro informazioni genetiche con quelle di quasi 400.000 persone senza storia della malattia, triplicando il campione studiato rispetto a qualsiasi studio precedente sul rischio di melanoma e ampliando gli approcci grazie al confronto dei dati genetici con quelli di espressione.
È stata usata la relazione tra nei, pigmentazione e melanoma per identificare 33 regioni geniche aggiuntive e confermarne 21 precedentemente segnalate che potenzialmente influenzano il rischio di melanoma. L’identificazione delle nuove regioni permette ora di restringere il campo dei geni specifici sottostanti e comprendere meglio i percorsi che portano al melanoma. Il melanoma inizia nei melanociti, cellule della pelle responsabili della produzione del pigmento melanina che dà colore alla pelle.
‘Near-unlivable’ heat for one-third of humans within 50 years if greenhouse gas emissions are not cut

Areas of the planet home to one-third of humans will become as hot as the hottest parts of the Sahara within 50 years, unless greenhouse gas emissions fall, according to research by scientists from China, USA and Europe published in the journal Proceedings of the National Academy of Sciences this week. The rapid heating would mean that 3.5 billion people would live outside the climate ‘niche’ in which humans have thrived for 6,000 years.
Published as billions of people are locked down by the corona crisis, the findings are a stark warning that continued carbon emissions would put the world at increasing risk of further unprecedented crises, the international research team of archaeologists, ecologists, and climate scientists concludes.
A genomic analysis in samples of Neanderthals and modern humans shows a decrease in ADHD-associated genetic variants

The experts Paula Esteller, Bru Cormand and Òscar Lao.
The frequency of genetic variants associated with attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD) has decreased progressively in the evolutionary human lineage from the Palaeolithic to nowadays, according to a study published in the journal Scientific Reports.
The new genomic analysis compares several ADHD-associated genetic variants described in current European populations to assess its evolution in samples of the human species (Homo sapiens), modern and ancient, and in samples of Neanderthals (Homo neanderthalensis). According to the conclusions, the low tendency observed in European populations could not be explained for the genetic mix with African populations or the introgression of Neanderthal genomic segments in our genome.
The new genomic study isled by Professor Bru Cormand, from the Faculty of Biology and the Institute of Biomedicine of the University of Barcelona (IBUB), the Research Institute Sant Joan de Déu (IRSJD) and the Rare Diseases Networking Biomedical Research Centre (CIBERER), and the researcher Oscar Lao, from the Centro Nacional de Análisis Genómico (CNAG), part of the Centre for Genomic Regulation (CRG). The study, whose first author is the CNAG-CRG researcher Paula Esteller -current doctoral student at the Institute of Evolutionary Biology (IBE, CSIC-UPF)- counts on the participation of research groups of the Aarhus University (Denmark) and the Upstate Medical University of New York (United States).
Condizioni abitative e disagio psico-fisico nel periodo di lockdown

Che impatto ha la casa in cui viviamo sulla nostra salute mentale? Il lockdown imposto per contenere la diffusione della pandemia da Covid-19 ha trasformato le case di milioni di persone in postazioni di lavoro, sale riunioni o aule didattiche. Improvvisamente la nostra quotidianità è cambiata; molti hanno dovuto decidere dove trascorrere i successivi due mesi di vita, rimanendo negli appartamenti metropolitani o ritornando alle case familiari fuori città, condividendo ogni giorno gli spazi con coniugi, figli o familiari.
Alla vigilia della riapertura, dopo questa intenso periodo nelle nostre case, sicuramente molti desidererebbero avere una stanza in più, un terrazzo più grande o una vista migliore. E se queste non fossero solo preferenze personali ma, in qualche modo, influissero anche sulla qualità della nostra vita?
Coronavirus: the importance of ventilation

Droplets produced by coughing, photographed using laser techniques. The large droplets will fall to the ground within one second, whereas the tiny droplets can remain in the air for several minutes. Image: The Lancet / G. A. Somsen et al.
Using laser light techniques, University of Amsterdam physicists and medical researchers have found that small cough droplets, potentially containing virus particles, can float in the air in a room for many minutes, especially when the room is poorly ventilated. Good ventilation in public spaces (e.g. public transport, nursing homes) is therefore crucial to slow down the spread of the coronavirus. The results were published in the scientific journal The Lancet Respiratory Medicine on Thursday, 28 May.
The research was carried out by physicists Daniel Bonn, Stefan Kooij and Cees van Rijn from the UvA Institute of Physics, together with medical researchers Aernout Somsen (Cardiology Centers of the Netherlands) and Reinout Bem (Amsterdam University Medical Centers).
Same father, same face

More like mom or dad?
Human babies always get this curious look in their face combined with the question whom the child resembles most. The answers vary depending on the degree of kinship, gender and the time of assessment. Mandrills, monkeys living in Equatorial Africa, may recognize facial features coding relatedness better than humans. Scientists at the German Primate Center - Leibniz Institute for Primate Research in Göttingen, together with colleagues from the Institut des Sciences de l’Evolution de Montpellier (ISEM), showed by using up-to-date artificial intelligence (AI) that half-sisters, who have the same father look more alike than half-sisters who share the same mother. The paternal half-sisters also have closer social relationships with each other than unrelated mandrills. This result provided the first evidence suggesting that interindividual resemblance has been selected to signal paternal kinship (Science Advances).
TUMORI: “IN ITALIA LA SOPRAVVIVENZA PIÙ ALTA D’EUROPA MA MENO RISORSE SCREENING, AL VIA LA PIÙ GRANDE CAMPAGNA MAI REALIZZATA NEL NOSTRO PAESE”

