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"Occorre procedere nel difficile percorso di decarbonizzazione intervenendo con investimenti importanti stimati in 130 mila miliardi di dollari per avviare e diffondere l'uso delle energie rinnovabili: dal solare, all'eolico fino al geotermico per innescare un processo virtuoso che ci consenta entro il 2050, a livello globale, di tagliare il 70% delle emissioni di anidride carbonica". Queste le parole di Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e Coordinatore della Commissione "Ambiente" del CNG, alla vigilia della Giornata mondiale dell'ambiente, proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1972. Il tema per l'edizione 2020 è "È il momento per la Natura", dedicato alla biodiversità e al rischio di estinzione di circa 1 milione di specie viventi, su un totale stimato di circa 8.7 milioni.

Anche quest'anno il 5 giugno il Consiglio Nazionale dei Geologi, sempre attento alle tematiche ambientali, aderisce all'iniziativa. "La giornata mondiale dell'ambiente costituisce un'occasione importante – spiega Giovine - per ribadire la necessità di un cambiamento ambientale radicale improntato ad una gestione sostenibile delle risorse al fine di tutelare il futuro del pianeta e delle specie viventi".

Pubblicato in Ambiente



Researchers in Brazil have created a system capable of measuring body temperature from a distance and in crowded environments, such as hospitals, supermarkets and factories. The system aims to detect people with fever — one of the most frequent symptoms of COVID-19 — and prevent the virus SARS-CoV-2 from spreading.

The technology, called Fevver, is based on algorithms and artificial intelligence connected to a camera. It captures images of faces and detects infrared energy radiation by measuring the temperature of the corners of the eyes, where the lacrimal channels are located. The system is already being used in the Albert Einstein hospital, a private medical facility in São Paulo, which has the most recorded COVID-19 cases in Brazil. Set up at the hospital reception, it can capture and analyse the face of every person who enters the facility.

Pubblicato in Scienceonline
Giovedì, 04 Giugno 2020 11:30

"Planet Escape Room", siamo tutti in gioco



Dalla pandemia alle locuste, dagli incendi in Australia all’acqua alta a Venezia, i messaggi di allarme dal Pianeta si susseguono senza sosta e il tempo per agire è sempre meno, dobbiamo collegare i segnali per garantirci un futuro prospero e sicuro

Ora che finalmente la pandemia sta rallentando è arrivato il momento di riflettere. La scienza ha confermato come la diffusione di questo virus sia direttamente e indirettamente collegata ad un rapporto “malato” con la natura, caratterizzato da deforestazione, commercio illegale di animali selvatici, modelli di produzione e di consumo insostenibili a cui si aggiungono i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Fra i tanti messaggi di allarme che hanno attraversato il Pianeta negli ultimi mesi, il COVID-19 è sicuramente il più immediato e tangibile, ma di certo non l’unico.

Per questo nella Giornata mondiale dell’ambiente, che si celebra venerdì 5 giugno, il WWF ha deciso di ripercorrere e collegare le maggiori emergenze degli ultimi 18 mesi - in particolare quelle che hanno avuto maggior risalto mediatico - per raccontare la drammatica escalation dei segnali che ci sta inviando il pianeta ed evidenziare come solo un buon gioco di squadra possa farci uscire dalla crisi planetaria, disegnando un futuro più prospero e sicuro per tutti. Lo ha fatto considerando tutte le principali emergenze ambientali come se fossero gli elementi di una Escape Room planetaria, che necessita di risposte concrete per passare al livello successivo ossia quello in cui le nostre condizioni di vita, di salute e di benessere vengono garantite e protette.

