Fotovoltaico a Perovskite: celle solari flessibili a basso costo a partire da un semplice foglio di carta
Nessun macchinario ma un semplice foglio di carta per la produzione di uno strato sottile di perovskite, il materiale impiegato nella realizzazione di celle solari nella tecnologia fotovoltaica di nuova generazione. La perovskite mostra efficienze simili al silicio ma può essere prodotta attraverso tecniche di stampa partendo da inchiostri liquidi. Il nuovo metodo, è stato sviluppato da un team di ricercatori e ricercatrici dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e dell'Università di Zanjan, in Iran, e costituisce una tecnica a basso sosto che può essere utilizzata da chi non possiede i macchinari necessari per la formazione di film a perovskite: basta infatti un semplice foglio di carta. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista internazionale ad accesso aperto iScience - Cell Press.
Dal 4 febbraio al Museo Civico di Zoologia riapre la mostra La Via delle Api
Dopo la mostra dello scorso anno (febbraio-settembre 2021), riapre nuovamente al Museo Civico di Zoologia, la mostra La Via delle Api, il percorso espositivo dedicato al mondo delle api e dei loro prodotti, dal miele alla pappa reale.
La mostra, attraverso preparati provenienti dalle collezioni entomologiche del museo, materiali apistici, video accattivanti e modelli, vuole guidare il visitatore alla scoperta della “via delle api”: dal particolare ciclo vitale di questi insetti alla straordinaria organizzazione sociale e al loro fondamentale ruolo nell'impollinazione delle piante.
Il percorso prosegue con la presentazione dei loro principali prodotti, il miele, il polline, la propoli, e delle proprietà di queste sostanze che vengono utilizzate sia in campo alimentare, sia medico che agricolo.
Inoltre sono illustrate le ricerche che, utilizzando le api come bioindicatori, forniscono informazioni importantissime sullo stato di salute dell’ambiente.
Covid-19, risultati studio sierologico su 10mila dipendenti Città della Salute e UniTo: dai vaccini risposta di lunga durata
Sono stati presentati i risultati dello studio sierologico “Ricerca di IgG specifiche per SARS-CoV-2 nel Personale dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino e dell’Università degli Studi di Torino e valutazione della risposta immunitaria post-vaccinazione anti-COVID 19”.
Sono intervenuti, introducendo lo studio, il Dott. Giovanni La Valle e il Dott. Lorenzo Angelone, rispettivamente Direttore generale e Direttore sanitario dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, il Dott. Antonio Scarmozzino, Direttore Dipartimento Qualità e Sicurezza delle cure, la Prof.ssa Paola Cassoni, Direttrice Dipartimento Medicina di Laboratorio, la Prof.ssa Rossana Cavallo, Direttrice S.C. Microbiologia Virologia U, P.I. (Principal Investigator) dello studio. E, successivamente, presentando specifici risultati dello studio: la Dott.ssa Gitana Scozzari, S.C. Direzione Sanitaria P.O. Molinette, Disegno dello Studio di coorte: obiettivi, fasi e metodi; il Dott. Giovannino Ciccone, S.S.D. Epidemiologia Clinica e Valutativa, Risultati della fase pre-vaccinale: sieroprevalenza; la Dott.ssa Enrica Migliore, S.S.D. Epidemiologia Clinica e Valutativa, Risultati della fase post-vaccinale: risposta sierologica; la Prof.ssa Cristina Costa, S.C. Microbiologia Virologia U Risultati della fase post-vaccinale: analisi di immunità cellulare; il Prof. Antonio Amoroso, S.C. Immunogenetica e Biologia dei Trapianti U, Risultati della fase post-vaccinale: analisi delle frequenze HLA; il Dott. Maurizio Coggiola, S.C. Medicina del Lavoro U, Rischio Occupazionale Ospedaliero Dati di Sorveglianza Sanitaria.
Dalla "doppia vita" della Vimentina nuove terapie per la lotta al tumore
I risultati pubblicati sulla rivista Nucleic Acids Research da un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova indicano che il legame tra la proteina vimentina e il DNA possa essere funzionale alla proteina stessa per far crescere e muovere le cellule tumorali.
