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Many of the diseases caused by point mutations have no established therapeutic approaches. Prof. Tsukahara and colleagues (Japan Advanced Institute of Science and Technology) are studying a therapeutic method using artificial RNA editing. Artificial site-directed RNA editing is an important technique for modifying genes and ultimately regulating protein function. We are trying to modify the genetic code of transcripts (RNA) by artificial RNA editing for the treatment of genetic disorders.


Although genome editing is drawing attention as a gene repair technology, genome editing such as CRISPR/Cas9 may result in permanent alterations, potentially affecting multiple loci. Currently, it is very difficult to perform accurate genome editing in all targeted cells in vivo. Although it is possible to edit the genome in a fertilized egg, embryo, or cells, it is not suitable for gene therapy in humans. Moreover, genome editing raises ethical concerns. Therefore, we believe that genome editing is a suitable method for “ex vivo” techniques, or for use in fertilized eggs, but not throughout a patient’s body. In contrary, changes resulting from the RNA editing are not permanent because they do not affect the genome sequence, and can be context-specific. Therefore, for the purpose of therapeutic treatments, RNA editing is preferable to genome editing, says Prof. Tsukahara.

Pubblicato in Scienceonline

 

Il commercio ad alto rischio di animali selvatici e di parti di essi sta decimando i mammiferi e aumenta il rischio di diffusione delle malattie zoonotiche.


Una terribile crisi causata dalla presenza di trappole sta decimando la fauna selvatica nel Sud-Est asiatico e aumenta il rischio di trasmissione di nuove zoonosi all'uomo. A raccontarlo un nuovo rapporto del WWF, che per la prima volta stima il numero di trappole presenti nelle aree protette di diversi Paesi nella regione.
Si stima, infatti, che 12,3 milioni di trappole stiano minacciando la fauna selvatica nelle aree protette di Cambogia, Laos e Vietnam, un gruppo di Paesi che, secondo il report “Silence of Snares” - “Il silenzio delle trappole: la crisi del Sud-Est asiatico”, sono protagonisti di una terribile crisi all’interno della regione. Queste trappole rudimentali, spesso realizzate con fili o cavi di ferro, aumentano le possibilità di contatto diretto tra l'uomo e la fauna selvatica, e quindi la probabilità del verificarsi di nuove gravi zoonosi. I ricercatori, infatti, hanno identificato molti degli animali presi di mira da queste trappole, fra cui il cinghiale, lo zibetto delle palme e il pangolino, come quelli con più possibilità di essere vettori di zoonosi.

Pubblicato in Ambiente


Comincia la campagna sperimentale tra reale e virtuale del progetto sviluppato in collaborazione fra il Dipartimento di Ingegneria astronautica, elettrica ed energetica e l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Sabato 11 luglio la presentazione in livestream.
Un orto hi-tech per coltivare micro-verdure sulla luna e in ambienti estremi come quelli polari, allestito all’interno di una speciale ‘serra igloo’ progettata per resistere a temperature molto basse. Ma anche missioni spaziali simulate grazie a tecniche avanzate di realtà virtuale immersiva. È la sfida di V-GELM (Virtual Greenhouse Experimental Lunar Module) il progetto sperimentale che prenderà il via da domani 10 luglio fino al 19 luglio nel Centro Ricerche Casaccia con l’obiettivo di sviluppare un modulo di coltivazione lunare abbinando tecniche di coltivazione idroponica innovative a esperimenti virtuali per il supporto alla vita degli astronauti nelle future missioni di lungo periodo. Il progetto verrà realizzato da un team di ricercatori ENEA e di studenti del Centro Interdipartimentale Territorio Edilizia Restauro Ambiente (CITERA) e delle Università Sapienza di Roma e della Tuscia e sarà presentato in diretta streaming sabato 11 luglio (ore 11-12,30).

Pubblicato in Tecnologia


Un interruttore molecolare può “respirare”, cioè assorbire anidride carbonica e rilasciarla in maniera controllata, per essere riutilizzata o trasformata in prodotti di più alto valore aggiunto: è questo il risultato di un innovativo progetto internazionale realizzato dal gruppo di ricercatori guidato da Angiolina Comotti, professore ordinario presso il dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università di Milano-Bicocca (www.mater.unimib.it), in collaborazione con il team del professor Sander Wezenberg e del Premio Nobel Ben Feringa dell’Università di Groningen.

Il progetto di ricerca, pubblicato sulla rivista Nature Chemistry (DOI: https://doi.org/10.1038/s41557-020-0493-5), nasce con l’intento di realizzare materiali che siano in grado di rispondere ad un nostro stimolo per eseguire una determinata azione. Come un comune interruttore comporta l’accensione di un apparato e permette di comandarlo, così l’interruttore molecolare (sulla scala nanometrica) deve essere sensibile al nostro comando per avviare un’azione utile.

Pubblicato in Chimica


 

 "Geo Ragnarr Loobrok" - Credits: Veronica Rocco and Guido Donati 

 

Common domestic cats, as we know them today, might have accompanied Kazakh pastoralists as pets more than 1,000 years ago. This has been indicated by new analyses done on an almost complete cat skeleton found during an excavation along the former Silk Road in southern Kazakhstan. An international research team led by Martin Luther University Halle-Wittenberg (MLU), Korkyt-Ata Kyzylorda State University in Kazakhstan, the University of Tübingen and the Higher School of Economics in Russia has reconstructed the cat's life, revealing astonishing insights into the relationship between humans and pets at the time. The study will appear in the journal "Scientific Reports".