Il report "Planet Escape Room, siamo tutti in gioco. I messaggi di allarme dal Pianeta si susseguono senza sosta e il tempo per agire è sempre meno" è scaricabile QUI>>

Pubblicato in Ambiente


Il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, unico partner italiano del progetto, metterà al servizio le tecniche uniche che ha sviluppato per identificare le diverse tipologie di microplastiche


Un oceano di plastica: si stima che nell’Atlantico ne arrivino ogni anno dai cinque ai tredici milioni di tonnellate, una presenza di cui però si conosce molto poco, appena il 10%, soprattutto a causa delle microplastiche. E proprio per colmare questa lacuna è partito HOTMIC- Horizontal and vertical oceanic distribution, transport, and impact of microplastics, un progetto triennale finanziato con 2,3 milioni di euro nell’ambito del programma europeo “JPI Oceans” a sostegno dei mari denominato “Healthy and Productive Seas and Oceans”.

I paesi europei impegnati nel progetto HOTMIC sono sei e per l'Italia l'unico partner è il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa. HOTMIC, che prenderà il via ufficialmente il 5 giugno, ha l’obiettivo di mappare la presenza delle microplastiche dalla costa Atlantica europea sino al vortice nord atlantico. Con questo progetto si metteranno a punto metodologie analitiche e si faranno campagne di campionamento delle microplastiche, anche sotto i 10 micron, per valutarne entità, tipologia, distribuzione, rotte dagli estuari fino al mare aperto e dalla superficie sino ai fondali, modalità di degradazione e di interazione con organismi biologici. L’intento è di porre le basi per una più accurata valutazione dei potenziali rischi per l’ambiente e per gli organismi marini. In particolare, i chimici e ricercatori dell’Ateneo pisano metteranno in campo le tecniche uniche che hanno ideato per identificare e quantificare le diverse varietà di microplastiche.

Pubblicato in Ambiente

 


L’alimentazione può essere utile a combattere la depressione. Fornendo al proprio corpo più calorie, e quindi più energia, oppure alimenti che stabilizzano il livello di zucchero nel sangue e stimolano i neurotrasmettitori cerebrali.

Uno studio dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano ha indagato le abitudini alimentari di 500 persone, confrontandole con i parametri stabiliti dai nutrizionisti dell’Osservatorio per combattere la depressione, un male sempre più diffuso nella nostra società, e fornito dei consigli pratici.

Ne soffrono circa 15 persone su 100. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e nelle adulte. Secondo uno studio ESEMeD (European Study of the Epidemiology of mental Disorders) in Italia la prevalenza della depressione maggiore e della distimia (disturbo dell’umore) è del 4,5 % dopo i 65 anni, mentre l’età adulta è sicuramente la più a rischio, con una percentuale del 10%.

Lo studio dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano (OGP) ha analizzato in modo accurato le abitudini alimentari di 500 persone tra i 18-55 anni, utilizzando un software che permette di calcolare l’intake calorico e di macro e micro nutrienti, di vitamine e di minerali.

Pubblicato in Medicina


Una tigre di Sumatra – specie considerata in grave pericolo di estinzione dalla UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) – è morta sull’isola di Sumatra, in Indonesia, dopo essere rimasta intrappolata all’interno di una piantagione per la produzione di cellulosa gestita dalla APP (Asia Pulp and Paper), società controllata dal Sinar Mas Group, uno dei maggiori produttori di carta al mondo.

L’espansione, legale e illegale, delle piantagioni per la produzione di olio di palma e cellulosa è una delle principali cause degli incendi che da ormai molti anni devastano le foreste indonesiane, causando gravi problemi di salute alla popolazione e la perdita dell’habitat di molte specie endemiche come la tigre di Sumatra. In natura ne rimangono circa 600 esemplari.

Secondo il Riau Natural Resources Conservation Agency Center, che ha eseguito l’autopsia, si trattava di un giovane esemplare maschio che, prima di rimanere intrappolato, è stato ferito alla zampa anteriore destra. Nelle vicinanze della trappola è stata trovata una carcassa di maiale, probabilmente utilizzata dai bracconieri come esca. Dall’inizio dell’anno è la seconda tigre ad essere ritrovata morta in una piantagione per la produzione di cellulosa.