In 10 anni, nel mondo, i casi di cancro sono aumentati del 42%. Nel 2018, 32 miliardi di euro per farmaci antitumorali nel Vecchio Continente, Italia al 3° posto. Beretta, presidente AIOM: “Otteniamo risultati migliori spendendo meno. La prevenzione secondaria è strumento di sostenibilità, però l’adesione è sotto la media” .
Roma, 28 maggio 2020 – Parte la più grande campagna dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) mai realizzata per aumentare l’adesione ai programmi di screening, rivolta a tutti i cittadini. Per tre mesi la pandemia causata dal Covid ha determinato il blocco dei programmi di prevenzione secondaria e, se la situazione si prolungasse, si avrebbe il rischio concreto di un maggior numero di diagnosi in fase avanzata, con un conseguente peggioramento della prognosi ed un aumento delle spese per le cure. Una prospettiva a cui la società scientifica risponde con un grande progetto di sensibilizzazione sul ruolo degli screening. La preoccupazione per il probabile incremento dei casi di cancro in stadio avanzato interessa tutto il mondo ed è uno dei temi del Congresso della Società Americana di Oncologia Medica (ASCO), al via da domani al 31 maggio in forma virtuale. In dieci anni, in tutto il pianeta, i nuovi casi di cancro sono aumentati del 42%. Erano 12,7 milioni nel 2008, sono saliti fino a 18,1 milioni nel 2018. In crescita anche i decessi, da 7,6 milioni a 9,6 milioni. L’Europa spicca, perché al Vecchio Continente sono riconducibili il 23,4% dei casi di tumore globali e il 20,3% dei decessi oncologici, sebbene abbia solo il 9% della popolazione mondiale.
WWF: "Bene la chiusura del carbone a Brindisi"

Nel 2021 chiuderà il Gruppo 2 a carbone della Centrale Federico II di Brindisi, l’auspicio è che questo sia solo l’inizio e che ENEL acceleri anche la dismissione degli altri 3 gruppi
Il WWF Italia apprende con piacere che il Ministero dello Sviluppo Economico abbia dato parere favorevole alla chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale termoelettrica a carbone Federico II di Brindisi a partire dal primo gennaio 2021. Enel ha contemporaneamente annunciato la richiesta di chiusura col carbone in Cile entro il 2022, e questo costituisce un altro segnale positivo.
309 calorie di cioccolato fondente fanno bene al cuore

Sempre più frequentemente si parla dei benefici del cioccolato, specialmente di quello fondente, che grazie ad alte concentrazioni di polifenoli può avere effetti antinfiammatori.
Ai molteplici studi scientifici condotti nel mondo, si affianca quello dell’Osservatorio Grana Padano che ha analizzato le abitudini nutrizionali di 4.186 soggetti adulti italiani (età maggiore di diciotto anni, 56% femmine, 46% maschi) e il loro consumo giornaliero di cioccolato, sia nella forma classica, sia nei dolci al cucchiaio e barrette al cioccolato. Dalla ricerca emerge che, in media, il campione intervistato consuma 60 grammi di cioccolato a settimana, riscontrando una minore incidenza di ipertensione, ipercolesterolemia e rischi cardiovascolari rispetto alla media degli italiani.
Da uno studio pubblicato sulla rivista “Atherosclerosis” si evince che il cioccolato ha un effetto positivo in termini di salute, in particolare una significativa riduzione di ictus nelle donne. Uno studio svedese pubblicato quest’anno da ”American Heart Journal” su un numero elevato di uomini seguiti per un periodo di quattordici anni, rileva che c’è un più basso tasso di ricoveri e morti per scompenso cardiaco tra coloro che hanno un moderato consumo di cioccolato. Lo studio italiano Moli-Sani ha invece evidenziato che 6,7 grammi al giorno di cioccolato abbassano la Proteina C reattiva, uno degli indicatori più promettenti per lo stato d’infiammazione cronica che aumenta il rischio cardiovascolare, dall’infarto cardiaco all’ictus cerebrale.
Exploiting viruses to attack cancer cells

The AdARET killed cancer cells (A549, H1299, and C33A) in a dose dependent manner while normal cells (BJ and WI38) were unaffected particularly with small doses infected with AdARET and AdAREF at the MOIs indicated. Living cells were stained blue. MOI indicates the number of virus particles per cell. (Yohei Mikawa et al., Cancers, May 11, 2020)
An adenovirus is now better able to target and kill cancer cells due to the addition of an RNA stabilizing element.
Hokkaido University scientists have made an adenovirus that specifically replicates inside and kills cancer cells by employing special RNA-stabilizing elements. The details of the research were published in the journal Cancers.
Much research in recent years has investigated genetically modifying adenoviruses to kill cancers, with some currently being tested in clinical trials. When injected, these adenoviruses replicate inside cancer cells and kill them. Scientists are trying to design more efficient viruses, which are better able to target cancer cells while leaving normal cells alone.
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