Venerdì, 10 Settembre 2021

 

Il metodo è stato ideato e sviluppato nell’ambito di due Progetti Interreg Central Europe coordinat dall’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr di Bologna - ProteCHt2save e STRENCH.
Per migliorare la resilienza ad eventi calamitosi, un piano di prevenzione risulta essere l'azione decisiva nella gestione dei siti del patrimonio e il tool realizzato supporta concretamente gli operatori del settore pubblico e privato. I risultati sono pubblicati su International Journal of Disaster Risk Reduction.


Alluvioni, piogge intense, inondazioni, sempre più spesso minacciano l’integrità e la sopravvivenza dei beni culturali in Europa. Grazie alla collaborazione tra l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna, l’Institute of Theoretical and Applied Mechanics (ITAM) e il Donau-Universität Krems (DUK), nella piattaforma WebGIS (https://www.protecht2save-wgt.eu/) sono state sviluppate mappe di rischio a livello territoriale, con risoluzione spaziale di ∼12km, basate sugli output dei modelli climatici e sulla valutazione della vulnerabilità a scala dell'edificio, calcolata sulle criticità fisiche e gestionali del patrimonio costruito.
Le città di Praga - Troja in Repubblica Ceca e Krems - Stein in Austria sono i due siti pilota, scelti per realizzare una prima mappatura sperimentale, grazie all’implementazione di tutti i dati disponibili relativi a questi centri dell’Europa Centrale, altamente suscettibili alle inondazioni e che in passato hanno più volte dovuto affrontare il tema del rafforzamento della resilienza del loro patrimonio
culturale e naturale.
Da alcuni anni i ricercatori del Cnr-Isac, sono impegnati nel realizzare questa inclusione sia in ambito nazionale, con la partecipazione alla SNACC (Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici), sia a livello europeo con la partecipazione a due progetti Interreg Central Europe: ProteCHt2save (Risk assessment and sustainable protection of Cultural Heritage in Changing Environment https://www.interreg-central.eu/Content.Node/ProteCHt2save.html) e STRENCH (Strengthening resilience of cultural heritage at risk in a changing environment through proactive transnational cooperation https://www.interreg-central.eu/Content.Node/STRENCH.html).


“L'analisi mostra in quei territori un aumento dell'indice climatico (R5xday) utilizzato per le precipitazioni intense in un lontano futuro (2071–2100) nello scenario pessimistico (RCP8.5), con un'elevata probabilità di rischio di alluvioni” spiega Alessandra Bonazza del Cnr-Isac, coordinatrice dei progetti e primo autore dell’articolo. “Gli edifici selezionati nelle aree pilota”, prosegue la ricercatrice, “presentano un alto grado di vulnerabilità, dovuto alla significativa suscettibilità delle strutture all'impatto idrico e soprattutto alla mancanza di un piano di manutenzione”. Lo strumento realizzato è stato ideato per supportare i gestori pubblici e privati nel migliorare le capacità di mitigazione agli impatti dei cambiamenti climatici e dei rischi naturali sui siti, inclusi complessi monumentali, edifici storici e siti archeologici, piccoli borghi montani e giardini storici, nelle aree urbane e costiere. L’analisi mostra che per gli eventi calamitosi la prevenzione risulta essere l'azione cruciale nella
gestione dei siti.



Pubblicato in Arte
Venerdì, 10 Settembre 2021 09:09

IMPATTO ACUSTICO SUI CETACEI

 

Pubblicato il nuovo report sul rumore antropico nei mari, sopportabile per l'uomo ma deleterio per i cetacei


“INTERVENIRE SUBITO PER SALVARE I CETACEI DEL MEDITERRANEO”


Che i pesci siano davvero muti non è dato sapere. Di sicuro i cetacei non lo sono e di sicuro noi umani in mare facciamo troppo rumore. Tanto che l’inquinamento acustico è diventata un’emergenza da regolamentare al più presto, perché a farne le spese sono i cetacei, animali “acustici” per eccellenza, che già versano in critiche condizioni di conservazione secondo la IUCN, che include tutte e 8 le specie presenti in Mediterraneo tra le categorie “data deficient” (per le quali le informazioni sono insufficienti), vulnerabile (capodoglio, balenottera comune) e in pericolo, come il delfino comune, che a dispetto del nome è classificato “endangered”.