L’articolo è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nucleic Acids Research, con il titolo “Vimentin binds to G-quadruplex repeats found at telomeres and gene promoters” dal gruppo coordinato dalla professoressa Claudia Sissi, del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Padova. I dati sono stati ottenuti nell’ambito di una linea di ricerca in cui si tenta di utilizzare alcune peculiarità strutturali di porzioni del genoma per nuovi approcci terapeutici in campo oncologico. Nel DNA ci sono sequenze in grado di ripiegarsi in modo anomalo in strutture definite non canoniche, tra cui quelle note come G-quadruplex sono quelle a oggi più ampiamente studiate.
New study finds COVID-19 vaccination boosts mental health along with immunity
Receiving at least one vaccine dose was associated with statistically significant declines in multiple psychological distress factors, investigators report in the American Journal of Preventive Medicine
Getting vaccinated for COVID-19 measurably improved the psychological well-being of participants in the Understanding Coronavirus in America study, a large longitudinal look at the impact of the pandemic on individuals in the United States. Vaccination was associated with declines in distress and perceived risks of infection, hospitalization, and death. The study, appearing in the American Journal of Preventive Medicine, published by Elsevier, validates the intuitive but previously unanswered questions of whether becoming vaccinated reduces perceived risks associated with COVID-19, and whether the reduction of these fears leads to improvements in mental health and quality of life.
I fiumi e i laghi vicini alle città si ritirano più rapidamente
Un gruppo di studiosi dell’Università di Bologna ha analizzato la distribuzione del declino delle acque rispetto alla distanza dai grandi centri abitati, ideando un modello che potrebbe rivelarsi utile per mitigare gli impatti dell’urbanizzazione sull’ecosistema.
La riduzione delle risorse idriche superficiali – ad esempio le acque dei fiumi e laghi – è più rapida e marcata vicino ai centri urbani e diminuisce man mano che ci si allontana dalle città. Analizzando oltre trent’anni di immagini satellitari del territorio degli Stati Uniti, un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha non solo rilevato e ricostruito questo
fenomeno, ma ha anche realizzato un modello capace di riprodurre la distribuzione del declino delle acque rispetto alla distanza dai grandi centri abitati. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista AGU Advances. “Entro il 2050 circa il 70% della popolazione mondiale sarà concentrato nelle città: un fenomeno che avrà grossi impatti sulla quantità e qualità delle acque di superficie, e in particolare dei fiumi, attorno ai centri abitati”, spiega Irene Palazzoli, dottoranda al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, prima autrice dello studio. “Per questo, i risultati del nostro lavoro possono rivelarsi fondamentali per definire strategie di gestione delle acque che permettano di mitigare gli impatti dell’urbanizzazione sull’ecosistema”.
Greenpeace: La petizione “STOP BOTTIGLIE DI PLASTICA” - Vittoria, Coca-Cola introdurrà il 25% di bottiglie riutilizzabili.
Coca-Cola ha annunciato che renderà riutilizzabile il 25% degli imballaggi per bevande entro il 2030. Dopo anni di campagna contro il monouso, Greenpeace accoglie con soddisfazione l’annuncio di Coca-Cola. Tuttavia, secondo l’organizzazione ambientalista è necessario andare oltre e arrivare all’obiettivo del 50% di packaging ricaricabile e riutilizzabile entro il 2030. Un traguardo indispensabile per un’azienda che ogni anno produce oltre 120 miliardi di bottiglie di plastica.
Secondo i monitoraggi dei rifiuti di plastica che invadono città, coste, mari e ogni angolo del pianeta realizzati in tutto il mondo dalla coalizione Break Free From Plastic, di cui Greenpeace fa parte, i rifiuti riconducibili a Coca-Cola sono i più abbondanti e hanno posto l’azienda americana al vertice di questa triste classifica per quattro anni consecutivi.
Ci sono anche virus buoni: sviluppato un vettore virale fotoattivo per la terapia antitumorale
Messo a punto da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna un fago anti-cancro.
Si tratta di un virus innocuo per gli esseri umani, ingegnerizzato geneticamente e modificato chimicamente per eliminare in modo selettivo solo le cellule tumorali. Il trattamento, mirato e non invasivo, viene attivato dalla luce.
Non tutti i virus vengono per nuocere. Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha messo a punto una nuova terapia mirata contro il cancro che si basa sull’azione di un fago – un virus che infetta i batteri – geneticamente modificato. Lo studio – che ha conquistato la copertina della rivista Nanoscale – è stato realizzato nell’ambito del progetto NanoPhage, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. I risultati mostrano come sia possibile ingegnerizzare un particolare tipo di virus, il fago M13, in modo che possa eliminare selettivamente solo le cellule tumorali.
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