A sea of microplastic troubles: long-term ingestion harms growth and reproduction in fish

INRAE, Ifremer and the Universities of Bordeaux (France) and Orebrö (Sweden) have been studying the toll taken by lifelong exposure to toxic microplastics on key biological functions in fish. Two species of fish, one freshwater and the other marine, were exposed for a period of four months to different microplastics, some of which were coated with organic pollutants (spiked), while others were left unmodified (virgin). The team’s findings appear in the 5 August 2021 issue of the Journal of Hazardous Materials and reveal harmful impacts on both growth and reproduction for this extended experimental exposure period. How seriously the two core functions were affected depended on a number of variables including polymer type, presence or absence of organic pollutants, and length of exposure.
The team selected polyethylene (PE) and polyvinyl chloride (PVC) for their study of the physiological consequences of the extended ingestion of microplastics, as these are the two most commonly found materials in packaging and plastic items. They tested the effects of both virgin and spiked microparticles (in the latter, organic pollutants are adsorbed on the microparticle)1. The study was carried out over four months on two species of fish: the marine medaka (Oryzias melastigma) and the freshwater zebrafish (Danio rerio).
International study shows full-dose blood thinners benefit moderately ill Covid-19 patients

Collaborative international clinical trials testing full dose anticoagulation with heparin (a blood thinner) in both moderately ill and critically ill patients has found the treatment improves outcomes and reduces the need for vital organ support such as mechanical ventilation in moderately ill patients. Thetrials found heparin does not yield the same positive outcomes among critically ill patients already requiring life support, according to two international studies published on 4 August 2021 in the prestigiousNew England Journal of Medicine (see links below).
Senior author on the studies, Ryan Zarychanski, MD, MSc, Associate Professor of Internal Medicine at University of Manitoba and hematologist, critical care physician and senior scientist at CancerCare Manitoba, Canada, said: "We had an unprecedented opportunity to work with colleagues across Canada, US and around the world to test the benefit of full-dose blood thinners on hospitalized Covid-19 patients. Therapeutic heparin improved survival and decreased progression to severe disease, thus reducing the pressure on intensive care units globally."
Emicrania cronica: il trattamento a lungo termine con un anticorpo monoclonale riduce almeno del 50% gli attacchi in pazienti che hanno fallito terapie precedenti.

Lo studio multicentrico è stato coordinato dal San Raffaele Roma.
Un vasto studio multicentrico italiano condotto su pazienti emicranici cronici con almeno 5 tentativi terapeutici pregressi falliti ha verificato che l’uso prolungato di un anticorpo monoclonale riduce di almeno il 50% i giorni di emicrania nel 75,6% dei casi. Per oltre il 44% dei soggetti coinvolti nella ricerca si arriva addirittura a una riduzione pari o superiore al 75%. Si tratta del primo studio al mondo real-life a lungo termine con anticorpi monoclonali anti-CGRP nell’emicrania, coordinato dall’IRCCS San Raffaele Roma e pubblicato dalla prestigiosa rivista americana Headache: “Long-term effectiveness, safety, and tolerability of eremunab in the prevention of high-frequency episodic and chronic migraine in a real world: results of the EARLY 2 study”.
Minore esposizione ai raggi solari e aumento del cancro del colon-retto

Da uno studio effettuato dai ricercatori dell'Università di San Diego, in California, è emerso che ad una bassa esposizione ai raggi UVB corrisponde un aumento significativo di cancro del colon-retto in persone di età superiore a 45 anni. Lo studio è stato condotto su persone di tutte le fasce di età, provenienti da 186 Paesi, la loro caratteristiche (pigmentazione cutanea, aspettativa di vita, l'abitudine al fumo), l'esposizione ai raggi UVB e lo sviluppo di Cancro del colon-retto.
Con il carbonio è possibile conoscere dove nascono i magmi nel mantello superiore della Terra

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience un team di ricercatori della Sapienza, delle università di Palermo e Ferrara e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha sviluppato un nuovo approccio per ricostruire la quantità di carbonio immagazzinato nel mantello superiore della terra, dalla cui fusione sono segregati i magmi
Il carbonio, il quarto elemento più abbondante in termini di massa nell’universo, è un elemento chiave per la vita. Il suo ricircolo, da e verso l’interno della Terra, regola i livelli di CO2 nell’atmosfera, giocando quindi un ruolo fondamentale nel rendere il nostro pianeta abitabile. Il carbonio è un elemento unico, perché può essere immagazzinato nelle profondità della Terra in varie forme: all’interno di fluidi, come componente di fasi minerali, oppure disciolto nei magmi.
Ventotto nuovi virus di 15.000 anni nei ghiacci del Tibet : quali i rischi?

Nel ghiaccio della sommità del Guliya a 6700 metri d'altezza nell'altopiano del Tibet, sono stati ritrovati virus risalenti a circa 15000 anni fa, in gran parte completamente diversi da quelli catalogati finora.
Il motivo per cui si rinvengono ancora organismi negli antichi ghiacciai è legato alla costituzione degli stessi che si sono andati formando grazie al graduale deposito di elementi contenuti nell'atmosfera, quali: polveri, microrganismi e gas, che sono rimasti intrappolati e stratificati. Effettuando dei carotaggi si estraggono estratti campioni le cui stratificazioni ricalcano la sequenza temporale di deposizione degli elementi dell'atmosfera.
Lo studio in questione è stato effettuato su carote estratte nel 2015 ed è stato effettuato grazie ad una collaborazione fra ricercatori del Byrd Center dello Stato dell'Ohio e il suo Center for Microbiome Science. In tal modo si è riusciti a comprendere i cambiamenti climatici, la composizione dell'aria ed i microrganismi presenti nei vari periodi.
Studio dei gruppi sanguigni dell'uomo di Neanderthal e dell'uomo di Denisova