È quanto emerge dal nuovo report del WWF “Rumore antropico nel mare, sopportabile per l’uomo, deleterio per i cetacei”, con il quale l’Associazione chiede alle istituzioni misure urgenti per normare e ridurre le emissioni sonore di origine antropica nel “Mare nostrum”, vero e proprio “hotspot” di biodiversità per i cetacei.

“I cetacei sono mammiferi marini che dipendono fortemente dalla comunicazione sonora e l’inquinamento acustico derivante da traffico nautico, indagini sismiche, sonar, sfruttamento di giacimenti di olio e gas, impianti eolici offshore provoca purtroppo conseguente gravi su balene, delfini e altri mammiferi marini” si legge nel report.

Pubblicato in Ambiente
Venerdì, 10 Settembre 2021 09:01

How plants can respond to threats

 

 

(A) Silver electrodes placed on the surface of leaf petioles of the plant Arabidopsis thaliana (Thale cress) allow measurements of wounding-induced electrical signals. (B) Enlarged section of two leaves producing a genetically encoded fluorescent biosensor indicating cellular calcium levels (in pseudo-colors). The bright coloration indicates an increase in calcium levels, which was triggered by wounding of the right leaf and has spread to the left leaf. Placement of the silver electrodes on the surface of the petioles (arrows) allows simultaneous detection of the electrical activity of the plant.

 

Plants are constantly exposed to adverse environmental influences and attacks, for example from pest infestation. An international team of researchers led by Heinrich Heine University Düsseldorf (HHU) has now described a central part of the signal mechanism used by plants to respond to threats and thus initiate a defence response in unaffected parts of the plant. In the current edition of the journal Science Advances, they describe the role played by the protein MSL10 among others.

Changing weather conditions, alternating drought and rain, and pests such as plant-eating insects pose challenges for plants on a daily basis. Estimates suggest that between five and 20 percent of global harvests are lost to insect damage alone each year. Models indicate that this trend is likely to intensify as a result of global warming. From an economic and food safety perspective, this makes it important to know how plants respond to various threats and understand the defence strategies they have developed.

Pubblicato in Scienceonline


La Dott.ssa Zelaschi: “È necessario aumentare il livello di attenzione per chi è in sovrappeso, poiché solo con la prevenzione si possono evitare gravi malattie come diabete e disturbi cardiaci”.


Le malattie metaboliche rischiano di compromettere in modo importante la salute di chi ne è colpito, ma talvolta l’assenza di sintomi ne rende difficile il riconoscimento.

Il dato, in linea con i risultati della Società Italiana di Diabetologia, è stato evidenziato anche dal centro specializzato bresciano Labquarantadue. Dall’esecuzione di 100 check-up metabolici, nell’arco di 5 mesi, è emerso che ben il 70% dei pazienti ha preso consapevolezza, solo dopo gli esami di controllo, di disfunzioni metaboliche, le più comuni rappresentate dall’alterata glicemia a digiuno, ipercolesterolemia, acido urico elevato.

Si accendono, così, i riflettori su un punto centrale: la scarsa consapevolezza nei confronti delle patologie metaboliche. Un elemento non da poco se si pensa che spesso si accompagnano oltre che a eccesso ponderale anche a ipertensione, dolori articolari e a steatosi epatica, con il rischio di pericolosi eventi avversi.

