
Africa (4)
Fame nel mondo: la soluzione anche da una diversa distribuzione agricola
16 Nov 2017 Scritto da Comunicato stampa Politecnico di Milano
Pubblicato uno studio rivoluzionario su Nature Geoscience
Ottenere cibo per 800 milioni di persone in più preservando le attuali modalità di produzione agricola, evitando grandi investimenti in nuove tecnologie e utilizzando circa il 15% di risorse idriche in meno. Un sogno? Sì, ma con delle basi solide che sono state appena pubblicate su Nature Geoscience nello studio “Increased food production and reduced water use through optimized crop distribution” (https://www.nature.com/articles/s41561-017-0004-5 ) a firma di un team composto da Columbia University, Politecnico di Milano e University of California at Berkeley. Nel prossimo futuro, a causa della crescita della popolazione e del miglioramento delle condizioni di vita, ci sarà bisogno di più cibo, fibre ed energia e, di conseguenza, di risorse naturali come terra e acqua. Le soluzioni ad oggi proposte prevedono l’intensificazione o l’estensificazione dell’agricoltura, con il risultante aumento nell’impiego di irrigazione e fertilizzazione nel primo caso e di terra nel secondo.
La FAO chiede sostegno urgente per i pastori delle regioni meridionali che devono fare i conti con la mancanza di piogge, dopo un disastroso El Niño
Una delle piante più diffuse del nord Africa è la Tetraclinis articulata, o ginepro articolato, meglio conosciuta come Thuya [1]. Fa parte della famiglia delle Cupressaceae ed è una conifera sempreverde endemica della regione occidentale del Meditarraneo. E' il simbolo nazionale di Malta, dove è chiamata col nome arabo Arar. Preferisce il clima caldo e asciutto e si adatta bene su tutti i tipi di terreni, da quelli marittimi fino a 1.600 metri di altitudine, l'importante è che sia esposta all'influsso del mare.
"Un piatto senza spezie è come un giardino senza fiori"
Antico proverbio di Fes
Aid-el Kebir è la più grande festa dell’Islam, che si celebra ogni anno a 70 giorni dalla fine del Ramadam e commemora il giorno in cui Dio ordinò al profeta Abramo di uccidere suo figlio come atto di sottomissione, ma poi salvò il bambino e al posto suo fu sacrificato un montone. Il giorno della “Grande fête” di Aid-el Kebir ogni famiglia deve sacrificare un montone: un gesto antico ma costoso, che costringe molte famiglie povere del Marocco a indebitarsi pur di partecipare a questo rito. Durante i festeggiamenti viene servito in tavola il mruziya, un piatto agrodolce a base di carne di montone caramellata e accompagnata con uva passa e mandorle. Il gusto inconfondibile di questa ricetta è merito di una miscela pregiata di spezie, il “ras el-hanout”, che può comprendere fino a 50 diversi tipi di aromi, tra cui tre delle spezie più tipiche della tradizione marocchina: cumino, carvi e nigella..
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