Studi sugli uomini di Neanderthal e su quelli di Denisova erano già stati effettuati in passato, e si era visto che tracce del DNA di quest'ultimo sono ancora presenti nelle attuali popolazioni di Papua Nuova Guinea e nelle Isole del Sud Est Asiatico. Ora, un team di ricercatori del CNRS, dell'Université d'Aix Marseille e dell'Establissement Francais du Sang (EFS), hanno sequenziato il genoma di un uomo di Denisova e di tre donne di Neanderthal vissute da 100.000 a 40.000 anni fa per identificarne il gruppo sanguigno- I ricercatori si sono concentrati sui sette gruppi sanguigni importanti per le trasfusioni di sangue (A, B, AB e 0), inclusi H/Se ed il fattore Rh. Va ricordato che i nostri attuali parenti più prossimi, gli scimpanzè, sono di gruppo A, mentre i gorilla di gruppo B. Questi ominidi invece mostravano tutte le varianti A, B, 0; in particolare, i Neanderthal esaminati avevano un unico allele Rh assente in quasi tutta la popolazione umana moderna ad esclusione di un aborigeno ed un papuano.
Probiotici, utili per proteggere e migliorare le funzioni cerebrali

La loro assunzione ha effetti positivi nel combattere la perdita di funzionalità cerebrali causata da infezioni, traumi o dall’invecchiamento, esiste infatti un’interazione tra la flora batterica intestinale e il cervello. A confermarlo, lo studio di un team di ricercatori del Cnr-Ibbc che ha individuato un mix di otto ceppi batterici vivi in grado di contrastare i processi neuro-infiammatori e di stimolare la neurogenesi adulta. La ricerca è stata pubblicata su Pharmacological Research
I processi neuro-infiammatori che si instaurano in seguito a infezioni, trauma cranici e a causa dell’invecchiamento possono alterare in maniera significativa la funzionalità cerebrale, con una ricaduta negativa sui processi cognitivi e sulla memoria. In questo contesto, un team di ricercatori dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc), ha condotto uno studio pubblicato sulla rivista Pharmacological Research. “È noto da tempo che l’interazione bilaterale fra la flora batterica intestinale e il cervello, il cosiddetto gut-microbioma-brain axis, gioca un ruolo fondamentale nella modulazione dei processi infiammatori sistemici, con conseguenti ripercussioni sul sistema nervoso centrale. La regolazione della flora batterica intestinale mediante l’assunzione di ceppi batterici vivi, i probiotici, rappresenta quindi un approccio molto promettente nella prevenzione e nella cura di numerose malattie”, spiega Stefano Farioli Vecchioli, che fa parte del Gut-Brain Microbioma Group (Gbm Group) assieme a Carla Petrella, Francesca De Santa, Georgios Strimpakos, autori dello studio finanziato da Beingpharma srl.
Incendi estremi, WWF: pianeta piegato da crisi climatica e dalla distruzione degli ecosistemi

Il WWF lancia la campagna estiva per fronteggiare l'emergenza incendi. Incendi record anche in Turchia, dove si rischiano di perdere per sempre specie uniche e habitat vitali per 10 milioni di persone
L’ondata di caldo estremo che sta interessando l’Europa meridionale non si ferma e potrebbe essere una delle peggiori di sempre.
Link al report “Mediterraneo in fiamme” >
Il pianeta in crisi a causa del riscaldamento globale, del disastro climatico e dalla scellerata distruzione di ecosistemi (tra cui appunto le foreste) continua ad essere travolto da una raffica di eventi catastrofici: dalle micidiali ondate di caldo in Nord America, che hanno determinato numerosi decessi ed incendi devastanti dall’Oregon, al Canada all’Alaska, alle alluvioni in Europa e in Cina, ai roghi inarrestabili della Siberia e ora agli incendi che stanno mettendo a ferro e fuoco il Mediterraneo. Ultima (ma ancora per quanto?) nella tragedia la Turchia dove solo giovedì scorso il calore prodotto dagli incendi è stata 4 volte maggiore di qualunque dato sinora mai registrato durante altri incendi nel paese.
Una drammatica ondata di calore con picchi da record assoluto (nella città di Cizre sono stati registrati 49,1 °C) insieme ad atti sicuramente criminali (non dimentichiamoci che nel Mediterraneo gli incendi sono per più del 90% di origine umana) hanno generato incendi che stanno uccidendo persone, distruggendo un patrimonio di natura e di animali selvatici, cancellando un’importante economia collegata al turismo: un paese quindi tre volte in ginocchio.
Un nuovo approccio farmacologico per ridurre la progressione del tumore pancreatico

Una ricerca pubblicata su Gastroenterology, che ha visto la partecipazione di ricercatori dei dipartimenti di Medicina sperimentale e di Chimica e tecnologie del farmaco della Sapienza, insieme con altre università e centri di ricerca internazionali, ha identificato una potenziale strategia farmacologica adiuvante della terapia convenzionale del cancro pancreatico, basata sull’attivazione di uno specifico enzima coinvolto nel metabolismo del tumore
A oggi il carcinoma pancreatico è un tumore praticamente intrattabile, che rappresenta la settima causa di morte per cancro a livello mondiale. Il motivo è che tale tumore si sviluppa in un microambiente particolarmente ostile, con ridotta tensione di ossigeno e limitato apporto nutritivo, che porta le cellule tumorali pancreatiche a riprogrammare il proprio metabolismo, acquisendo così dei vantaggi proliferativi rispetto alle cellule normali.
Medicina
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