Pubblicato in Medicina


Nell’ambito di un progetto di ricerca, a Niguarda è stato sottoposto a trapianto epatico un uomo di 45 anni con un tumore secondario del fegato (conseguente a metastasi), che oggi ha una possibilità di cura in più per vincere la battaglia contro la malattia


Pazienti con tumori epatici dovuti a metastasi, solo fino a qualche anno fa non erano candidabili ad un trapianto di fegato, non si poteva neanche immaginare di inserirli in lista d’attesa per un organo. Oggi, invece, grazie al miglioramento delle terapie oncologiche che fanno “regredire” il tumore, e alla ricerca continua, si sta valutando l’efficacia di un trapianto dell’organo per trattare la malattia epatica.

È quanto sta avvenendo anche a Niguarda, dove in questi giorni è stato sottoposto a trapianto epatico un uomo di 45 anni con una metastasi al fegato in conseguenza di un tumore al colon-retto. “L’intervento è stato possibile grazie ad un protocollo sperimentale chiamato “COLT” con a capofila il professore Vincenzo Mazzaferro dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Si tratta di uno studio che coinvolge diversi centri italiani- spiega Salvatore Siena, Direttore del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare di Niguarda-. L’obiettivo del trial è quello di valutare la possibilità trapiantare il fegato, quando questo è bersaglio di una malattia secondaria dovuta a metastasi. È un altro passo avanti importante nella cura dei tumori, basti pensare che fino a pochissimi anni fa per questi casi specifici non era immaginabile pensare a questa opzione di cura”.

Pubblicato in Medicina



Scientists from Nanyang Technological University, Singapore (NTU Singapore), in collaboration with clinicians at Tan Tock Seng Hospital (TTSH) in Singapore have developed a novel method that uses artificial intelligence (AI) to screen for glaucoma, a group of eye diseases that can cause vision loss and blindness through damage to the optic nerve at the back of the eye.

The AI-enabled method uses algorithms to differentiate optic nerves with glaucoma from those that are normal by analysing ‘stereo fundus images’ – multi-angle 2D images of the retina that are combined to form a 3D image.

When tested on stereo fundus images from TTSH patients undergoing expert examination, the AI method yielded an accuracy of 97 per cent in diagnosing glaucoma.

Glaucoma is often called ‘the silent thief of sight’ as it is usually asymptomatic until latter stages, when prognosis is poor. It is the principal cause of irreversible blindness worldwide and, in tandem with the rapid growth of the ageing population, is expected to affect 111.8 million people globally by 2040, up from 76million in 2020[1].

Pubblicato in Scienceonline


In a study of dating and married couples in India who were surveyed before and after India’s COVID-19 lockdown, relationship satisfaction, love, intimacy, and passion were significantly lower post-lockdown compared with pre-lockdown.

The study, which was published in Family Relations, found that commitment among those who were dating remained unaffected. For those who were dating, watching movies together and revisiting old memories were activities associated with love. For married couples, doing household chores, cooking, and watching movies together were associated with love.

The study included 100 participants (65 dating, 35 married) who were surveyed in two waves, first in January–March and then in May after the lockdown.

Pubblicato in Scienceonline


Lo studio di un team internazionale di ricercatori coordinati dalla Sapienza, individua il ruolo del grande bacino d’acqua dolce situato al confine tra Albania e Macedonia del Nord, come di area di rifugio per le piante e gli alberi durante fasi climatiche sfavorevoli. La ricerca pubblicata su PNAS fornisce un importante contributo allo studio dei rifugi forestali e alle ricerche sulla conservazione e diversificazione delle foreste
La conservazione e il ripristino delle foreste sono importanti strumenti di contrasto alle minacce causate dalla frammentazione degli habitat e dal cambiamento globale. Ma per favorire la diversificazione e la resilienza delle foreste occorre prima capire le dinamiche di risposta delle piante ai cambiamenti climatici del passato.

Uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), coordinato dal Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, analizzando polline e spore fossili da campioni di sedimenti provenienti dal fondo del lago di Ocrida, un grande bacino d’acqua dolce situato al confine tra Albania e Macedonia del Nord, identifica e descrive la risposta di numerosi elementi forestali ai cambiamenti climatici determinati dalle oscillazioni glaciali-interglaciali negli ultimi 1,36 milioni di anni.

Pubblicato in Ambiente

 

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