Ecosistema benessere, il 5 ottobre a Roma

Lunedì 5 ottobre 2020 - Auditorium MACRO, Via Nizza 138 - Roma
Molto sappiamo sui rischi per la salute associati al degrado dell’ambiente e alle minacce globali come i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. La recente pandemia COVID-19 ci ha mostrato poi come la salute e il benessere individuale, collettivo e globale siano connessi tra loro e, allo stesso tempo, dipendenti dalla situazione ambientale e socio-economica. Questo dramma sanitario ci ha ricordato quanto sia urgente, come una vera e propria responsabilità condivisa, non solo costruire nuovi paradigmi di prevenzione ispirati alla visione One Health, ma anche farli emergere nel percorso necessario che deve portarci verso la sostenibilità.
All’evento, organizzato nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020, hanno aderito partner come Istituto Superiore di Sanità e ISPRA e ha l’obiettivo di divulgare la visione e l’approccio One Health, basati sulla consapevolezza delle complesse relazioni tra salute ambientale, animale e umana.
Uno studio italiano dimostra che il Covid non viene trasmesso dalla mamma positiva al neonato durante l'allattamento. Il latte materno è sicuro

La ricerca è stata coordinata dalla Neonatologia universitaria dell'ospedale Sant'Anna della Città della Salute di Torino e dal Laboratorio universitario di Virologia Molecolare del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell'Università di Torino.
Una madre COVID positiva può trasmettere il virus durante l’allattamento? Questo interrogativo si è diffuso rapidamente in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia. Le informazioni su questo tema, di grande impatto sulla salute dei neonati e sul loro futuro, sono ad oggi molto scarse. Alcuni Paesi, quali la Cina, hanno dato indicazione in caso di positività materna, alla somministrazione di latte in formula, sospendendo l’allattamento al seno.
Sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Frontiers in Pediatrics i risultati di una ricerca multicentrica tutta italiana su questo tema. Si tratta dello studio con la casistica più numerosa finora condotto in Europa e l’unico in cui la ricerca del virus nel latte è stata abbinata alla valutazione clinica dei neonati nel durante l’allattamento: i risultati saranno presentati in anteprima venerdì 2 ottobre al Meeting della European Milk Bank Association. Sono stati analizzati i campioni di latte di 14 mamme positive al virus dopo il parto, controllando i loro neonati nel primo mese di vita.
Caldo estivo in città: pochi alberi e consumo di suolo

Didascalia figura: le 10 città metropolitane studiate (Fig. a dx) e un esempio di isola di calore estiva relativa alla città metropolitana di Torino (Fig. in alto a sx) con la densità di consumo di suolo (mappa in basso a sx con gradazioni di grigio) e copertura arborea (mappa in basso a dx con gradazioni di verde) utilizzate per lo sviluppo dell'indicatore "Urban Surface Landscape Layer".
L’intensità delle isole di calore estive è particolarmente elevata nelle città metropolitane dell’entroterra e cresce con l’aumentare, nel nucleo centrale della città, dell’estensione delle superfici con ridotta copertura arborea e forte impermeabilizzazione. Lo rivela uno studio coordinato dal Cnr-Ibe, svolto in collaborazione con Ispra e pubblicato su Science of the Total Environment
Oltre la metà della popolazione mondiale vive oggi nelle città, ed è per questo motivo che viene dedicata sempre maggiore attenzione agli studi che indagano la vivibilità degli ambienti urbani. In Italia le persone che vivono in città sono 42 milioni, circa il 70%. L’ecosistema urbano si caratterizza per due elementi fondamentali: le superfici vegetate e quelle impermeabili (consumo di suolo). Il giusto compromesso tra la quantità di questi due elementi influenza la composizione del paesaggio urbano, modificando anche il microclima e favorendo un fenomeno tipicamente urbano noto come “isola di calore urbana”. Con questa definizione si intendono le zone centrali delle città sensibilmente più calde delle aree limitrofe o rurali.
La superfrutta che nasce all’Università di Pisa è tutta più salutare, sia dentro che fuori

I ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali hanno scoperto che l’esposizione raggi UV-B arricchisce di composti benefici non solo la buccia ma anche la polpa dei frutti
Si può anche sbucciare ed è lo stesso ricchissima di antiossidanti e composti benefici per la nostra salute. Parliamo della superfrutta che matura nei laboratori dell’Università di Pisa. I ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali hanno infatti scoperto che l’esposizione ai raggi UV-B incrementa il contenuto di sostanze salutistiche non solo nella buccia ma anche nella polpa.
Se infatti potenzialità delle radiazioni ultraviolette sono ormai note per stimolare la sintesi di molecole benefiche ad elevato valore antiossidante, le ricerche condotte fino a questo momento si erano concentrate quasi esclusivamente sulla buccia.
Alla ricerca del superconduttore a temperatura ambiente

La sfida mondiale della metalizzazione dell’idrogeno vede il Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma in prima linea. Lo studio, volto allo sviluppo di nuovi strumenti altamente efficienti per l’elettronica e per il settore dell’energia, è stato pubblicato sulla rivista Nature Physics.
È possibile prendere un gas come l’idrogeno e comprimerlo fino a renderlo solido e resistente come il metallo?
La risposta è affermativa e arriva dal team di ricercatori del Dipartimento di Fisica della Sapienza che, in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Physics con la collaborazione delle università di Trento e dei Paesi Baschi, ha calcolato le caratteristiche fisiche (conducibilità elettrica, colore e lucentezza) e le proprietà chimiche dell’idrogeno al variare della pressione.
La ricerca si inserisce in un filone di studi che da decenni vede gruppi di tutto il mondo impegnati nel comprimere gli atomi di idrogeno per creare, in laboratorio e a temperatura ambiente, un superconduttore dalle prestazioni molto elevate, che non si surriscaldi e non disperda energia. Peculiarità che rendono il materiale di grande interesse per applicazioni nel settore energetico e dell’elettronica e in altre svariati contesti che richiedono materiali in grado di funzionare anche in condizioni estreme.
Not only a matter of words: how defective translation can explain Spinal Muscular Atrophy

The Institute of Biophysics of the National Research Council of Italy shed new light on a devastating genetic disorder called Spinal Muscular Atrophy (SMA). The study, coordinated by Gabriella Viero (Cnr-Ibf), was an all-European effort in collaboration with the University of Edinburgh, Utrecht and Trento and the Italian company Immagina Biotech. Published in Nature Cell Biology, this research was funded by AFM Telethon (France), Telethon (Italy), the Autonomous Province of Trento and the Caritro Foundation.
The team demonstrated that the Survival Motor Neuron (SMN) protein, loss of which causes SMA, regulates the activity of ribosomes, the macromolecular machines that translate the RNA message from genes into proteins in a process known as translation.
Spinal Muscular Atrophy is the leading cause of infant mortality associated with genetic diseases, with an incidence of around 1 in 6000-10,000 live births. SMA causes defects in motor neurons and muscle weakness. SMA is caused by the loss or mutation of the Smn1 gene, which results in low levels of functional SMN protein and abnormal development of the organism.
Strong activation of anti-bacterial T cells linked to severe COVID-19

A type of anti-bacterial T cells, so-called MAIT cells, are strongly activated in people with moderate to severe COVID-19 disease, according to a study by researchers at Karolinska Institutet in Sweden that is published in the journal Science Immunology. The findings contribute to increased understanding about how our immune system responds against COVID-19 infection.
“To find potential treatments against COVID-19, it is important to understand in detail how our immune system reacts and, in some cases, perhaps contribute to worsening the disease,” says Johan Sandberg, professor at the Department of Medicine, Huddinge, at Karolinska Institutet and the study’s corresponding author.
T cells are a type of white blood cells that are specialized in recognizing infected cells, and are an essential part of the immune system. About 1 to 5 percent of T cells in the blood of healthy people consist of so-called MAIT cells (mucosa-associated invariant T cells), which are primarily important for controlling bacteria but can also be recruited by the immune system to fight some viral infections.
In this study, the researchers wanted to find out which role MAIT cells play in COVID-19 disease pathogenesis. They examined the presence and character of MAIT cells in blood samples from 24 patients admitted to Karolinska University Hospital with moderate to severe COVID-19 disease and compared these with blood samples from 14 healthy controls and 45 individuals who had recovered from COVID-19. Four of the patients died in the hospital.
Premiate le scuole vincitrici del Contest Urban Nature

