Mercoledì, 22 Settembre 2021


Una ricerca congiunta Milano-Bicocca e San Raffaele, ha registrato la “voce” del talamo visivo nell’essere umano, per la prima volta e in modo non invasivo, cioè mediante sensori appoggiati all’esterno del capo. Una ricerca che fa luce sul ruolo di questa struttura fondamentale per la nostra attività sensoriale, in quanto trasmette al cervello le immagini che provengono dalla retina, svelando anche come esso influisca sulla nostra capacità attentiva.

Lo studio “Scalp-recorded N40 visual evoked potential: Sensory and attentional properties”, che è stato condotto presso il laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva da Alice Mado Proverbio, docente di psicobiologia del Dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca, insieme a Veronica Broido e Francesco De Benedetto, in collaborazione con Alberto Zani, docente di psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, è stato appena pubblicato sull’European Journal of Neuroscience. In questo studio viene presentato un nuovo marker bioelettrico dell’attività neurale chiamato N40 perché negativo e perché raggiunge l’apice in 40 ms.

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Un team internazionale di astronomi, coordinato da Michael Romano, dottorando presso l’Università degli Studi di Padova e associato all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha scoperto che circa il 40% delle galassie nell’Universo primordiale si trova in sistemi in fase di fusione.
Viene così confermato lo scenario secondo cui, nelle prime fasi della loro evoluzione, le galassie hanno accresciuto in modo significativo la loro massa fondendosi tra loro Tra gli eventi più spettacolari che si possono osservare nell'Universo locale ci sono sicuramente gli “scontri tra galassie” (galactic mergers, in gergo tecnico): questi avvengono quando due o più galassie si avvicinano a tal punto da iniziare a spiraleggiare l'una sull'altra a causa della gravità, fino a fondersi in un'unica galassia più grande. Se le due galassie hanno più o meno lo stesso numero di stelle (quindi la stessa massa stellare), la galassia risultante avrà circa il doppio della massa di quelle individuali: questo infatti è il meccanismo più veloce con cui le galassie possono crescere.

Tuttavia, solo l’1% delle galassie nell’Universo locale sono osservate nell’atto di fondersi: al giorno d’oggi le galassie crescono prevalentemente perché accrescono gas freddo trasformandolo in stelle (il cosiddetto meccanismo di “formazione stellare”).

Pubblicato in Astrofisica


L’analisi dei resti umani di 132 individui vissuti in diverse necropoli del Centro Italia a partire da circa 12.000 anni fa ha permesso di rilevare i tassi di produzione di piombo e il rischio di esposizione per la salute a questo metallo nel corso del tempo e di confrontarli con quelli odierni. Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology con la partecipazione di ricercatori della Sapienza, suggerisce che senza una regolamentazione adeguata continueremo a sperimentare gli impatti dannosi sulla salute della contaminazione da metalli tossici.


Pensare al piombo in relazione a vernici e tubi è una associazione piuttosto riduttiva se si considera che la produzione di questo metallo pesante ha una ricca e lunga storia iniziata millenni fa, come documentano numerosi studi geochimici e archeo-metallurgici condotti negli ultimi decenni: la produzione di monete ha dato una grande spinta alla produzione di piombo 2.500 anni fa, raggiungendo il suo picco in epoca romana, per poi diminuire nel Medioevo. A partire da 1.000 anni fa, la produzione di piombo è di nuovo aumentata, congiuntamente all’estrazione dell’argento in Germania e poi nel Nuovo Mondo e, in seguito, per soddisfare le necessità della rivoluzione industriale. Ma qual è l’impatto generato dall’industrializzazione e dall’inquinamento da metalli sul corpo umano?

Pubblicato in Ambiente

 

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