Pubblicato in Zoologia

 

Università degli studi di Milano-Bicocca
5 giugno 2020, ore 10.00
Diretta live

Giornata mondiale dell'ambiente 2020

Ghiaccio bollente: la ricerca sui cambiamenti climatici dalle Alpi al Polo sud

 

Un collegamento live con la base di ricerca Concordia che si trova nel continente di ghiaccio dell'Antartide per poter conoscere il lavoro e la vita quotidiana dei ricercatori del PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide).

In occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente 2020 Time for Nature, la Centrale dell'Acqua di Milano ha organizzato un evento speciale insieme ad ENEA, Università di Roma Tre, Università Statale di Milano, Università Milano Bicocca e Comitato Glaciologico Italiano.

L'incontro on line ha l'obiettivo di far conoscere la ricerca sui cambiamenti climatici attraverso lo studio della criosfera – la superfice terrestre coperta di ghiacci, ovvero l'acqua solida presente sul nostro pianeta - dando voce agli scienziati attivi sul campo.

Introdurranno e dialogheranno con i ricercatori in Antartide alcuni tra i più rilevanti glaciologi italiani:

prof. Massimo Frezzotti (presidente del Comitato Glaciologico Italiano, Università Roma Tre),

prof.ssa Guglielmina Diolaiuti (Università Statale di Milano),

prof. Valter Maggi (Università di Milano-Bicocca).


E' possibile seguire la diretta attraverso la pagina facebook della Centrale dell'Acqua di Milano: https://www.facebook.com/CentraleAcquaMilano  oppure attraverso la diretta live su youtube: https://www.youtube.com/user/comunicazioneMM

Pubblicato in Ambiente


La ricerca degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana pubblicata Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism


Uno studio degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana ha documentato il primo caso al mondo di tiroidite subacuta provocato dal coronavirus.

Il lavoro pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, rivista della Società americana di endocrinologia ha come primo autore Alessandro Brancatella, medico specialista in endocrinologia e dottorando di ricerca, insieme alla biologa Debora Ricci, agli specializzandi Nicola Viola e Daniele Sgrò, a Ferruccio Santini, professore associato di endocrinologia e direttore dell’unità operativa Endocrinologia 1, e a Francesco Latrofa, professore associato di endocrinologia.

Pubblicato in Medicina



​​​​​​​Oltre 220 centri di ricerca nel mondo, di cui 15 in Italia, impegnati nello sviluppo di attività sperimentali sul Covid-19 utilizzando la spettrometria di massa
Ad Aprile 2020 è nata la “COVID-19 Mass Spectrometry Coalition”, un consorzio internazionale di più di 220 laboratori di spettrometria di massa (MS), ovvero la più potente e diffusa tecnica analitica usata nella ricerca biomedica, la diagnostica e lo sviluppo di farmaci. Questi laboratori, che afferiscono ai maggiori centri di ricerca e Università del mondo, sono coordinati dall’IMaSS, società scientifica indipendente a carattere divulgativo che ha come obiettivo primario la promozione dell'attività di ricerca nel campo della spettrometria di massa.

Pubblicato in Medicina
Mercoledì, 03 Giugno 2020 09:31

The consequences of exploiting the ocean depths



The Mesopelagic zone, or Twilight zone, contains the largest and least exploited fish reserves in the oceans. It is crucial for the sustainability of the oceans and for the elimination of carbon dioxide from the atmosphere and its storing in the deep oceans for centuries or more. Despite its importance in the balance of the oceans and the global carbon cycle, it is a little understood zone, physically, biochemically and ecologically. Faced with this lack of knowledge, there is the danger that there could be an increase in the demand for its resources by a continuously growing population means greater exploitation of this zone without first understanding the possible climatic consequences. The response of its ecosystems to climate change is still unknown, taking into account that temperature variations, acidification deoxygenation have a definite effect on the life of the zone.

Pubblicato in Scienceonline

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