Mercoledì, 09 Novembre 2022


Contaminazione da mercurio nel Golfo di Trieste: pubblicato studio pilota di UniTS e ASUGI sui capelli dei residenti

La concentrazione di mercurio nei capelli dei residenti del Golfo di Trieste è al di sotto dei limiti consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: le tracce rilevate sono correlate alla quantità di pesce assunto con la dieta e sono in linea con i dati riportati in altre zone costiere, in Italia e nel mondo.

Sono i risultati di uno studio pilota appena pubblicato su Environmental Science Pollution Research International dall’Unità Clinico Operativa di Medicina del Lavoro, in collaborazione con ASUGI, e Mercurylab del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste. L’obiettivo era stimare l’esposizione cronica a mercurio nella popolazione in un’area storicamente a rischio.

Il Golfo di Trieste, infatti, è l'area costiera del Mar Mediterraneo maggiormente contaminata da mercurio a causa degli scarichi nel fiume Isonzo che per più di 500 anni hanno drenato l’attività estrattiva del cinabro del distretto minerario di Idrija (Slovenia Occidentale).

Pubblicato in Ambiente

A series of hominoid crania: juvenile Australopithecus, adult Australopithecus, adult chimpanzee, juvenile chimpanzee, adult Homo erectus (center). Specimens photographed at the UO Museum of Natural and Cultural History/Tesla Monson



Humans have the highest prenatal growth rate of all extant primates, but how this exceptional rate came about has been a mystery up to now. Leslea Hlusko, a scientist at the Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana (CENIEH), has participated in a study led by Tesla Monson, a paleoanthropologist at Western Washington University (WWU, in the United States), looking at teeth, prenatal growth rates, and the evolution of pregnancy, which has uncovered a key piece of this jigsaw in an unexpected place: the relative sizes of fossilized molars.

The teeth are indicators of what goes on elsewhere in the body, and this study, published in the journal PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), shows that they can be used rather like a map to help untangle the effects of the interplay of genetics and development, as well as to improve our understanding of the history of life in the past.

Pubblicato in Scienceonline
Mercoledì, 09 Novembre 2022 14:21

A second chance for the Sumatran rhino



Malaysia’s last male Sumatran rhino, Kertam, died in 2019. Now, a team from the Max Delbrück Center in Berlin has successfully grown stem cells and mini-brains from his skin cells. As the scientists explain in the journal “iScience”, their next goal is to create sperm cells that may help to save the endangered species from extinction. The Max Delbrück Center develops stem cell associated techniques (SCAT) as part of the BioRescue project, a collaborative effort led by the Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW) to develop and apply technologies to save the even more endangered northern white rhinoceros.

Pubblicato in Scienceonline

 

I risultati pubblicati sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, di una ricerca condotta all’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli, mostrano che una nuova popolazione di cellule staminali tumorali è coinvolta nella formazione delle metastasi epatiche. Lo studio è stato sostenuto dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e dalla Fondazione italiana per la ricerca sulle malattie del pancreas (FIMP)

Il cancro al pancreas (PC) è una malattia ancora difficile da curare e nella maggior parte dei casi la morte dei pazienti è dovuta alla formazione di metastasi. La diagnosi è spesso tardiva, poiché il tumore non dà sintomi, e in molti pazienti tale tumore resiste alle chemioterapie, verosimilmente anche a causa di una sottopopolazione cellulare tumorale con caratteristiche di staminalità: queste cellule sono in grado di rigenerare il tumore stesso e di adattarsi a modificazioni dell’ambiente circostante, come la presenza di farmaci o la scarsità di risorse vitali. L’individuazione di nuovi biomarcatori e l’utilizzo di trattamenti più efficaci e specifici sono dunque una priorità per il trattamento più efficace di questa malattia.

Pubblicato in Medicina

ACCADEMIA LIMPE-DISMOV
8°CONGRESSO NAZIONALE

NAPOLI

MOSTRA D’OLTREMARE
16/17/18 NOVEMBRE 2022

Dai meccanismi di malattia alle terapie personalizzate. Numerose sessioni plenarie; tante collaborazioni con altre società scientifiche; importanti focus sui meccanismi che sottendono l’origine delle malattie neurodegenerative; molti approfondimenti sui disordini del movimento di origine autoimmune; tantissimi premi scientifici; borse di studio quasi raddoppiate grazie al sostegno di FONDAZIONE GRIMALDI ONLUS, FONDAZIONE ACHILLE SCUDIERI e FONDAZIONE SANTA MARIA del POZZO che hanno permesso anche di ampliare il progetto “GIOVANI E RICERCA” e molto altro.

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La prima esplorazione delle profondità della Grotta di Veja (Verona) ha portato alla luce più di 200 resti di orso, lupo e tasso oltre a tracce di frequentazione umana negli ultimi 10-12mila anni.

La grotta si trova a Nord di Verona, nel Parco della Lessinia. È una cavità carsica che ha avuto origine in un periodo più recente di 38 milioni di anni fa per l’azione di acque ipogee. Finora studiata parzialmente, è in grado di raccontare molto dei millenni di convivenza tra uomo e fauna e dell’ambiente dell’area prima, durante e dopo l’ultimo evento glaciale.

Le attività di ricerca, riavviate nel 2021 grazie all’Università Ca’ Foscari Venezia, sono entrate nel vivo con una campagna appena conclusa che ha coinvolto 8 operatori che si sono alternati durante due settimane per scavo, documentazione e vaglio del materiale.