Vincitori 8 progetti delle scuole che più hanno mostrato impegno per riportare la Natura in città
Nonostante l’emergenza Covid e le difficoltà nel lavorare a progetti educativi a distanza che questa ha provocato, gli Istituti scolastici di 10 regioni hanno partecipato alla IV edizione contest Urban Nature del WWF Italia, presentando diversi progetti per trasformare in aree verdi alcuni dei loro spazi, contribuire all’aumento della biodiversità in città o recuperare parchi e giardini pubblici.
Urban Nature è la campagna che da quattro anni vuole rinnovare il modo di pensare gli spazi urbani dando più valore alla natura e promuovere azioni virtuose da parte di amministratori, comunità, cittadini, imprese, università e scuole per proteggere e incrementare la biodiversità nei sistemi urbani. E proprio al tema della natura in città è stata dedicata anche la quarta edizione del Contest Urban Nature per le scuole, protagoniste della riqualificazione del proprio territorio.
Studio della biodiversità marina, ricercatore di Milano-Bicocca vince il premio Linceo per la Zoologia

Lo studio degli idrozoi, piccoli organismi marini, è valso a Davide Maggioni il premio internazionale “Mario Benazzi e Giuseppina Benazzi Lentati 2020” assegnato dall’Accademia dei Lincei, venerdì 25 settembre, nel corso della Cerimonia solenne per la chiusura dell’anno accademico 2019-2020, trasmessa in streaming.
Il giovane ricercatore, assegnista del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca, Ateneo in cui ha conseguito anche il titolo di Dottore di ricerca, ha focalizzato la sua ricerca su un gruppo particolare di idrozoi in grado di vivere in simbiosi con altri organismi, tra cui i coralli dei mari tropicali, ai quali possono fornire protezione da malattie e predatori.
«Il dottor Maggioni – si legge nella motivazione del premio - è stato in grado di studiare questi organismi combinando metodi originali ed innovativi quali quelli dell’ecologia molecolare e della tassonomia integrata, tramite cui gli organismi vengono caratterizzati sia mediante l'analisi morfologica che genetica».
Meno benessere e meno soddisfazione per la vita ma fiducia nel futuro. Un’indagine svela gli italiani dopo l’emergenza Covid-19

Per un terzo sono peggiorate le condizioni di lavoro, dall’intensità della giornata lavorativa alla difficoltà di conciliarla con la vita famigliare, dallo stipendio ai rischi per la salute. Inoltre, le condizioni di salute fisica e mentale, le relazioni amicali, il tempo libero e la situazione finanziaria sono meno soddisfacenti di prima che scoppiasse la pandemia e venisse imposto il lockdown. Ma resta un segnale di speranza e ottimismo verso il futuro: per due italiani su tre, dal periodo di emergenza appena trascorso si può imparare qualcosa di positivo per il futuro.
È il quadro restituito dall’indagine “L’Italia ai tempi del Covid-19”, condotta dai ricercatori Iassc (Institute for advanced study of social change), l'osservatorio permanente sul mutamento sociale del dipartimento di Sociologia e ricerca socialedell’Università di Milano-Bicocca. Un focus condotto tra aprile e agosto scorsi attraverso interviste a 950 soggetti, un campione selezionato nell’ambito del progetto di ricerca “ITA.LI - Italian Lives”, l’indagine “longitudinale” e pluriennale sui corsi di vita in Italia, finanziata dal Ministero dell’Università mediante i fondi dei Dipartimenti di eccellenza, che l’istituto Iassc sta conducendo in collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica (Istat) e la società di ricerca Ipsos.
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