The tomcat - which was examined by a team led by Dr Ashleigh Haruda from the Central Natural Science Collections at MLU - did not have an easy life. "The cat suffered several broken bones during its lifetime," says Haruda. And yet, based on a very conservative estimate, the animal had most likely made it past its first year of life. For Haruda and her colleagues, this is a clear indication that people had taken care of this cat.

Pubblicato in Scienceonline


Most COVID-19 lesions located in peripheral zone and close to pleura; influenza virus more prone to show mucoid impaction and pleural effusion

 

An open-access American Journal of Roentgenology (AJR) article investigating the differences in CT findings between coronavirus disease (COVID-19) pneumonia and influenza virus pneumonia found that most lesions from COVID-19 were located in the peripheral zone and close to the pleura, whereas influenza virus was more prone to show mucoid impaction and pleural effusion.

"However," lead author Liaoyi Lin of China's First Affiliated Hospital of Wenzhou Medical University cautioned, "differentiating between COVID-19 pneumonia and influenza virus pneumonia in clinical practice remains difficult."

A total of 97 patients (49 women, 48 men) were enrolled in this study. Of them, 52 patients (29 men, 23 women; age range, 21-73 years) had COVID-19 pneumonia; 45 patients (26 women, 19 men; age range, 15-76 years) had influenza virus pneumonia (28, influenza A; 17, influenza B). All patients had positive nucleic acid testing results for the respective viruses, as well as complete clinical data and CT images.

Pubblicato in Scienceonline
Venerdì, 10 Luglio 2020 08:17

Ocean Acidification and Human Health

 



While ocean acidification was initially perceived as a threat only to the marine realm, the authors of a new publication argue that it is also an emerging human health issue.

The global threats from carbon dioxide (CO2) accumulating in the world’s oceans and driving ongoing ocean acidification are becoming increasingly evident. As humans extract and burn fossil fuels and drive deforestation, CO2in the atmosphere increases, with levels now far exceeding those that occurred in preindustrial times. Of the released CO2, around 25% is taken up by the oceans where it interacts with seawater and forms carbonic acid, leading to a reduction in pH, an increase in acidification, and an alteration of carbonate chemistry. The average surface pH of the ocean has already decreased by 0.1 unit since the beginning of the Industrial Revolution, and a further 0.3–0.4 unit decrease is expected by the end of the century. As pH is measured on the logarithmic scale, this corresponds to a doubling in acidity by 2100. These changes are happening at an unprecedented scale and speed, rapidly exposing marine ecosystems to conditions they have not experienced over millions of years.

Pubblicato in Scienceonline

 

Con l’arrivo dell’estate può capitare di essere punti da una vespa o da un’ape, di essere morsi da un tafano o da una vipera, di imbattersi nei tentacoli di una medusa o di mettere un piede su una tracina. Cosa fare per un soccorso corretto e immediato?

Ne parliamo con Valerio Pravettoni, medico allergologo del Centro di riferimento per la prevenzione e la diagnosi dell’allergia al veleno di imenotteri del Policlinico di Milano.

√ Puntura di vespe, calabroni, api e bombi

- Cosa sapere?

La reazione alla puntura degli imenotteri, cioè vespe, calabroni, api e bombi, è molto soggettiva poiché dipende dalla risposta immunitaria della singola persona. Quando ci pungono questi insetti iniettano con il loro pungiglione una certa quantità di veleno* che il nostro organismo riconosce come estranea e cerca, per così dire, di combatterla per eliminarla.

In base alla sensibilità individuale i sintomi possono essere diversi: si va da normali manifestazioni locali (reazione cutanea) al coinvolgimento di tutto l’organismo (reazione sistemica). Questo spiega il motivo per cui in alcune persone la puntura di una vespa provoca solo un po’ di dolore e un leggero fastidio nella sede di puntura che passa nel giro di poche ore; mentre in altre, la stessa puntura può causare reazioni più gravi che in alcuni casi possono portare anche a morte.

Pubblicato in Medicina

A new study from McGill University shows that increases in the concentrations of blood sodium can have an influence on the biological clock of mice, opening new research avenues for potentially treating the negative effects associated with long distance travel or shift work.

The findings, published in Nature by former McGill PhD student Claire Gizowski and Charles Bourque, a professor in McGill’s Department of Neurology-Neurosurgery, are the first to show that injecting mice with a salt solution leads to the activation of neurons associated with the brain’s master circadian clock – the suprachiasmatic nucleus (SCN).

Our biological clock – or circadian rhythm - adapts our body’s cells and organs to changing requirements at different times of day. Prolonged disruption of these rhythms because of jetlag or shift work can lead to adverse health effects.

Pubblicato in Scienceonline



Un estudio español publicado hoy en la revista Nature Ecology and Evolution, ha revelado que Homo erectus, el primer ancestro humano que se extendió por el Viejo Mundo, desde África hasta el sureste asiático, y al que hasta ahora se consideraba esbelto y estilizado, en realidad era compacto, achaparrado y robusto.

En este estudio coliderado por los paleoantropólogos Daniel Garcia Martínez, del Centro Nacional de Investigación sobre Evolución Humana (CENIEH), y Markus Bastir, del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC), han reconstruido en tres dimensiones la forma de la caja torácica del ejemplar de H. erectus conocido como el niño de Turkana, un esqueleto juvenil de 1,5 millones de años hallado en Kenia en 1984.

“Sorprendentemente, el niño de Turkana tenía un tórax más profundo, más ancho y más corto que el de los humanos modernos”, indica el investigador Markus Bastir. “Esto sugiere que el H. erectus tenía una construcción corporal más robusta de lo que se suponía, ya que hasta ahora se contemplaba la forma corporal de esta especie como esbelta o estilizada, lo que se asociaba con su habilidad para recorrer largas distancias”, añade.

Pubblicato in Scienceonline

Medicina

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