Pubblicato in Paleontologia

 

Iper proteico è sinonimo di salute e benessere? Medici, nutrizionisti ed esperti fanno chiarezza e mettono in guardia: "Attenzione ai soggetti inclini a certe patologie"



I dati di un fenomeno sempre più in crescita: gli italiani mangiano troppa poca frutta e verdura rispetto alle porzioni consigliate per un'alimentazione bilanciata. Il falso mito del low-carb per perdere peso in poco tempo.

Budini e dessert, barrette e preparati in polvere. Spesso in confezioni accattivanti e tutti con un unico comune denominatore: un alto contenuto proteico. L'industria alimentare sta cavalcando ormai da qualche anno un nuovo trend, quello dei prodotti ad alto contenuto proteico. Un vero boom per industria e consumatori, a contrappeso di un'alimentazione low-carb indirizzata soprattutto a target sportivi, salutisti o più in generale interessati a una perdita di peso. Ma l'uso o l'abuso di una dieta iper proteica può avere risvolti spiacevoli per la salute, a volte anche gravi.


LOW CARB E PERDITA DI PESO 

Complici anche alcune diete di particolare tendenza (come ad esempio la dieta iperproteica o la dieta chetogenica), a un ridotto consumo di carboidrati viene spesso associata una rapida e significativa perdita di peso. Ma limitare l'apporto di certi nutrienti prediligendone altri in misura eccessiva, può portare scompensi in
termini di fabbisogno giornaliero e quindi, a lungo termine, anche a gravi danni alla salute nonché lo sviluppo e acutizzazione di importanti patologie.
Ma al di là di mode e tendenze, un'alimentazione ad alto contenuto proteico è davvero sinonimo di benessere e salute? Medicina e scienza mettono da sempre in guardia sulle diete fai-da-te, invitando a rivolgersi ad esperti professionisti come dietisti e nutrizionisti. Questo grande exploit di alimenti iper proteici può rivelarsi infatti non solo un trend illusorio per il dimagrimento e la perdita di peso, ma soprattutto un potenziale serio pericolo per la salute.


I DATI DI QUESTO FENOMENO 

A incoraggiare la tendenza delle diete low-carb, è soprattutto il legame spesso associato tra un elevato apporto proteico e l'aumento di massa e forza muscolare, a discapito della massa grassa e quindi a favore della perdita di peso. "Dieta proteica = dieta sana" è diventato quindi un assioma che convince sempre di più e in modo sempre più diffuso i consumatori all'acquisto di prodotti high pro, facendo
implementare così anche il mercato di settore, aumentato negli ultimi anni in modo impressionante.
I dati della sorveglianza di popolazione PASSI relativi al biennio 2020-2021 fotografano un'inclinazione dei consumatori italiani sempre meno aderente alla così detta "dieta mediterranea": in particolare, soprattutto le fasce anagraficamente più giovani tendono a sottostimare carboidrati e zuccheri raffinati, prediligendo proteine, sia animali che vegetali. E ancora, sulle tavole degli italiani c'è troppa poca frutta e verdura, molta carne e molti salumi.
Il rapporto evidenzia poi un aumento di prodotti ricchi in proteine del tipo formaggi, affettati, hamburger e uova, ma anche albume liquido in brik, fiocchi di latte e yogurt greco.
E anche qui, consumi in aumento per prodotti stranieri e più o meno esotici, come ad esempio lo yogurt colato islandese, il latte fermentato svedese, lo skyr islandese o il kefir orientale(*).


IL PARERE DELL'ESPERTO 

"Uno dei vantaggi della dieta iperproteica è che consente di non perdere massa muscolare durante un periodo di perdita di peso - spiega il Dott. Giulio Gaudio, nutrizionista ed esperto dietista - Il beneficio maggiore dato da una dieta iperproteica è infatti proprio il senso di sazietà, che consente a chi si trova in un regime di dieta una maggiore aderenza al nuovo piano alimentare, grazie all'elevato potere saziante che diversi studi scientifici riscontrano e confermano nelle proteine". "Chi si sottopone a iperproteiche, in genere, riscontra una perdita di peso più veloce e più efficace ma a lungo termine, consumare una elevata quantità di proteine non è sempre garanzia di perdita di peso e anzi, può portare allo sviluppo di disturbi e gravi patologie - continua il Dott. Gaudio - Le proteine, infatti, apportano le stesse calorie dei carboidrati, per cui un loro consumo eccessivo (se non si segue una dieta bilanciata negli altri nutrienti) puo' addirittura portare ad ingrassare. Bisogna poi fare attenzione alle conseguenze che comporta sullo stato di idratazione: quando le proteine sono in eccesso, devono essere "demolite" e il prodotto di scarto che si genera viene eliminato attraverso l'urina. Se si eccede quindi con il consumo di proteine e non si beve abbastanza acqua, si potrebbe incorrere in un forte stato di disidratazione".


I RISCHI PER LA SALUTE 

E' chiaro quindi come a certi soggetti come ad esempio persone che soffrono già cronicamente di insufficienza renale, "sia fortemente sconsigliata una dieta iperproteica, per non andare così a compromettere o a sovraffaticare una funzionalità renale già critica" continua l'esperto. E non è tutto, una dieta chetogenica o più in generale iper proteica è fortemente sconsigliata anche per soggetti affetti da insufficienza epatica, renale e cardiaca. Ai pazienti con diabete di tipo 1, alle donne in gravidanza e allattamento e a tutti i soggetti con particolare disturbi psichici o del comportamento o che abusano di alcol e altre sostanze.

(*) "Dieta iper proteica e dieta ipoglucidica" / Ministero della Salute 2021 

Pubblicato in Medicina

 

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